AVVISO DI SELEZIONE PER 6 TIROCINI PER NEOLAUREATI PRESSO IL CNEL.
Presentazione candidature: 18 novembre – 06 dicembre 2024
Presentazione candidature: 18 novembre – 06 dicembre 2024
Accogliamo con favore gli orientamenti aggiornati sulle politiche per l’occupazione e raccomandiamo:
🔹 rafforzare il ruolo delle parti sociali attraverso il dialogo sociale e la contrattazione collettiva nelle riforme dell’occupazione e nell’elaborazione delle politiche;
🔹 aumentare l’offerta di manodopera e migliorare l’accesso a posti di lavoro di qualità;
🔹 politiche di inclusione più forti per promuovere le pari opportunità nell’occupazione e nello sviluppo della carriera;
🔹 rafforzare le competenze per le transizioni verde e digitale e garantire l’accesso a un apprendimento permanente di alta qualità.
Leggi tutto: europa.eu/!x7TDJT
🔍 Dati del Eurostat settembre 2024.
hashtag#SocialRights EU Employment & Skills
Si è svolta lunedì scorso, presso la Sala Verde di Palazzo Chigi, la riunione tra Governo e Sindacati sulla Legge di Bilancio 2025. Presenti, per la parte istituzionale, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano, il Vicepremier Antonio Tajani, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, il responsabile alla Sanità Orazio Schillaci, al MIMIT Adolfo Urso, al Lavoro e Politiche Sociali Maria Elvira Calderone. Presente anche la Ragioniera Generale dello Stato, Daria Perrotta.
Sono state convocate le principali sigle sindacali, tra cui CIU Unionquadri per l’approfondimento delle principali misure previste a tutela dei lavoratori, con particolare attenzione richiesta da CIU Unionquadri sul ruolo dei Quadri e delle alte Professionalità, componenti centrali della missione di CIU Unionquadri che li rappresenta al CNEL.
L’incontro è stato introdotto dalla Premier, che ha illustrato i punti qualificanti della Manovra evidenziando la volontà del Governo di dare un impulso a coesione e crescita nel quadro degli impegni assunti con l’Europa con il Piano Strutturale di Bilancio e il nuovo Patto di Stabilità. In particolare, la Presidente ha ricordato il peso del superbonus, che da solo nel 2025 sottrae alle casse dello Stato 38 miliardi, a cui se ne aggiungono 12 negoziati con l’Europa per la correzione del debito.
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato come le risorse siano state focalizzate sul lavoro, il sostegno ai redditi medio bassi, la riduzione della pressione fiscale, le politiche per la famiglia, prendendo atto delle richieste pervenute dai sindacati.
CIU Unionquadri ha confermato una valutazione complessivamente positiva, tuttavia con problematiche da migliorare. Le richieste di CIU Unionquadri hanno riguardato in particolare, a sostegno del ceto medio, la questione del taglio del cuneo fiscale, misura di grande impatto che auspica venga trasformata in una disposizione strutturale.
La riduzione della pressione fiscale è fondamentale per il ceto medio, un segmento spesso penalizzato dal sistema tributario attuale e si è chiesto che il Parlamento esplori ulteriori misure fiscali per alleviare la pressione sui lavoratori, estendendo detrazioni che non riguardano solo le famiglie numerose, ma anche quelle monogenitoriali. Un altro aspetto evidenziato è stato il principio, sancito dall’art 45 della Costituzione, della partecipazione dei lavoratori alla gestione aziendale, con l’introduzione di normative che favoriscano il coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni aziendali strategiche, contribuendo ad un clima lavorativo più collaborativo e meno conflittuale.
