IL MINISTRO DEL LAVORO COMUNICA LO STOP ALLA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI OLTRE I 3mila EURO LORDI.

LA CIU INSISTE: BISOGNA INVECE CONSIDERARE GLI IMPORTI NETTI, COSI’ SI AGGRAVA IL BLOCCO DEI CONSUMI

Il Ministro del Lavoro Prof. Enrico Giannini ha comunicato ieri, durante un’audizione in Commissione Lavoro alla Camera, l’intenzione di “congelare” la rivalutazione  del potere di acquisto delle pensioni per gli importi superiori a circa 3mila euro lordi mensili, pari a circa 2.100 euro netti.
La CIU insiste nel portare l’attenzione del Governo su un dato fondamentale: la qualità dell’importo da considerare che deve essere quello netto, ridotto del 30% rispetto a quello lordo.
Il tema non è di poco conto se si riflette sul fatto che il valore netto della pensione, ovvero il valore reale con cui poi si misurano i consumi di un cittadino, corrisponde a meno del 70% del valore lordo giacché più di un terzo della pensione  è trattenuto dalle tasse e da altre ritenute. In questo modo chi percepisce una pensione di circa 2.100 euro anche nel 2014  non vedrà l’adeguamento della stessa all’inflazione, ovvero al caro vita.
Questa misura, sottolinea la CIU, oltre ad essere stata già condannata dalla Corte Costituzionale con la sentenza n.316/2010, consiste in una vera e propria patrimoniale per il ceto medio. Nel 2014 tale provvedimento comporterà una perdita per ciascuno di circa 600,00 euro, i quali sommati ai 1.200 già persi nel biennio 2012-2013 determinano un importo totale di 1.800 euro in meno nelle proprie tasche. Fatto ancor più grave da segnalare è, infine,  che tale ingiusta discriminazione comporta che quei 1.800 euro sono irrecuperabili, non rientreranno, infatti, tra i risparmi dei cittadini.
“Da anni ormai” sottolinea Corrado Rossitto Presidente Nazionale CIU “si commette l’errore di penalizzare il ceto medio con provvedimenti peraltro già viziati di incostituzionalità. La perdita d’acquisto subita negli ultimi anni è stata considerevole. Non si vede come sia possibile incentivare i consumi dinanzi a misure restrittive come queste”.