Il sistema previdenziale italiano alla prova delle giovani generazioni.
Si è svolto sabato scorso a Bari il 3° Congresso nazionale della CONFIL, la Confederazione Italiana Lavoratori, organismo associato CIU Unionquadri, Confederazione presente al CNEL dal 1989.
Molti i rappresentati delle Istituzioni ed esperti della materia: il viceministro Francesco Paolo Sisto, il sottosegretario Claudio Durigon, il prof. Nicola De Marinis Magistrato della Suprema Corte di Cassazione, la Presidente del CIU-Unionquadri Gabriella Ancora, il prof. Gianni Geroldi già Professore Ordinario all’Università di Parma di Economia Pubblica, il senatore Filippo Melchiorre, l’on. Vito De Palma, l’on. Davide Bellomo, l’on. Marco Lacarra, ed Antonio Barile già Presidente Nazionale del Patronato INAC.
Tra i diversi punti affrontati dai qualificati relatori, uno su tutti ha catalizzato l’attenzione e suscitato profonde riflessioni, ovvero la problematica che coinvolge i giovani lavoratori di oggi, il cui futuro previdenziale è sempre più denso di nubi, a causa soprattutto del frastagliato mercato del lavoro, cosa che costringe le giovani generazioni a carriere discontinue e intermittenti e, di conseguenza, pensioni future esigue, frutto di “buchi” previdenziali dovuti a periodi di inattività professionale.
In questi giorni, proprio alla Camera, si sta ragionando sulla possibilità di tassare i profitti generati dalle tech companies, così da destinare nuove entrate proprio per coprire tali lacune previdenziali, in considerazione del fatto che sono gli stessi giovani che alimentano quotidianamente le piattaforme digitali con foto, video e contenuti che spesso superano i milioni di visualizzatori, ma che non generano nessun ricavo per sostenere il loro futuro.
“Auspichiamo che il 2023 sia l’anno in cui si dica – Basta precariato” – ha affermato Luigi Minoia, Coordinatore organizzativo nazionale CONFIL – “Questo vuol dire cancellare forme di lavoro che negano la dignità delle persone nelle imprese e nei luoghi di lavoro pubblici dove bisogna stabilizzare milioni di lavoratrici e lavoratori precari. Un futuro dignitoso per i giovani deve prevedere un inserimento nel modo del lavoro finalizzato alla stabilità occupazionale, condizionando anche i finanziamenti e le agevolazioni pubbliche delle imprese alla stabilità del lavoro, per superare l’attuale situazione in cui si può essere poveri anche lavorando. La lotta alla precarietà e al lavoro povero è stata carta identità del nostro sindacato negli anni scorsi. Tutela e crescita dei salari significa anche contrastare la beffa degli aumenti irrisori previsti dai contratti nazionali”.
Auspicio pienamente condiviso dalla Presidente CIU Unionquadri, Gabriella Ancora – “I giovani sono sempre stati priorità per la nostra Confederazione nella speranza che i programmi Europei Next Generation EU, di cui tanto sempre si parla non restino solo grandi progetti ideali ma che possano portare davvero a proposte e soluzioni concrete”.