Riguardo la mobilità e gli incentivi per i Neoassunti si è chiesto di estendere tale agevolazione anche ai professionisti di fascia media che spesso si spostano per lavoro, con l’obbiettivo di sostenere le professionalità elevate che necessitano di mobilità geografica. È stata evidenziata l’importanza di promuovere la leadership femminile nelle aziende, anche tramite una maggiore flessibilità lavorativa e benefici per il work-life balance. Riguardo il pubblico impiego, sulla reintroduzione del limite al turn over al 75%, CIU Unionquadri ha evidenziato che tale disposizione rischia di rallentare l’ingresso delle giovani generazioni nel settore pubblico, in un momento in cui sarebbe cruciale favorire il rinnovamento ed il trasferimento di competenze. Contestualmente si è sostenuto la bontà delle misure per il mantenimento in servizio dei lavoratori fino a 70 anni, sottolineando l’importanza di consentire ai lavoratori di decidere liberamente il momento del pensionamento.
Sulla previdenza, il DDL, prevede il computo anche delle prestazioni erogabili dai fondi di previdenza complementare eventualmente attivati dal lavoratore subordinato per il raggiungimento del, valore soglia, utile al pensionamento anticipato. Si è preso atto con favore della disposizione proposta in quanto incentiva i lavoratori al versamento del trattamento di fine rapporto ai fondi di previdenza complementare.
L’incontro a Palazzo Chigi ha rappresentato una tappa fondamentale nel percorso di approvazione del Disegno di Legge Bilancio 2025, e CIU Unionquadri ha ribadito la propria posizione in difesa dei diritti dei lavoratori, con particolare attenzione ai Quadri e alle Alte Professionalità.
Si è svolta presso la Sala Verde di Palazzo Chigi la riunione tra Governo e Sindacati sulla Legge di Bilancio 2025. Presenti, per la parte istituzionale, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano, il Vicepremier Antonio Tajani, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, il responsabile alla Sanità Orazio Schillaci, al MIMIT Adolfo Urso, al Lavoro e Politiche Sociali Maria Elvira Calderone. Presente anche la Ragioniera Generale dello Stato, Daria Perrotta.
Sono state convocate le principali sigle sindacali, tra cui CIU Unionquadri per l’approfondimento delle principali misure previste a tutela dei lavoratori, con particolare attenzione richiesta da CIU Unionquadri sul ruolo dei Quadri e delle alte Professionalità, componenti centrali della missione di CIU Unionquadri che li rappresenta al CNEL.
L’incontro è stato introdotto dalla Premier, che ha illustrato i punti qualificanti della Manovra evidenziando la volontà del Governo di dare un impulso a coesione e crescita nel quadro degli impegni assunti con l’Europa con il Piano Strutturale di Bilancio e il nuovo Patto di Stabilità. In particolare, la Presidente ha ricordato il peso del superbonus, che da solo nel 2025 sottrae alle casse dello Stato 38 miliardi, a cui se ne aggiungono 12 negoziati con l’Europa per la correzione del debito.
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato come le risorse siano state focalizzate sul lavoro, il sostegno ai redditi medio bassi, la riduzione della pressione fiscale, le politiche per la famiglia, prendendo atto delle richieste pervenute dai sindacati.
CIU Unionquadri ha confermato una valutazione complessivamente positiva, tuttavia con problematiche da migliorare.
Le richieste di CIU Unionquadri hanno riguardato in particolare, a sostegno del ceto medio, la questione del taglio del cuneo fiscale, misura di grande impatto che auspica venga trasformata in una disposizione strutturale.
La riduzione della pressione fiscale è fondamentale per il ceto medio, un segmento spesso penalizzato dal sistema tributario attuale e si è chiesto che il Parlamento esplori ulteriori misure fiscali per alleviare la pressione sui lavoratori, estendendo detrazioni che non riguardano solo le famiglie numerose, ma anche quelle monogenitoriali.
Un altro aspetto evidenziato è stato il principio, sancito dall’art 45 della Costituzione, della partecipazione dei lavoratori alla gestione aziendale, con l’introduzione di normative che favoriscano il coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni aziendali strategiche, contribuendo ad un clima lavorativo più collaborativo e meno conflittuale.
Riguardo la mobilità e gli incentivi per i Neoassunti si è chiesto di estendere tale agevolazione anche ai professionisti di fascia media che spesso si spostano per lavoro, con l’obbiettivo di sostenere le professionalità elevate che necessitano di mobilità geografica.
