CORONAVIRUS, “LA RIPARTENZA NASCE DAL SUPERAMENTO DEI GAP DEL PAESE”
“Serve un ‘progetto Paese’ che proietti l’Italia verso il nuovo scenario socio-economico-politico che si sta delineando, che sarà diverso da quello che abbiamo conosciuto fino a prima della pandemia. Non basteranno le misure tampone adottate per arginare le ricadute economiche negative della crisi sulle diverse categorie sociali, economiche e produttive.Le Parti sociali sono pronte a fornire al Parlamento e al Governo il loro sostegno in termini di proposte ed idee, sia per la fase della più acuta dell’emergenza, sia nella programmazione della fase immediatamente successiva di graduale riapertura. La ripartenza deve costituire l’occasione per ragionare sui nodi critici del Paese, disegnando il modello di sviluppo e ripensando al valore dei servizi pubblici essenziali. Le azioni che si mettono in campo per gestire l’emergenza condizioneranno il modo in cui ne usciremo. L’uso delle tecnologie digitali, quelle dell’informazione e della comunicazione si stanno rivelando strategici. Non possiamo più ignorarlo. Siamo al limite del lockdown sostenibile per l’economia”.
È il messaggio emerso all’unanimità dall’Assemblea del CNEL che si è riunita ieri, 8 aprile, in videoconferenza, approvando lo stress test.
“Nei prossimi mesi e per tutto il 2021, dunque, il nostro Paese avrà davanti un’opportunità unica per provare a colmare alcuni gap strutturali storici che sono emersi in tutta la loro urgenza durante l’emergenza sanitaria. La sanità, la scuola, l’infrastruttura digitale e il welfare, hanno mostrato limiti enormi legati al loro mancato adeguamento al contesto attuale. La semplificazione amministrativa è un elemento essenziale per un’azione rapida a supporto delle misure adottate durante la fase emergenziale. La prossima emergenza che si verificherà non potrà trovare il nostro Paese impreparato. Dobbiamo imparare a convivere con regole che rendano compatibile l’emergenza sanitaria con quella economica – aggiunge il presidente Tiziano Treu – Dobbiamo incalzare l’Europa perché persegua la strada degli eurobond, in alternativa, saremo legati a regole intergovernative basate su un quadro di grande incertezza e, allora, il problema oltre che economico e sociale può effettivamente diventare anche politico”.
Le azioni che si metteranno in campo nelle prossime settimane per far ripartire gradualmente il Paese dopo il lungo lockdown disegneranno l’Italia dei prossimi 10 anni.
“L’assenza di una posizione unitaria e l’incapacità di prendere decisioni sui grandi problemi economici e sociali e di solidarietà rischia di compromettere il grande progetto europeo. Occorre trovare nuovi spazi comuni e superare l’assetto attuale di una costruzione intergovernativa che vede, da un lato, una sovranità monetaria e, dall’altro, la libertà per gli Stati di accedere individualmente a politiche economiche e di sviluppo, fiscali e industriali”, sottolinea il vicepresidente Elio Catania.
“Abbiamo davanti lo spettro della recessione e della crisi sociale. Bisogna prefigurare una ripartenza nel più breve tempo possibile che affronti i grandi nodi strutturali del sistema Paese lavorando ad un nuovo modello di sviluppo e affrontando la crisi industriale. Sulla sanità e il valore dei servizi pubblici centrale è importante il ruolo dello Stato. Alcune scelte vanno riviste. Non dobbiamo dimenticare le sfide economiche che ci attendono già in questa fase di emergenza”, rileva la vicepresidente Gianna Fracassi.
“Il decreto Liquidità appena approvato dal Governo appare un passo importante nella giusta direzione della tutela del sistema produttivo e della stabilità finanziaria delle imprese e delle banche. Ma il problema centrale sta nella velocità di attuazione delle misure: rapidità di attuazione delle decisioni e snellimento delle procedure amministrative sono le due variabili cruciali perché non si vanifichi l’efficacia delle misure, scongiurando una crisi sociale devastante che comprometta la tenuta dell’assetto democratico del Paese”, conclude il CNEL.
Articolo del Prof. Carlo Andrea Bollino – Membro del Comitato Scientifico CIU – Unionquadri.

The way thy left the meeting is like a truce at checkers in the double corner: no one can win, without killing Europe forever. The two positions are very simple to describe.
DECRETO IMPRESE: LIQUIDITÀ INSUFFICIENTE.
CIU Unionquadri – Confederazione Italiana di Unione delle Professioni Intellettuali – chiede contributi a fondo perduto sul Made in Italy e diventa punto operativo per le domande.
Una liquidità che aiuta a contenere la mancata produttività e reddittività delle piccole e micro imprese, delle partite iva, ma che, da sola, non può essere sufficiente.
Come Confederazione CIU siamo operativi su tutto il territorio nazionale a supporto di chi vorrà accedere al contributo messo in campo dal Governo.
