Cosa cambierà per la pubblica amministrazione con il patto per l’innovazione?

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Tutti i nodi da sciogliere nel patto per l’innovazione sulla Pubblica amministrazione. L’articolo di Alessandro Alongi, specializzato in Relazioni istituzionali e Diritto parlamentare presso l’Università Lumsa di Roma.

Lo scorso 10 marzo a Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il Ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta hanno siglato, insieme ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, il patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, l’accordo che riconosce alla Pubblica Amministrazione il ruolo centrale di motore di sviluppo e catalizzatore della prossima ripresa.

Secondo le intenzioni dei firmatari, il Patto si propone di disegnare un nuovo modello di coesione sociale, consolidando tale peculiarità e trasformandola in un valore fondante per uno Stato che vuole modernizzarsi mettendo al centro del rilancio il valore della persona e della partecipazione.

“Il Piano rappresenta – oltre che una novità – anche un’opportunità per il futuro della PA. La costruzione della nuova macchina pubblica, come traspare da tale accordo, deve fondarsi innanzitutto sull’ingresso di nuove generazioni di lavoratrici e lavoratori e su un’azione di modernizzazione costante, efficace e continua, anche in considerazione del percorso di transizione verso l’innovazione e la sostenibilità di tutte le attività pubbliche” commentano Fabio Petracci e Alberto Tarlao, componenti del Centro Studi Corrado Rossitto (centro studi e ricerca di CIU – Unionquadri) e attenti osservatori delle dinamiche del mondo del lavoro pubblico.

A fronte di un piano che ha indubbiamente il pregio di guardare al futuro, rimane però ancora qualche nodo da sciogliere, soprattutto nei confronti di una categoria – quella dei Quadri – che nel pubblico fatica ancora a trovare il giusto riconoscimento.

Il prospettato adeguamento della disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze in relazione ai cambiamenti organizzativi dell’innovazione digitale, sancita nel Piano, appare come un’occasione attraente per ristabilire il giusto ruolo di tutte quelle alte professionalità che, nel privato, trovano già adesso la loro naturale collocazione nel ruolo dei Quadri ma che, nel pubblico, non riescono ad essere correttamente integrate per mancanza (formale) di tale ruolo.

“Per ottenere la giusta valorizzazione delle alte professionalità anche nel ruolo pubblico, un’apertura in tal senso sembra emergere dalla necessità della rivisitazione dell’ordinamento professionale e della conseguente valorizzazione di specifiche professionalità non dirigenziali dotate di competenze e conoscenze specialistiche contenute nel Piano” osservano Petracci e Tarlao. “Si tratta, a nostro avviso, di un passaggio molto delicato per la contrattazione collettiva, che difficilmente rinuncerà al trattamento uniforme ed indifferenziato delle aree non dirigenziali, e che ha già visto l’accesa contrarietà del sindacato all’introduzione della Vice dirigenza. Per questo è richiesto lo sforzo (e il coraggio) di tutti i protagonisti della contrattazione – ARAN non esclusa – per introdurre una specifica previsione di figure di middle management in grado di assumere specifiche responsabilità organizzative e professionali”.

È probabile, dunque, che in tale contesto si possa avere necessità di avviare un confronto con chi, in questi anni, si è occupato di fornire assistenza e supporto alla categoria delle alte professionalità, tanto nel privato quanto nel pubblico. Un appello che, se dovesse giungere, non lascerà indifferente la CIU-Unionquadri, il sindacato maggiormente rappresentativo della categoria dei Quadri, presente al CNEL e al Comitato Economico e Sociale Europeo – CESE: “Il rapporto di lavoro pubblico, a differenza di quello privato, sconta la mancanza dei Quadri intermedi, figure oggi presenti “di fatto” ma difficilmente valorizzate. Tali professionalità, che oggi costituiscono parte strutturale del processo di cambiamento della P.A., risultano spesso sottoutilizzate se non addirittura ignorate, ed il cui contributo non sempre è riconosciuto e premiato in rapporto al reale livello operativo e di responsabilità. Il Piano, in questo senso, rappresenta il seme germinale di un percorso che ci auguriamo possa presto traguardare al riconoscimento e alla valorizzazione di questi lavoratori” ha concluso Gabriella Ancora, Presidente di Ciu-Unionquadri.

Vision for Recovery in MENA. Digital governance for more open, accessible and efficient public services – Video conferenza Zoom 31.03 ore 10-12

Segnalazione dal nostro Consigliere Scientifico CIU – Unionquadri – Prof. Maurizio Mensi.

L’intelligenza artificiale entra in ufficio (e i lavoratori escono dalla porta) – La minaccia per le professioni intellettuali viene dal futuro.

  • Formiche – L’intelligenza artificiale entra in ufficio (e i lavoratori escono dalla porta)
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  • LabParlamento – La minaccia per le professioni intellettuali viene dal futuro
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  • Il Mezzoggiorno – L’intelligenza artificiale entra in ufficio (e i lavoratori escono dalla porta)
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  • BizDigital – L’innovazione mette a rischio le professioni intellettuali: come intervenire?
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  • SPQRDaily.it – L’intelligenza artificiale entra in ufficio (e i lavoratori escono dalla porta)
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  • AgenParl –  – L’intelligenza artificiale entra in ufficio (e i lavoratori escono dalla porta)

 https://agenparl.eu/lintelligenza-artificiale-entra-in-ufficio-e-i-lavoratori-escono-dalla-porta/ 

L’intelligenza artificiale entra in ufficio (e i lavoratori escono dalla porta).