È stata evidenziata l’importanza di promuovere la leadership femminile nelle aziende, anche tramite una maggiore flessibilità lavorativa e benefici per il work-life balance.
Riguardo il pubblico impiego, sulla reintroduzione del limite al turn over al 75%, CIU Unionquadri ha evidenziato che tale disposizione rischia di rallentare l’ingresso delle giovani generazioni nel settore pubblico, in un momento in cui sarebbe cruciale favorire il rinnovamento ed il trasferimento di competenze. Contestualmente si è sostenuto la bontà delle misure per il mantenimento in servizio dei lavoratori fino a 70 anni, sottolineando l’importanza di consentire ai lavoratori di decidere liberamente il momento del pensionamento.
Sulla previdenza, il DDL, prevede il computo anche delle prestazioni erogabili dai fondi di previdenza complementare eventualmente attivati dal lavoratore subordinato per il raggiungimento del, valore soglia, utile al pensionamento anticipato.
Si è preso atto con favore della disposizione proposta in quanto incentiva i lavoratori al versamento del trattamento di fine rapporto ai fondi di previdenza complementare.
L’incontro a Palazzo Chigi ha rappresentato una tappa fondamentale nel percorso di approvazione del Disegno di Legge Bilancio 2025 e CIU Unionquadri ha ribadito la propria posizione in difesa dei diritti dei lavoratori, con particolare attenzione ai Quadri e alle Alte Professionalità.
La CIU Unionquadri parteciperà, su invito del Sottosegretario di Stato, Dott. Alfredo Mantovano, a un incontro con il Presidente del Consiglio dei ministri e una delegazione governativa sul disegno di legge di bilancio, che si svolgerà a Palazzo Chigi, lunedì 11 novembre 2024, alle ore 9.00.
Con il DL n.80/2021, sono state ampliate le modalità di ricorso alle progressioni verticali tra aree professionali nell’ambito del pubblico impiego.
E’ stata infatti attribuita amplia delega alla contrattazione collettiva per attuare progressioni verticali interne nell’ambito dell’inquadramento nella pubblica amministrazione, basate sulla valutazione di precisi criteri meritocratici indicati dalla legge – dl 80/2021- che è andata a modificare l’articolo 52 del DLGS 165/2001 stabilendo al comma 1 bis di quest’ultima disposizione di legge che: “le progressioni all’interno della stessa area avvengono, con modalità stabilite dalla contrattazione collettiva, in funzione delle capacità culturali e professionali e dell’esperienza maturata e secondo principi di selettività, in funzione della qualità dell’attività svolta e dei risultati conseguiti, attraverso l’attribuzione di fasce di merito. Fatta salva una riserva di almeno il 50 per cento delle posizioni disponibili destinata all’accesso dall’esterno, le progressioni fra le aree e, negli enti locali, anche fra qualifiche diverse, avvengono pertanto per il tramite procedura comparativa basata sulla valutazione positiva conseguita dal dipendente negli ultimi tre anni in servizio, sull’assenza di provvedimenti disciplinari, sul possesso di titoli o competenze professionali ovvero di studio ulteriori rispetto a quelli previsti per l’accesso all’area dall’esterno, nonché sul numero e sulla tipologia de gli incarichi rivestiti.”
Dunque le nuove progressioni verticali si realizzeranno attraverso procedure comparative che almeno in parte si discostano dalle procedure concorsuali.
Ciò, diversamente dai rigidi limiti imposti dal DLGS 150/2009, il quale consentiva le procedure di progressione verticale esclusivamente tramite l’espletamento di procedure concorsuali e con la riserva del 50% dei posti al personale interno.
Per quanto riguarda quest’ultimo limite, il TAR Sicilia con la sentenza 2406/2023 ha ritenuto che successivamente all’introduzione dell’articolo 52 bis del DLGS 165/2001 non sussiste obbligo alcuno di riserva in capo all’amministrazione nell’effettuare le progressioni verticali.
