INCONTRI DELLA CIU CAMPANIA CON LE ISTITUZIONI TERRITORIALI.

Il nuovo Segretario Regionale CIU della Campania Dr. Paolo Colitti ha incontrato il Sindaco di Napoli Dott. Luigi de Magistris ed il sindaco di Caserta Dott. Pio del Gaudio.
I predetti Amministratori locali hanno mostrato particolare interesse per le attività svolte dalla CIU nella Regione Campania, soffermandosi sugli obbiettivi che la Confederazione intende raggiungere attraverso il rilancio di settori strategici.

FORUM CIU A NAPOLI Sabato 16 novembre 2013.

FORUM CIU A NAPOLI Sabato 16 novembre 2013.

 

La Presidenza della CIU, in collaborazione con la Delegazione Regionale CIU della Campania, terrà a Napoli, presso la Sala Meeting dell’Hotel Mediterraneo, nella mattinata di sabato 16 novembre 2013, con inizio alle ore 10, un forum su “I quadri ed i professionisti: la specificità delle elevate professionalità ed i rapporti con le realtà economiche ed istituzionali del territorio”.
Interverrà il Presidente della CIU Corrado Rossitto e diverse personalità tra cui il Vice Ministro alle Infrastrutture e Trasporti Prof. Vincenzo De Luca, il Dr. Luigi de Magistris Sindaco di Napoli, il Dr. Severino Nappi Assessore al Lavoro della Regione Campania, l’On. Enrico Panini Assessore al Lavoro al Comune di Napoli, l’On. Valentina Paris membro della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, il Prof. Giancarlo Perone Docente di diritto del Lavoro presso l’Università “Tor Vergata” di Roma.

LEGGE DI STABILITA’: LA CIU CHIEDE AL PARLAMENTO DI CANCELLARE LA STANGATA AI PENSIONATI DEL CETO MEDIO.

LEGGE DI STABILITA’: LA CIU CHIEDE AL PARLAMENTO DI CANCELLARE LA STANGATA AI PENSIONATI DEL CETO MEDIO
CON IL BLOCCO DELLA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI SUPERIORI AI 3mila EURO LORDE IL DANNO POTENZIALE SARA’ DI CIRCA 25mila EURO SU TUTTA LA VITA PENSIONISTICA
La CIU sta seguendo con attenzione le sorti della Legge di Stabilità, all’esame del parlamento, soprattutto nella parte dedicata al blocco della rivalutazione delle pensioni superiori ai 3.000 euro lordi.
Le conseguenze negative legate ad un provvedimento di   questo tipo sono probabilmente sconosciute alla maggior parte. Si calcola infatti che, un pensionato di 66 anni che oggi percepisce una pensione di circa 2.100 euro nette riceverà nell’intera vita circa 25.000 euro in meno rispetto a quello che avrebbe percepito nel totale della vita pensionistica, senza la mancata indicizzazione delle pensioni degli ultimi 2 anni e del previsto 2014, se immaginiamo un aumento in media del 2,5 % del livello dei prezzi al consumo.
“Il Parlamento cancelli senza esitazioni il blocco sulla rivalutazione delle pensioni superiori a sei volte il minimo” ha dichiarato Corrado Rossitto Presedente Nazionale CIU “i quadri in pensione, insieme alle professionalità medio alte di questo Paese non possono pagare così pesantemente  il conto della crisi che ancora perdura”.
Inoltre, fatto ancora più grave poiché profondamente discriminatorio,  parrebbe che il Parlamento sia propenso per adottare il blocco della perequazione delle pensioni considerando l’assegno dell’INPS per intero e non solo per la parte eccedente la soglia garantita dei 3.000 € lordi.
La CIU chiede, dunque, al Parlamento che tale irragionevole norma venga eliminata  dalla manovra economica, perché rappresenta una vera e propria patrimoniale a carico del ceto medio dei pensionati, perché è un provvedimento incostituzionale (Corte Cost.. 316/2010), perché si penalizzano coloro che hanno versato sulle casse dello stato 40 anni di contributi ed infine perché è un provvedimento che deprime ulteriormente i consumi e la ripresa.

LA CIU AL COMITATO AMMINISTRATORE DEL FONDO SOLIDARIETA’ POSTE PRESSO L’INPS.

Si è insediato, presso l’INPS a Roma, il Comitato Amministratore del Fondo di Solidarietà per il sostegno del reddito, dell’occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale di Poste Italiane S.p.A., di cui la CIU è membro, rappresentata dal Cav. Mario Guida Segretario Nazionale Organizzativo.
È stato eletto alla Presidenza del Comitato, con incarico biennale, il Dr. Vigorita Guido, membro designato dell’Amministrazione Poste Italiane S.p.A.
La CIU ha ribadito l’importanza strategica della formazione continua nel quadro dell’occupazione, della riconversione, riqualificazione professionale per i quadri e le fasce medio alte.

LEGGE DI STABILITA’ A DANNO DEI QUADRI PENSIONATI E DELLE PROFESSIONI INTELLETTUALI.

