Avanzano le donne-quadro in Italia (+28%) PRESENTATO a MILANO IL RAPPORTO CIU – LIBRO ROSA All’Ostello della Gioventù A.I.G. del capoluogo lombardo, un riuscito “focus” analizza numeri e peculiarità dell’impegno professionale femminile ai vertici dello Stato e delle Imprese
Un riuscito “focus”, quello tenutosi a Milano all’Ostello della Gioventù A.I.G. “Piero Rotta”, lunedì scorso, con la presentazione del rapporto della CIU (Confederazione Italiana di Unione delle Professioni Intellettuali) su “Donne Quadro, Professionals: la contrattazione di genere e per fasce di età”: con un libro-rosa pubblicato dal Sindacato per fare finalmente il “punto” su numeri e peculiarità del costante avanzamento della fascia di alta professionalità al femminile rappresentata dalle figure di donne-quadro, donne-dirigente, professioniste, ricercatrici, impegnate nella società del lavoro italiano. Come ha ricordato in premessa il Presidente della CIU, dott. Corrado Rossitto: “nelle inchieste giornalistiche, nei convegni delle varie Associazioni di categoria, si parla in genere delle donne magistrato, deputato, imprenditore, ministro… Non ci si era ancora concentrati e occupati adeguatamente dell’avanzata rosa nelle posizioni di vertice dello Stato e delle Imprese: una realtà che sta cambiando e che va rinnovandosi silenziosamente, ma costantemente, sotto la spinta delle alte professionalità femminili. Ci abbiamo pensato noi di CIU, anche in quanto rappresentanti al CNEL ed al Comitato Economico e Sociale Europeo CESE di questa fascia di prestatori di lavoro nonché di operatrici economiche e professionali, cercando di evidenziare il dato di rilievo della nuova ‘energia rosa’ del Sapere, e testimoniando al contempo la ferma volontà di tutelarne i diritti e gli interessi”. Le “donne quadro” italiane – è stato evidenziato durante il convegno – sono passate negli ultimi 7 anni da 79.956 a 132.190, con un incremento del 65%. In Lombardia, sono 56.000: cioè il 29% sul totale regionale dei quadri. Quasi 1 quadro su 3, in Italia, è donna. Nel Paese viene confermata poi la preponderanza di personale femminile nel pubblico impiego (55,6%) con punte nei comparti della Scuola (78%) e del Servizio sanitario (61%). Maggioranza raggiunta nella carriera Prefettizia (52,7%). E vari passi avanti in settori di presenza femminile tradizionalmente minoritaria: (Magistratura, Ricerca, Università, Diplomazia, Forze Armate). In generale, livello di istruzione più elevato delle donne (68% con diplomi post-secondari). Il convegno ha evidenziato, comunque, che non tutto è …rosa. Le donne italiane sono infatti ancora sottorappresentate nei settori meglio retribuiti. E, complessivamente, l’occupazione femminile raggiunge il 46,3% a fronte di una media europea del 57,4%. L’incontro milanese si è svolto nel ristrutturato Ostello della Gioventù A.I.G. di via Salmoiraghi, a seguito e quale preludio di un’interessante intesa culturale, formativa e collaborativa tra CIU e Associazione Italiana degli Alberghi della Gioventù, che prevede nei prossimi mesi varie altre iniziative convegnistiche, formative e di studio. Vi hanno preso parte: Corrado Rossito, Presidente Nazionale della CIU; Maria Cristina Cataudella, Professore Associato di Diritto del Lavoro dell’Università di Roma; Flora Golini, Membro della Giunta Esecutiva Confederale CIU; Primarosa Raviola, Segretario Regionale CIU Lombardia; Mariachiara Novati, Segretario Regionale Lombardia CIU Donne Quadro e Professionalità Femminili, a portato il saluto Lucia Chessa, Direttrice di segreteria del comitato regionale lombardo AIG. Dal dibattito è emerso il sostanziale mutamento di scenario occupazionale sempre più teso al passaggio da un sistema produttivo manifatturiero ad uno basato sull’economia della conoscenza e dei servizi, col prevalere, sull’”energia muscolare”, di nuovi fattori quali la creatività, la qualità, la determinazione, la competizione, la sostenibilità: che sono anche le migliori caratteristiche femminili e gli elementi che stanno cambiando il nostro sistema di vita e di produzione di beni e servizi. Occorre, allora, stimolare una “governance di sistema” che metta a frutto le “soft skills”: le competenze di tipo relazionale universalmente riconosciute alle donne, e di cui il mondo produttivo contemporaneo ha assoluto bisogno. Come ha ribadito ancora il presidente Rossitto: “Si tratta ora, indubbiamente, di assecondare lo sviluppo di queste professionalità, superando l’attuale e controproducente logica contrattuale egualitaria, con i ‘contratti di genere’ e con quelli per fasce di età proposti dalla CIU, pensando contemporaneamente alla riorganizzazione delle professioni liberali. Il lavoro italiano è ancora regolato da un superato modello produttivo, provinciale, vetusto, chiuso al cambiamento, da sostituire rapidamente e, direi, decisamente, con proposte di cultura sociale europea fortemente aperte all’internazionalizzazione. Un’istanza che CIU vuole portare avanti come una delle più sentite dai suoi iscritti: uomini e donne che ricoprono ruoli di medio-alto profilo tra i professionisti e le aziende”.