Quindi, se ne deduce che non si impone all’amministrazione di attuare una contestuale procedura concorsuale, ma di attuare nella misura del 50% altrettante procedure di assunzione per il personale esterno che può avvenire tramite concorso, ma anche mediante scorrimento delle graduatorie o mobilità volontaria nell’ambito della programmazione triennale delle assunzioni.
Diversi pareri dell’ARAN hanno ammesso la possibilità per gli enti, almeno nell’ambito della procedura transitoria sino al 31 dicembre 2025, di prevedere l’espletamento di un colloquio finalizzato ad accertare le competenze professionali (parere protocollo n.5318/2023).
Resta quindi da verificare, meglio puntualizzando la differenza tra procedura comparativa e procedura concorsuale, la sussistenza, in caso di controversia, della giurisdizione del giudice ordinario o di quello amministrativo.
Di recente, i giudici amministrativi hanno ribadito che anche nel caso di procedure per la progressione verticale permane la giurisdizione del giudice amministrativo.
In proposito, il TAR Lazio Sezione Roma con la sentenza n.10265/2023 ha stabilito la propria giurisdizione sul presupposto per cui nelle progressioni verticali le selezioni riservate ai dipendenti interni si considerano come rivolte all’assunzione, in quanto il passaggio ad aree qualitativamente diverse comporterebbe una novazione del rapporto di lavoro equiparabile ad una assunzione con conseguente giurisdizione giudice amministrativo.
Il TAR Lazio nel pronunciarsi in merito richiama la sentenza 8985/2018 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, che ebbero però a pronunciarsi prima dell’entrata in vigore del DL 80/2021.
Quest’ultima pronuncia delle Sezioni Unite in tema di giurisdizione aveva già affermato il concetto in base al quale per “procedure concorsuali di assunzione” – attribuite alla giurisdizione del giudice amministrativo, perché ascritte al diritto pubblico ed all’attività autoritativa dell’amministrazione – si intendono non soltanto quelle preordinate alla costituzione ex novo dei rapporti di lavoro (come le procedure aperte a candidati esterni, ancorché vi partecipino soggetti già dipendenti pubblici), ma anche i procedimenti concorsuali interni, destinati a consentire l’inquadramento dei dipendenti in “aree” funzionali o categorie più elevate, con “novazione oggettiva” dei rapporti di lavoro (Cass., Sez. un., 26 marzo 2014, n. 7171; Cass., Sez. un., 20 dicembre 2016, n. 26270; Cass., Sez. un., 9 aprile 2010, n. 8424 e n. 8425);
In pratica di fronte al sicuro mutamento della procedura di accesso alla progressione verticale, non muta la giurisdizione in quanto quest’ultima non è tanto legata alla natura della procedura selettiva che può essere o meno concorsuale, ma all’esito della stessa finalizzato all’accesso in un nuovo contesto lavorativo equivalente ad una nuova assunzione.
Di conseguenza, qualora insorgano contenziosi in merito alle selezioni per le progressioni verticali, il giudice da adire, dovrebbe essere, salvo mutamenti degli orientamenti giurisprudenziali, il giudice amministrativo.
Fabio Petracci
CIU UNIONQUADRI, Associazione Sindacale interessata alle figure medio – alte di lavoratori ed alla tutela della loro professionalità, affronta il tema dell’HSE Manager.
Trattasi di una figura che riveste una grande importanza all’interno dell’azienda ed è una figura emergente nel campo della sicurezza.
La funzione professionale dell’HSE Manager è definita in modo chiaro nel 2018 con la norma UNI 11720.
Questa figura si occupa in ambito aziendale principalmente di salute, sicurezza, ambiente. La norma UNI 11720 cui si è fatto prima riferimento descrive in maniera dettagliata i compiti dell’HSE.
La sigla HSE significa “Health, safety, enviroment”, quindi salute, sicurezza, ambiente.
Potremmo quindi definirlo come un soggetto professionale la cui competenza va oltre la mera sicurezza sul lavoro intesa in senso strettamente tecnico per involgere la sicurezza dell’intera produzione e dell’ambiente.
