Nella riunione del 29 ottobre 2018 si sono svolti i lavori del Gruppo di Studio della Sezione Trasporti, energia, infrastrutture e società dell’informazione – TEN del CESE a cui è stato affidato il compito di produrre il Parere in merito al progetto ITER per la costruzione di un prototipo da 500 MW dimostrativo della possibilità di utilizzo dell’energia da fusione nucleare su scala industriale. I lavori sono stati presieduti dal Presidente CIU Tommaso di Fazio.
Il Parere che verrà fornito alla Commissione Europea rileva l’importanza del progetto per la realizzazione di ITER (International Termonuclear Experimental Reactor) che non riguarda solo l’Europa, che ha ruolo di leader attraverso Euratom, ma partecipano in parti uguali anche Stati Uniti, Russia, Giappone, Cina, Corea del Sud e India. Lo stanziamento previsto, nell’ambito del quadro finanziario pluriennale della UE per il periodo 2021 – 2027, è di 6,07 miliardi di euro.
Il reattore sperimentale ITER, ubicato in Francia a Cadarache, località tra Marsiglia e Lione, segue il progetto preliminare Joint European Torus (JET) istallato a Culham, nel Regno Unito, vicino Oxford, per l’attivazione e studio, in impianto prototipo, del plasma che costituirà il “core” del reattore nucleare e raggiungerà temperature di milioni di gradi Celsius.
La realizzazione del prototipo sperimentale ITER a fusione nucleare, su scala industriale, presenta grandi rischi per la effettiva realizzazione, rischi legati alla ricerca di stabili soluzioni e materiali, capaci di resistere alle elevatissime temperature, mentre non presenta rischi per la salute dell’uomo, oggi salvaguardati delle copiose norme seguite per tutte le costruzioni dei reattori nucleari nel mondo. Inoltre la fattibilità di ITER, prevista al 2025 come prima tappa di accensione del plasma, al 2035 per il funzionamento del prototipo da 500 MW, e al 2045 per la sua implementazione, mostrerebbe la potenzialità della fonte di energia che è interamente ecologica, perché praticamente priva di scorie nucleari, ed è ampiamente ecosostenibile (rinnovabile) perché i componenti deuterio e trizio sono abbondantissimi in natura e facilmente estraibili, e in pratica rigenerati nel processo.
Il Presidente CIU, Ing. Tommaso di Fazio, ha in modo particolare voluto inserire nel parere l’importanza dell’Unione Europea che mostra la sua integralità nell’attuazione del progetto, non altrimenti possibile da parte dei singoli paesi, né possibile a livello planetario anche solo dall’Europa.
Inoltre nel parere il Presidente Di Fazio ha tenuto a sottolineare l’importanza di comunicare a tutti i cittadini europei sia il progetto sia i suoi risultati che sono attesi dall’ingente sforzo compiuto dalla ricerca internazionale e dall’industria, solo in Europa con importanti ricadute per circa tre miliardi nel periodo 2021-2027 anche per le PMI e il lavoro.