SI È RIUNITA A ROMA L’ASSEMBLEA NAZIONALE CIU.

SI È RIUNITA A ROMA L’ASSEMBLEA NAZIONALE CIU
PER IL MERCATO DEL LAVORO DELLE ELEVATE PROFESSIONALITÀ TRASVERSALITÀ TRA LAVORO DIPENDENTE E INDIPENDENTE

BENE AL PREMIER LETTA CHE APRE SULLA PARTECIPAZIONE DEI DIPENDENTI NEI C.d.A.

Si è riunita oggi a Roma, presso la Sede Centrale di Via A. Gramsci, l’Assemblea Nazionale CIU che propone al nuovo Governo di mettere in agenda, tra le riforme, uno specifico mercato del lavoro delle elevate professionalità, sul modello europeo, per favorire l’occupabilità ed il passaggio trasversale tra lavoro dipendente e indipendente nonché tra i diversi settori produttivi e dei servizi. Ancora un mercato che incentivi l’eventuale scelta del lavoratore verso l’autoimprenditorialità per chi vuole iniziare una nuova esperienza lavorativa. Ciò al fine di assicurare l’occupabilità e la mobilità professionale, ovvero il superamento degli attuali steccati in cui sono chiuse le professioni intellettuali, affinché acquistino un nuovo peso sociale  e politico.
 “Guardando al futuro della specificità che rappresentiamo” – ha dichiarato Corrado Rossitto Presidente Nazionale CIU – “chiediamo al Governo una legge che riformi e renda obbligatoria la formazione continua in modo da metterla alla base di ogni politica per l’occupabilità e la riconversione professionale delle elevate professionalità”.
L’Assemblea ha registrato con soddisfazione l’intenzione del Governo di aprire alla partecipazione dei dipendenti alla gestione dell’azienda sul modello tedesco della cogestione. La CIU, sulla scorta anche dei precedenti Europei sul tema, propone da tempo l’adozione di tale modello dove, peraltro, il middle management riveste un ruolo chiave di intermediazione tra direzione e lavoratori. In tal senso va approvato quanto anticipato da Poste Italiane S.p.A.
“La partecipazione dei lavoratori sia alle scelte dell’azienda sia all’azionariato” – ha concluso Rossitto – “è il primo passo verso l’abbandono definitivo della conflittualità, che ha sinora contraddistinto le relazioni industriali, onde lasciare spazio finalmente a modelli collaborativi di ‘cogestione’ per l’aumento della produttività e della competitività”.