In concreto, l’HSE Manager si occupa di progettazione, coordinamento, consulenza, supporto tecnico gestionale.
In particolare, la normativa UNI 11720 della Comunità Europea distingue due differenti profili di HSE Manager:
Tale figura professionale, il cui ruolo sarà anche rapportato alle dimensioni dell’azienda pur non essendo regolamentata a livello di ordine professionale, concretizza a livello legale e contrattuale la declaratoria di quadro ex articolo 2095 del codice civile e ben può organizzarsi in proprie associazioni professionali che ne tutelino ed attestino la professionalità.
CIU UNIONQUADRI, sindacato delle professionalità medio – alte nota come le nuove figure di lavoratori – professionisti che vanno emergendo nell’ambito del controllo aziendale e delle finalità etico – sociali delle imprese, anche inserite nell’abito delle obbligazioni che attengono al lavoro dipendente, assumano una posizione biunivoca nei confronti del datore di lavoro quali collaboratori, ma anche tutori di un interesse pubblico e, quindi, come il loro rapporto di lavoro assuma aspetti contrattuali di cui la normativa legale e contrattuale dovrà tenere conto.
Fabio Petracci
Una confederazione sindacale specifica dei quadri (CFE-CGC)
Il 15 ottobre 1944 venne creata a Parigi la Confederazione Generale dei Quadri, i cui statuti furono in realtà depositati nel 1937, con la “missione originaria di incarnare il sindacalismo specifico del personale dirigente, di assicurarne la rappresentanza e di “essere custode delle proprie unità’.
La difficile ricerca di una voce sindacale per i dipendenti in posizioni apicali
La ricerca di un percorso sindacale specifico per i quadri non era nuova in Francia, ma si realizzerà gradualmente. Da un lato, i “quadri” si trovano intrappolati tra la rappresentanza dei lavoratori – le prime grandi confederazioni, CGT, CFTC, infatti, privilegiano l’appartenenza alla classe degli operai e integrano solo marginalmente quelli apicali – e la rappresentanza dei datori di lavoro che, dall’altro livello, si sforza di catturare il quadro attraverso un’organizzazione gerarchica. D’altro canto, l’identità “manageriale” stenta a costruirsi, testimoniato, al contrario, dal moltiplicarsi delle strutture sindacali specifiche di ingegneri, tecnici e quadri. Il movimento ebbe inizio alla fine del XIX secolo, in particolare con l’Union Syndicale des Engineers Catholiques (1995), per poi accelerare negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale e fino alla vigilia della Seconda: le tre grandi componenti presto confluirono nella nuova confederazione, ovvero la Federazione dei sindacati degli ingegneri (FNSI), la Confederazione generale dei quadri economici (CGCE), il Gruppo sindacale dei laureati (CSCD), furono tutte e tre create nel 1937. Sciolte dal regime di Vichy, le tre strutture dapprima si riunirono nel 1944 nel Comitato d’Azione Sindacale degli Ingegneri e dei Quadri (CASIC).
Il credo della negoziazione
I due filo conduttore del nuovo istituto professionale per la tutela dei lavoratori sono, da un lato, la difesa e la promozione di un’identità comune per ingegneri e quadri; quanto alla modalità di azione, essa si inserisce in una logica di negoziazione e di sostegno alle dinamiche aziendali. Pertanto, il suo statuto specifica che “la missione della confederazione è quella di esprimere e difendere gli interessi materiali e morali del personale quadro e, al di là degli aspetti di protesta di questa missione, di essere una forza di proposta in tutti i settori dell’azione sindacale” e il suo attaccamento ad “un’azione concertata che, partendo dalla diversità degli interessi e delle opinioni delle donne e degli uomini, tenderà a costruire per loro un mondo di libertà, giustizia e prosperità”.