Tutto questo in collaborazione con la Confederazione AEPI e il partner Mikro Kapital, quale ente erogatore del finanziamento.
Sono risorse importanti che prevedono immediatamente 200 miliardi di euro per il mercato interno e altrettanti per l’export.
Contestualmente, però, occorre avviare la ripresa e pensare alla riapertura del mondo economico produttivo, con un programma mirato.
Prestiti fino a 25.000 euro a garanzia pubblica.
CIU intanto, è pronta ad essere un punto di riferimento per le imprese: previsto un servizio gratuito per l’istruttoria della pratica e la presentazione della domanda a tutte le partite iva e imprese associate al sistema confederale.
Gli interessati potranno contattare tramite email segreteria@ciuonline.it il Dott. Francesco Riva – Consigliere CNEL e Responsabile Nazionale Dipartimento Sanità CIU – Unionquadri.
SOSTEGNO AL REDDITO: RISCHIO ESCLUSIONE PER MOLTE IMPRESE ARTIGIANE. LE RISORSE DEL GOVERNO VANNO SVINCOLATE DALL’ISCRIZIONE AL FONDO DI SOLIDARIETA’ PER L’ARTIGIANATO.
«Una procedura in palese violazione con le disposizioni del decreto legge n.18 del 17/03/2020».
Dura presa di posizione della Confederazione Sindacale CIU – Unionquadri insieme a Unilavoro PMI, Confederazione AEPI (Associazione Europea dei Professionisti e delle Imprese) e Federdat, nei confronti dell’errata interpretazione di quanto stabilito con il provvedimento del Governo.
Nel mirino l’Fsba, il Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato. I firmatari si rivolgono direttamente al presidente dell’Inps Pasquale Tridico e, per conoscenza, al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo per una richiesta d’intervento.
Il Presidente CIU, Gabriella Ancora, spiega: “alle aziende è chiesto di sottoscrivere obbligatoriamente un accordo sindacale per accedere all’assegno covid-19 e tutto questo è in violazione con il decreto stesso; il Fondo dovrebbe essere un semplice canale per la distribuzione di questi aiuti economici.
Di fatto, un comunicato ufficiale del Fondo comunica che le Aziende artigiane dovranno invece versare fino a 36 mensilità arretrate, concedendo solo una rateizzazione di questi pagamenti, altrimenti le stesse non potranno accedere alle risorse per la cassa integrazione. Richiesta illegittima considerando che si tratta di soldi pubblici: l’assegno spetta a tutte le imprese artigiane e non solo quelle iscritte. Consideriamo oltretutto che in alcuni casi le mensilità potranno ammontare anche a qualche migliaia di euro; il pagamento di queste somme in questo momento annullerebbe il sostegno stesso”.
Da qui la richiesta all’INPS di un ulteriore chiarimento.
“Lavoratori allo stremo si sono rivolti a noi. Ribadiamo che non sono soldi del Fondo e pertanto una gestione che obblighi le aziende a iscriversi o versare contributi non è accettabile.
L’accesso deve essere allargato all’intera categoria, cuore economico di questo Paese, in caso contrario migliaia di realtà artigiane rischiano di dover rinunciare a questo strumento messo a disposizione dal Governo per la grave situazione di crisi legata all’emergenza Covid-19.
Aspettiamo un intervento istituzionale urgente”.
ADESIONE DEL C.O.C.I. ALLA CIU.
Il C.O.C.I. – Cenacolo Odontostomatologico Centro Italia nato con lo scopo di sviluppare iniziative scientifico – culturali capaci di riflettere lo stato concreto dell’evoluzione dell’odontoiatria ha aderito alla Confederazione CIU – Unionquadri.
Il Presidente del C.O.C.I. – Dott. Francesco Riva componente della Giunta Esecutiva Confederale CIU, Responsabile Nazionale del Dipartimento CIU Sanità è stato nominato, con decreto del Consiglio dei Ministri ratificato con D.P.R. in data 27 gennaio 2020 dalla Presidenza della Repubblica, Consigliere in rappresentanza della CIU nel CNEL – Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.
Il dott. Riva in rappresentanza della CIU sta portando al CNEL progetti e iniziative in favore dei medici odontoiatri e di tutte le categorie rappresentate dalla Confederazione CIU – Unionquadri.
I professionisti odontoiatri, medici e rappresentanti della filiera odontoiatrica possono iscriversi alla Confederazione CIU tramite il modulo che si può trovare online all’indirizzo http://www.ciuonline.it/schede-di-adesione/ (cliccare Liberi Professionisti o Aziende), la scheda di adesione compilata deve essere inviata alla email segreteria@ciuonline.it .
L’iscrizione per il 2020 viene offerta dal Cenacolo Odontostomatologico Centro Italia; l’iscrizione non comporta nessun impegno di conferma per il 2021.
Tutte le informazioni relative all’iscrizione, alla quota di adesione o altro possono essere richieste tramite e.mail all’indirizzo segreteria@ciuonline.it .
Per conoscere la CIU potete consultare il sito: www.ciuonline.it .