“Fare ordine in una giungla di incentivi per le imprese”, con un seminario Federaziende spiega come muoversi.

 

Si è tenuto oggi presso la Camera di Commercio l’incontro dal titolo “Pari Opportunità e Promozione d’Impresa”. Tra gli ospiti anche Gabriella Ancora, Presidente Nazionale di C.I.U. Unionquadri.

Far comprendere non solo il meccanismo di funzionamento di N.I.D.I., Fondo Impresa Donna, Titolo II e Resto al Sud, ma soprattutto riuscire a confrontare praticamente i vari incentivi che sono stati analizzati uno ad uno per capire quanto convenga l’applicazione di una misura piuttosto che l’altra nel rispetto del principio delle pari opportunità nella promozione d’impresa. È stato questo l’obiettivo del seminario dal titolo “Pari Oppurtunità e Promozione d’Impresa”, organizzato da Federaziende, che si è svolto nella mattinata di oggi presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Lecce.

“Era necessario che la Camera di Commercio supportasse questa iniziativa, non potevamo rimanere insensibili, questi due anni di pandemia hanno cambiato il contesto imprenditoriale. È importantissimo fare quanta più informazione possibile su queste iniziative a supporto delle aziende e dei cittadini che sono alla ricerca di lavoro”, ha affermato il Presidente della Camera di Commercio di Lecce, Mario Vadrucci nel corso del suo intervento.

“Abbiamo ritenuto di dover accompagnare le piccole e medie imprese, quelle già esistenti e le nuove, in questo percorso che riguarda l’accesso alle misure messe in atto dal Pnrr che a volte appare complesso. Bisogna fare sì che tutti abbiano le stesse opportunità e possano sfruttare il proprio potenziale, senza diseguaglianze di sorta. Ci sono in campo 200 miliardi per lo sviluppo e sarebbe importante che ad accedere a questi fondi siano le medie e piccole imprese. Federaziende si mette a disposizione di tutti gli imprenditori perché possano essere messi a conoscenza di queste opportunità”, ha invece dichiarato durante il suo saluto Simona De Lumè, Presidente Nazionale di Federaziende.

“Oggi parleremo della dotazione Nidi, fortemente voluta dalla Regione Puglia e destinata ai giovani dai 18 ai 32 anni e, soprattutto, del Fondo Imprese al femminile del Ministero dello Sviluppo Economico destinato all’imprenditoria femminile, senza limite di età”, ha dichiarato Eleno Mazzotta, Segretario generale di Federaziende e componente della Giunta della Camera di Commercio, prima di illustrare punto per punto le opportunità di finanziamento.

Ha preso, poi, la parola l’ospite d’onore della giornata, Gabriella Ancora, Presidente Nazionale di C.I.U. Unionquadri, la Confederazione Italiana Unione delle Professioni Intellettuali: “Sono qui per una vicinanza con i nostri associati. Bisogna fare ordine in una giungla di incentivi, le possibilità sono tante, ma troppo spesso non sono utilizzate, l’Italia perde ogni anno quasi 2,5 miliardi di fondi europei e questo è sconcertante. I motivi sono i soliti, la mancanza di velocizzazione voluta soprattutto alla burocrazia. Mi auguro che la giornata di oggi possa fare un po’ di chiarezza e sono presente con grande piacere”,

Le conclusioni sono state affidate a Loredana Capone, Presidente del Consiglio Regionale della Puglia che ha promosso la recente legge regionale sulle pari opportunità.

06 Giugno 2022 Lecce seminario su pari opportunità e promozione d’impresa di Federaziende e CIU Unionquadri.

Convegno Nazionale Federazione Maestri del Lavoro d’Italia. 26-29 maggio 2022 – Vibo Valentia. Sotto l’alto patrocinio della Camera dei Deputati.

CIU UNIONQUADRI ha partecipato illustrando, in quanto membro del CNEL in Italia e del CESE a Bruxelles, le politiche che si stanno conducendo portando avanti nell’affrontare le nuove problematiche per la sostenibilità dei sistemi sanitari e delle economie dei Paesi UE, soprattutto nel periodo post pandemico e per la grave crisi che si presenterà per la guerra in Ucraina.

La Presidente Gabriella Ancora ha illustrato un Parere del CESE che afferma come il benessere psico fisico dell’individuo si rifletta automaticamente sul miglioramento dell’attività lavorativa e contribuisca al risparmio della spesa sanitaria e delle economie di risorse.