La legittimità del progetto è supportata dal crescente peso demografico dei quadri nell’economia nazionale, nonché dal riconoscimento dello status professionale dei dirigenti da parte del Governo Provvisorio della Repubblica (1945). Se il rapporto di fiducia tra i poteri pubblici e il giovane centro sindacale non è esente da disaccordi, quest’ultimo ottiene il riconoscimento di un quadro specifico in relazione al sistema di previdenza sociale creato dall’ordinanza del 19 ottobre 1945: quindi un pensionamento congiunto autonomo (AGIRC), negoziata con il Consiglio nazionale dei datori di lavoro francesi (CNPF) e la CFTC (accordo del 14 marzo 1947). D’altro canto, occorrerà una forte mobilitazione affinché lo Stato riconosca parzialmente la rappresentatività della confederazione dei quadri del 1946. Questo periodo vide l’emergere di potenziali concorrenti affiliati ai grandi centri sindacali esistenti (CGT-UGICT, CFTC-UGICA), in via costitutiva (FO-UCI). Tuttavia, non riusciranno a minare una posizione di leadership acquisita negli anni ’60, confermata nel 1966 dalla concessione della “presunzione inconfutabile di rappresentatività”, poi dalla presenza attorno al tavolo degli accordi Grenelle, e su altro piano attraverso la creazione dell’APEC (1966) nel quadro di un accordo con le organizzazioni dei datori di lavoro.
Nel 1981, in seguito ai cambiamenti demografici socio-economici, venne ribattezzata Confédération de l’cadre-Confédération général des cadres (CFE-CGC), aprendo così il suo ambito categorico più ampiamente alle “classi medie”.
L’organizzazione interprofessionale rappresentativa della CFE-CGC
Dalla sua creazione, la CFE-CGC è stata guidata da 9 presidenti, che sono anche portavoce della confederazione, il primo dei quali è stato Jean Ducros (1906-1955, mandato dal 1944 al 1956). Dal 2016 questa funzione è svolta da François Hommeril. Molti di loro sono stati anche in precedenza segretari generali dell’organizzazione, come André Malterre (1909-1975, mandati dal 1950 al 1956, poi dal 1956 al 1975), Jean Menu (1921-1987, mandati successivi dal 1973 al 1975 poi dal 1979 al 1984), Marc Vilbenoît (mandati successivi dal 1984 al 1993, poi dal 1993 al 1999), Carole Couvert (mandati successivi dal 2009 al 2013, poi dal 2013 al 2016). L’attuale segretario generale è Marc Giffard responsabile dell’animazione e dello sviluppo nonché delle missioni delegate dal presidente. Entrambi fanno parte dell’ufficio nazionale (10 membri) che compone, con i delegati nazionali (10), l’esecutivo confederale ratificato dal congresso, organo sovrano (ogni 3 anni), integrato dal comitato confederale (membri ratificati anche dal congresso), a sua volta integrato da un comitato direttivo (guidato dal presidente). Il funzionamento della Confederazione si basa anche su due organi tecnici (controllo finanziario, consiglio giurisdizionale)
La CFE-CGC rivendica 170.000 membri (2016). Riunisce 27 federazioni, 18 UR, 97 UD, 200 UL e 230 sindacati. È una delle organizzazioni sindacali rappresentative dei dipendenti a livello interprofessionale e ha un posto nell’HCDS. Nella misurazione dell’audience sindacale del 2017 corrispondente alle elezioni professionali nelle aziende (CE, delegati del personale) e nelle Camere dell’agricoltura, a FO sono stati accreditati 560.618 voti e il 10,70% di audience, ovvero 83mila suffraganee in più rispetto al 2013 e un aumento dell’audience di 1,2%. Durante il ballottaggio della Camera dell’agricoltura del 2019, la confederazione ha ottenuto il 13,2% dei voti dei dipendenti agricoli contro il 19% dei voti dei dipendenti del gruppo, un risultato superiore a quello del 2013, in particolare nel collegio dei dipendenti agricoli. Nel 2020 è il 2° sindacato dei dipendenti in udienza, con il 27,3% dei voti, alle elezioni dei delegati della Mutualité sociale agricole.
Nel 2021 è la 4a confederazione interprofessionale dei dipendenti con una platea dell’11,92%, autorizzata a firmare un numero molto elevato di contratti collettivi e non solo quelli specifici del management.