LA CIU: “UN PALLIATIVO. SE NON SI INVESTE SULLA CRESCITA NON C’E’ FUTURO”

 

Per la CIU il provvedimento varato ieri dal Governo è l’ennesimo colpo classista ai danni del ceto medio. Saranno i quadri in pensione e le professioni intellettuali a dover pagare i costi di una riforma che cambia poco e che serve solo da palliativo ad un Sistema Paese che continua a rimandare i cambiamenti veri e propri.
Infatti, si conferma per il 2014 il blocco dell’indicizzazione delle pensioni sopra i  3.000 € lordi riducendo ulteriormente il potere d’acquisto.
In attesa del testo definitivo, la CIU auspica che all’esame del Parlamento si torni a riflettere su questa misura che poco apporta alle casse dello Stato ma che compromette seriamente il livello dei consumi.
La CIU ricorrerà, tramite i propri iscritti, alla Corte Costituzionale, che già in passato (sentenza n.316/2010) aveva condannato la reiterazione di provvedimenti volti “a paralizzare il meccanismo perequativo” perché “le pensioni, sia pure di maggiore consistenza, potrebbero non essere sufficientemente difese in relazione ai mutamenti del potere d’acquisto della moneta”.
“Il ddl di stabilità presentato ieri dal Governo” ha dichiarato Corrado Rossitto Presidente Nazionale CIU “cambia poco e male. Il Paese ha bisogno, più che di piccoli accorgimenti transitori, di un vero piano per la crescita ed il rilancio del sistema economico sempre meno competitivo in un’Europa che ha già iniziato la sua ripresa”.

LA CIU INSISTE: LA MANOVRA SUL BLOCCO DELL’ADEGUAMENTO DELLE PENSIONI GIÀ DICHIARATA INCOSTITUZIONALE (Corte Costituzionale n. 316/2010).

LA CIU INSISTE: LA MANOVRA SUL BLOCCO DELL’ADEGUAMENTO DELLE PENSIONI GIÀ DICHIARATA INCOSTITUZIONALE  (Corte Costituzionale n. 316/2010)
CON LA LEGGE DI STABILITA’ ANCHE CHI E’ AL LAVORO VERRÀ DISCRIMINATO COME I PENSIONATI.

 

Quello del reiterato blocco della rivalutazione delle pensioni superiori ad un certo limite  (nel 2014 toccherà alle pensioni superiori a 3mila euro lordi mensili) è un provvedimento che già nel recente passato – evidenzia la CIU –  ha interessato la Consulta, che ne ha stabilito l’incostituzionalità.
È il caso della sentenza n. 316 del 2010 che ha così statuito: “la sospensione a tempo indeterminato del meccanismo perequativo […] esporrebbero il sistema ad evidenti tensioni con gli invalicabili principi di ragionevolezza e proporzionalità […] perché le pensioni, sia pure di maggiore consistenza, potrebbero non essere sufficientemente difese in relazione ai mutamenti del potere d’acquisto della moneta”.
Ma non solo. In materia di adeguamento delle pensioni al costo della vita, in realtà, la Corte Costituzionale intervenne già nel 2004, con la Sentenza n.30 affermando che:  “il verificarsi di irragionevoli scostamenti dell’entità delle pensioni rispetto alle effettive variazioni del potere d’acquisto della moneta, sarebbe indicativo della inidoneità del meccanismo in concreto prescelto ad assicurare al lavoratore e alla sua famiglia mezzi adeguati ad una esistenza libera e dignitosa nel rispetto dei principi e dei diritti sanciti dagli artt. 36 e 38 della Costituzione”.
Lo stesso vale – sottolinea infine la CIU – per l’ennesima discriminazione annunciata con la misura inserita nella Legge di Stabilità, per la primavera 2014, è previsto un bonus di 200 € in busta paga per i lavoratori dipendenti con retribuzioni inferiori ai 55.000 € lordi annui. “Anche in questo caso” dichiara Corrado Rossitto Presidente Nazionale CIU “a pagare le conseguenze di una finanza pubblica allo stremo è il ceto medio”.

INTERVISTA DELLA CIU A PORTA A PORTA – RAI UNO.

Questa sera (10 ottobre 2013) nel corso della trasmissione Porta a Porta (che inizierà alle ore 23.10) verrà trasmessa un’intervista al Vice Segretario della Delegazione CIU del Lazio, Ing. Maurizio Orlandi, in merito all’annunciato provvedimento del Governo di bloccare le rivalutazioni delle pensioni sopra i 3.000 euro lordi.

IL MINISTRO DEL LAVORO COMUNICA LO STOP ALLA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI OLTRE I 3mila EURO LORDI.