Suscitò clamore la notizia, ormai quattro anni fa, di una compagnia assicurativa giapponese (la Fukoku Mutual Life Insurance) che volle sostituire 34 suoi impiegati con un software in grado di fare lo stesso lavoro delle persone messe alla porta, con un risparmio annuo sugli stipendi di 1,1 milioni di dollari e un aumento della produttività del 30%.

 

Non va meglio nel mondo legale dove, sempre più studi legali, stanno sostituendo gli avvocati con macchine in grado di redigere atti utilizzando parole e concetti precedentemente già usate dai giudici assegnatari di quelle cause, così da incontrare il loro favore. Ma anche i giudici-robot sono ormai una realtà, almeno in Estonia dove, un pool di esperti, sta lavorando per creare un sistema di intelligenza artificiale in grado di svolgere la funzione di giudice per tutte quelle cause sino a 7.000 euro, liti di cosiddetta poca rilevanza giuridica, che notoriamente intasano le aule di tribunale.

 

Questi sono solo piccoli esempi premonitori di come l’umanità si avvicini sempre più al punto di non ritorno, con l’intelligenza artificiale capace di realizzare qualsiasi opera creativa, proprio come un essere umano. L’ultimo, in ordine di tempo, è quanto realizzato da Philip M. Parker, docente di Marketing presso la Business School INSEAD e ideatore di un software in grado di scrivere libri su qualsiasi argomento il lettore richieda. Già oggi – ma lo sarà molto più in futuro – il lettore potrà personalizzare la storia che vorrà leggere, decidendo il livello di approfondimento e, in men che non si dica, il computer tirerà fuori un testo scritto da un algoritmo addestrato a ciò.

 

Il mondo del lavoro si sta progressivamente trasformando, e con esso anche le professionalità intermedie e i professionisti intellettuali” ha dichiarato Gabriella Àncora, Presidente nazionale di CIU-Unionquadri, Confederazione sindacale presente al CNEL, che tutela i quadri nel settore privato e pubblico, ma anche i ricercatori, i professionisti dipendenti ed il mondo delle professioni intellettuali. “Se, da un lato, è presente la preoccupazione per la sostituzione uomo-macchina, soprattutto in quelle attività dove, istruendo a dovere l’algoritmo, questo è capace di creare contenuti rendendo superflua l’attività umana, dall’altro la tecnologia può dimostrarsi un valido alleato dell’attività professionale piuttosto che un competitor”. Utilizzando ad esempio lo sviluppo attuale della tecnologia è possibile per i professionisti, già oggi, rendere a distanza molteplici servizi. “Bisognerebbe quindi strutturale un dibattito sulla complementarità delle professioni di oggi con la tecnologia di domani”.

 

Se, da un lato, come osservato da Yochai Benkler, la grande diffusione dei mezzi necessari a produrre conoscenza e cultura (uno su tutti i computer, diventati sempre più economici, insieme all’indispensabile connessione alla rete) ha affrancato ogni cittadino dalla morsa dei pochi detentori della produzione e distribuzione dell’informazione, con tutti i vantaggi che da ciò ne sono derivati, dall’altro la stessa tecnologia ha permesso alle macchine di imparare velocemente attività umane maturate nel corso dei secoli.

 

Ma la tecnologia non potrà mai sostituire l’essere umano, come dimostrano le esperienze condotte da OpenAI sulle tecniche di “inganno” dell’Intelligenza artificiale nel riconoscimento automatico degli oggetti: è sufficiente appiccicare un post-it che rimanda al nome di una cosa diversa per far confondere l’algoritmo. Indicativo, a tal proposito, l’esperimento sviluppato dai ricercatori: se, ad esempio, una sega elettrica viene correttamente riconosciuta come tale da sola, se vi si disegna sopra il simbolo del dollaro (applicando semplicemente un foglietto con tale disegno) ecco che l’algoritmo identificherà un salvadanaio” ha continuato Gabriella Àncora.

 

In sintesi: Giornalisti, scrittori, medici, ricercatori, avvocati, docenti, queste le professioni che rischiano di vedersi sostituire dalla macchina – algoritmo e su cui il legislatore, nazionale o europeo, dovrà intervenire quanto prima per affermare ancora il primato delle risorse intellettuali.

 

Di Roberto Race – https://formiche.net/2021/03/lintelligenza-artificiale-entra-in-ufficio-e-i-lavoratori-escono-dalla-porta/

22 marzo 2021. Evoluzione delle Infrastrutture di Telecomunicazioni per il 5G e la Banda Ultralarga.

Evento organizzato dall’Ing. Giovanni Gasbarrone, Dirigente CIU e Presidente Commissione Telecomunicazioni istituita presso l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma.

 

Le infrastrutture larga banda sono essenziali per lo smart working, l’industria, la pubblica amministrazione e tutti i professionisti, quadri e ricercatori.

L’evento ha lo scopo di fornire una visione complessiva delle infrastrutture di telecomunicazioni per la digitalizzazione e modernizzazione della P.A., innovazione e competitività del sistema produttivo con industria 4.0, nei nuovi scenari dei processi produttivi e quindi sui nuovi paradigmi lavorativi.

Mercati verticali e Tlc sempre più integrati.

L’impatto su smart factory e smart working determinerà una svolta sui contratti e le relazioni industriali, le competenze digitali richieste porteranno ad una ridefinizione del ruolo dei Quadri nel futuro del lavoro che poggia sul concetto di formazione continua.

Tema della formazione continua per Quadri, Ricercatori e alte professionalità portato avanti da sempre dalla CIU – Unionquadri nelle sedi istituzionali al CNEL ed al CESE di Bruxelles di cui la CIU fa parte.

 

https://www.ording.roma.it/formazione/evento-formazione-foir?IdEvento=20367

 

Relazione 2020 del CNEL al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Amministrazioni pubbliche centrali e locali a cittadini e imprese.