Nella seconda giornata il Responsabile del Dipartimento Cultura Marco Ancora nel suo intervento ha posto l’accento sulla sempre più urgente necessità di definire politiche ed economie che possano creare posti di lavoro stabili, con prospettive di avanzamento, volti a quella parte di popolazione altamente qualificata ma spesso poco mobile, delocalizzata e soprattutto sconcertata e poco adattabile ai processi repentini e traumatici determinati dalla transizione digitale.

Le filiere ed i prodotti inerenti all’agroalimentare, in particolare quelli della “Dieta Mediterranea”, oggetto del convegno, ed il territorio con tutti i suoi indotti, possono invece produrre, nel quadro di quei processi definiti come “irreversibili” determinati dalla iperglobalizzazione e dalla de-industrializzazione, quell’inversione di tendenza necessaria alla riqualificazione di una classe lavorativa e di quelle risorse umane altamente professionali che contribuiscono alla determinazione e alla sopravvivenza delle libere professioni e del ceto medio in grande difficoltà e affanno.

Dani Rodrik, economista di Harvard, citato nell’intervento, prevede infatti come tale classe lavorativa possa rigenerarsi e contribuire enormemente a questi processi del mondo del lavoro nel settore delle microimprese e delle piccole e medie imprese, che saranno grandi fornitori di posti di lavoro e garanzia degli stessi, soprattutto in quelle aree trascurate ma altamente produttive che sembrano essere sempre più trainanti ed unici veicoli di sviluppo del Sistema Italia.

 

Evento Internazionale per giovani artisti italiani a Malta patrocinato da CIU Unionquadri.

Presso la Società Dante Alighieri a Malta evento internazionale per giovani artisti italiani organizzata da Italiani.it, il portale degli Italiani nel mondo che diffonde le eccellenze italiane in collaborazione con il CESC – Centro Europeo Studi Culturali, e QuiMalta.eu.

L’iniziativa è stata patrocinata dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, dall’Istituto Italiano di Cultura e La Valletta e da CIU – Confederazione Italiana di Unione delle Professioni Intellettuali.

Il Presidente CIU, Gabriella Ancora ha motivato l’iniziativa di patrocinio affermando come “le libere professioni e le professioni intellettuali nonchè tutti coloro che operano nel mondo della cultura sono i riferimenti di un mondo del lavoro in continua evoluzione e in profonda trasformazione. Chi si occupa di arte e cultura rappresenta un settore strategico per l’occupazione al centro di un dibattito nazionale ed europeo che la CIU-Unionquadri sta portando presso le sedi del CNEL e del CESE in modo costante, al fine di meglio comprendere e definire inquadramento e tutele.”

Il gruppo delle organizzazioni della società civile è il nuovo nome del gruppo Diversity Europe del CESE.

Il 18 maggio 2022 il Gruppo Diversity Europe (Gruppo III) del Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha deciso all’unanimità di cambiare nome in “Gruppo delle organizzazioni della società civile”. Il cambio di nome entra in vigore con effetto immediato.

Séamus Boland , presidente del gruppo delle organizzazioni della società civile, ha dichiarato: La crisi economica e finanziaria, la pandemia di COVID-19 e ora la guerra in Ucraina, hanno dimostrato che le organizzazioni della società civile contribuiscono attivamente alla resilienza e alla sostenibilità delle nostre comunità. Portano soluzioni alle sfide, difendono i nostri valori europei e sono essenziali per l’attuazione di politiche efficaci. Le organizzazioni della società civile sono attori chiave per un futuro sostenibile e devono essere riconosciute come tali.

In questo contesto, il Gruppo ha deciso di cambiare nome, al fine di fornire agli stakeholder una maggiore chiarezza sulla propria composizione e mission .

Il cambio di denominazione è particolarmente opportuno, alla luce della pubblicazione del rapporto finale sugli esiti della Conferenza sul futuro dell’Europa . La relazione propone di rafforzare le strutture esistenti, per riflettere meglio le esigenze e le aspettative dei cittadini dell’UE nel processo decisionale e afferma inoltre: In questo quadro, rafforzare il ruolo istituzionale del CESE e conferiregli poteri come facilitatore e garante di attività di democrazia partecipativa come dialogo strutturato con le organizzazioni della società civile e i panel dei cittadini.