LA CIU INSISTE: BISOGNA INVECE CONSIDERARE GLI IMPORTI NETTI, COSI’ SI AGGRAVA IL BLOCCO DEI CONSUMI

Il Ministro del Lavoro Prof. Enrico Giannini ha comunicato ieri, durante un’audizione in Commissione Lavoro alla Camera, l’intenzione di “congelare” la rivalutazione  del potere di acquisto delle pensioni per gli importi superiori a circa 3mila euro lordi mensili, pari a circa 2.100 euro netti.
La CIU insiste nel portare l’attenzione del Governo su un dato fondamentale: la qualità dell’importo da considerare che deve essere quello netto, ridotto del 30% rispetto a quello lordo.
Il tema non è di poco conto se si riflette sul fatto che il valore netto della pensione, ovvero il valore reale con cui poi si misurano i consumi di un cittadino, corrisponde a meno del 70% del valore lordo giacché più di un terzo della pensione  è trattenuto dalle tasse e da altre ritenute. In questo modo chi percepisce una pensione di circa 2.100 euro anche nel 2014  non vedrà l’adeguamento della stessa all’inflazione, ovvero al caro vita.
Questa misura, sottolinea la CIU, oltre ad essere stata già condannata dalla Corte Costituzionale con la sentenza n.316/2010, consiste in una vera e propria patrimoniale per il ceto medio. Nel 2014 tale provvedimento comporterà una perdita per ciascuno di circa 600,00 euro, i quali sommati ai 1.200 già persi nel biennio 2012-2013 determinano un importo totale di 1.800 euro in meno nelle proprie tasche. Fatto ancor più grave da segnalare è, infine,  che tale ingiusta discriminazione comporta che quei 1.800 euro sono irrecuperabili, non rientreranno, infatti, tra i risparmi dei cittadini.
“Da anni ormai” sottolinea Corrado Rossitto Presidente Nazionale CIU “si commette l’errore di penalizzare il ceto medio con provvedimenti peraltro già viziati di incostituzionalità. La perdita d’acquisto subita negli ultimi anni è stata considerevole. Non si vede come sia possibile incentivare i consumi dinanzi a misure restrittive come queste”.

LA CIU AL MINISTERO DEL LAVORO PER IL “PIANO GIOVANI” – BISOGNA INVESTIRE SULLE NUOVE PROFESSIONI E LA FORMAZIONE CONTINUA.

Si è svolto oggi, alla presenza del Ministro del Lavoro Prof. Enrico Giovannini, un incontro  tra le associazioni di categoria, le imprese e le fondazioni volto al confronto e alla partecipazione alla stesura del “Piano Nazionale per la Garanzia Giovani”, un progetto per l’occupabilità dei giovani, che l’Italia presenterà a fine ottobre alla Commissione UE.
La CIU ha partecipato all’incontro presentando un documento di proposte e valutazioni volte a promuovere un’occupazione stabile e di qualità, adeguatamente garantita e tutelata.
“È necessario”  si legge nel documento “porsi al passo di numerosi Paesi europei e rendere obbligatoria la formazione continua che diventa un’assicurazione sulla vita professionale”.
Il documento presentato dalla CIU dedicato al lavoro delle nuove generazioni insiste sui temi fondamentali dell’innovazione e della ricerca. “Bisogna investire sulle nuove professioni” ha proposto il documento CIU “ovvero quelle che attengono al cambiamento economico e sociale: alle tecnologie dell’Informazione e della comunicazione (ITC), della ricerca scientifica in medicina, in fisica, in biologia, passando per l’ingegneria avanzata, l’economia dello sviluppo, l’agricoltura innovativa e l’informatizzazione di qualsiasi settore dell’economia e via dicendo”.
Infine, la CIU propone nel proprio documento sia la defiscalizzazione del costo del lavoro per le imprese che assumono giovani con competenze acquisite all’estero, fattore fondamentale per la competitività internazionale delle aziende italiane, sia lo stanziamento di incentivi economici per start-up innovative costituite da giovani.

LA CRISI DI GOVERNO METTE A REPENTAGLIO L’OCCUPAZIONE NELLE GRANDI AZIENDE ITALIANE PIÙ ESPOSTE – PREOCCUPAZIONE DELLA CIU PER IL CASO TELECOM.

La CIU manifesta preoccupazione per l’attuale crisi di Governo, le cui ricadute sulle grandi aziende italiane con marchi prestigiosi e con asset strategici, renderanno vano qualsiasi tentativo di ristabilimento che non sia immediato.
Non è facile quantificare il danno economico per il sistema industriale nazionale. I casi toccano tutto il Made in Italy dall’Agroalimentare, ai Trasporti, all’Industria, ai Servizi, alle  Telecomunicazioni ed altri settori.
Il vuoto politico, la perdita di controllo del Governo sull’economia, presenta riflessi negativi sul futuro del Paese tanto per i lavoratori che per le imprese interessate.
Tra queste spicca Telecom Italia che rappresenta una tra le ultime grandi aziende nazionali per fatturato ed indotto occupazionale.  La sua strategicità ed inalienabilità per il Paese è legata non solo alle infrastrutture di rete e d’informatica con i Data Centers in Italia, ma anche alla forte presenza all’estero.
 “L’attuale crisi di Governo” ha dichiarato Corrado Rossitto Presidente Nazionale CIU  “con l’instabilità politico-finanziaria che si porta dietro, ha un ruolo determinante in questo scenario. La CIU rimarca l’esigenza di un Governo stabile e duraturo a tutela del mercato del lavoro, degli investimenti e  dell’occupazione. Rischiamo altrimenti livelli di non ritorno, irreversibili”.