Sfondo:

Il gruppo delle organizzazioni della società civile è uno dei tre gruppi che compongono il CESE. In linea con le modifiche introdotte nel Trattato di Lisbona, il Gruppo III è composto da altri rappresentanti e portatori di interessi della società civile, in particolare nel campo economico, civico, professionale e culturale . I suoi membri provengono da organizzazioni che rappresentano i seguenti settori:

  • Il mondo accademico (scienziati naturali, economisti, sociologi, ecc.)
  • Partecipazione e responsabilizzazione dei cittadini
  • Sviluppo della società civile
  • Consumatori
  • Ambiente, patrimonio e sviluppo sostenibile
  • Agricoltura, pesca e comunità costiere, silvicoltura
  • Tutela dei diritti umani (Tematiche riguardanti bambini, anziani, famiglie, uguaglianza di genere, gruppi emarginati e svantaggiati, migranti e rifugiati, minoranze, persone con disabilità, donne e giovani)
  • Professioni liberali (avvocati, medici, ingegneri, ecc.)
  • Piccole e Medie Imprese e Artigianato
  • Economia sociale (enti di beneficenza, cooperative, fondazioni, mutue e imprese sociali)

Durante la Presidenza 2020-2023, il Gruppo delle organizzazioni della società civile concentra il proprio lavoro su “La povertà e il ruolo delle organizzazioni della società civile nel combatterla”.

Scopri di più sul gruppo sul sito web del CESE .

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Civil Society Organisations’ Group is the new name of the EESC’s Diversity Europe Group.

On 18 May 2022, the Diversity Europe Group (Group III) of the European Economic and Social
Committee (EESC) decided unanimously to change its name to “Civil Society Organisations’ Group”.
The change of name enters into force with immediate effect.
Séamus Boland, President of the Civil Society Organisations’ Group, said: “The economic and financial
crisis, the COVID-19 pandemic and now the war in Ukraine, have demonstrated that civil society
organisations actively contribute to the resilience and sustainability of our communities. They bring
solutions to challenges, they defend our European values and are essential for the implementation of
effective policies. Civil society organisations are key players for a sustainable future and must be
recognised as such.”
Within this context, the Group has decided to change its name, in order to provide stakeholders with
more clarity about its composition and mission.
The change of name is especially timely, in the light of the publication of the final report on the outcome
of the Conference on the Future of Europe. The report proposes strengthening existing structures,
to better reflect the needs and expectations of EU citizens in the decision-making process and further
states: “Within this framework, enhance the institutional role of the EESC and empower it as
facilitator and guarantor of participatory democracy activities like structured dialogue with civil
society organisations and Citizens’ panels.”
Background:
The Civil Society Organisations’ Group is one of the three groups that make up the EESC. In line with
the changes introduced in the Lisbon Treaty, Group III is made up of “other representatives and
stakeholders of civil society, particularly in the economic, civic, professional and cultural field”. Its
members are drawn from organisations representing the following fields:
 Academia (natural scientists, economists, sociologists, etc.)
 Citizens’ Participation and Empowerment
 Civil Society Development
 Consumers
 Environment, Heritage & Sustainable Development
 Farming, Fisheries and Coastal Communities, Forestry
 Human Rights’ Protection (Issues concerning children, elderly, families, gender equality,
marginalised and underprivileged groups, migrants and refugees, minorities, persons with
disability, women and youth)
 Liberal Professions (lawyers, doctors, engineers, etc.)
 Small and Medium-sized Enterprises and Crafts
 Social Economy (charities, cooperatives, foundations, mutual societies and social enterprises)
During the 2020-2023 Presidency, the Civil Society Organisations’ Group focuses its work on ‘Poverty
and the role of civil society organisations in combatting it’.
Find out more about the Group on the EESC website.

For more information, please contact:
Jasmin Klötzing, Communication Officer, Secretariat of the Civil Society Organisations’ Group
+32 (0)2 546 90 67
jasmin.kloetzing@eesc.europa.eu
The European Economic and Social Committee represents the various economic and social components of organised civil
society. It is an institutional consultative body established by the 1957 Treaty of Rome. Its consultative role enables its members,
and hence the organisations they represent, to participate in the EU decision-making process

Dalla scuola al mondo del lavoro. Integrazione di basi di dati per l’analisi delle biografie scolastiche, universitarie e lavorative.

Aprire una fase costituente. Occorre una Costituzione Europea.

 

https://www.cnel.it/Comunicazione-e-Stampa/Notizie/ArtMID/694/ArticleID/2285/UE-I-GIOVANI-VOGLIONO-GLI-STATI-UNITI-APRIRE-UNA-FASE-COSTITUENTE#.Ynapa2ICjbM.twitter

CONVEGNO NAZIONALE DELLA FEDERAZIONE DEI MAESTRI DEL LAVORO Anno 2022 – “La dieta mediterranea – Salute – Sostenibilità – Lavoro”

CESE: Parere del Prof. Maurizio Mensi – Consigliere CESE CIU Unionquadri. Digitalizzazione della giustizia, via libera dal CESE: udienze e fascicoli presto online.

 

La possibilità di accedere a un fascicolo elettronico relativo ai propri contenziosi giudiziari in corso, in molti stati d’Europa o di partecipare da remoto a un’udienza mediante una teleconferenza, è ancora una fata morgana, così come – in ambito penale – vittime e imputati non possono accedere ad una banca dati digitale che dia loro contezza dello stato del procedimento. Oppure, ancora, soltanto in 13 Stati membri le prove possono essere presentate a un organo giurisdizionale esclusivamente in formato digitale per tutti i tipi di procedimenti penali, così come soltanto in 10 Stati membri, in materia civile e commerciale, le prove digitali sono ammissibili in tutti i tipi di procedimenti.

La necessità di rafforzare la resilienza dei sistemi giudiziari in tutta Europa, specie dopo gli eventi pandemici, dunque, ha condotto l’Unione – già dallo scorso anno – ad interrogarsi su come sfruttare tutte le opportunità dell’era digitale anche in tale ambito, in un contesto capace di garantire la sicurezza e l’etica.

Infatti, sebbene siano già stati profusi notevoli sforzi, resta ancora molto da fare sia a livello nazionale sia europeo per rafforzare ulteriormente la resilienza dei sistemi giudiziari e la loro capacità di lavorare online. In questo senso va la proposta di Regolamento sulla digitalizzazione della cooperazione giudiziaria su cui si è appena espresso il CESE, il Comitato economico e sociale europeo, organo consultivo dell’UE con sede a Bruxelles.

La proposta, oggetto di un primo scrutinio da parte della sezione Occupazione, Affari Sociali e Cittadinanza del Comitato e adottata poi il 19 maggio dall’Assemblea Plenaria, delinea un sistema costituito da apparati informatici e punti di accesso interoperabili che operano sotto la responsabilità e la gestione di ciascuno Stato membro, con un punto di accesso elettronico europeo sul portale europeo della giustizia elettronica utilizzabile da ogni persona fisica e giuridica.

Nel suo parere, adottato all’unanimità il 19 maggio, relatore l’italiano Maurizio Mensi (rappresentante della CIU-Unionquadri, parte sociale membro del CNEL), il Comitato ha espresso sostegno e apprezzamento per la proposta della Commissione, evidenziando tuttavia la necessità che siano fornite garanzie su taluni aspetti quali, ad esempio, la sicurezza della tecnologia utilizzata. Insieme alla riservatezza, infatti, la garanzia di un impianto tecnologico sicuro rappresenta, a parere del CESE, un elemento essenziale, data la natura sensibile delle udienze che si svolgono in tribunale.A ciò si aggiungono – – sostiene ancora il CESE –il rispetto delle regole in tema di protezione dei dati personali insieme alla sicurezza dei dati e dei sistemi coinvolti.

Una particolare attenzione, da parte del Comitato, è stata richiesta anche alle condizioni attuative del principio di “Open Justice”, al fine di garantire il rispetto del principio della giustizia aperta, sotto i profili della partecipazione, dell’osservazione e dell’accessibilità.

Ulteriore aspetto critico sollevato è stato quello relativo al “Digital Divide”. Per il Comitato, le scarse competenze digitali e un accesso limitato alla tecnologia, insieme a bassi livelli di alfabetizzazione e conoscenze giuridiche possono aumentare le barriere all’accesso ai servizi digitali e vanificare gli obiettivi perseguiti con la proposta di regolamento. Pertanto, nell’attuare le misure volte a digitalizzare la cooperazione giudiziaria occorrerà garantire l’accessibilità a tutti, in termini di tecnologie e interventi di sostegno, lasciando impregiudicata la possibilità per le persone fisiche e giuridiche di continuare a utilizzare il tradizionale sistema di comunicazione cartaceo.

In definitiva, gli strumenti di comunicazione digitale tra organi giurisdizionali e autorità competenti degli Stati membri  contribuiscono senza dubbio ad una migliore efficienza dei sistemi giudiziari riducendo ritardi e oneri amministrativi, accelerando lo scambio di informazioni tra autorità, aumentando la semplificazione e riducendo tempi e costi per la trattazione delle cause, in tal senso aumentando la competitività del sistema socio-economico.

 

Rapporteur

:Justice #Digitalisation to improve access & competitiveness is welcome, but w/ adequate safeguards on security & confidentiality & remedies for the digital, technological & educational divide! #EESCPlenary Read our opinion: europa.eu/!wrFXht