LEGGE DI STABILITA’: LA CIU CHIEDE AL PARLAMENTO DI CANCELLARE LA STANGATA AI PENSIONATI DEL CETO MEDIO.
LEGGE DI STABILITA’: LA CIU CHIEDE AL PARLAMENTO DI CANCELLARE LA STANGATA AI PENSIONATI DEL CETO MEDIO
CON IL BLOCCO DELLA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI SUPERIORI AI 3mila EURO LORDE IL DANNO POTENZIALE SARA’ DI CIRCA 25mila EURO SU TUTTA LA VITA PENSIONISTICA
CON IL BLOCCO DELLA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI SUPERIORI AI 3mila EURO LORDE IL DANNO POTENZIALE SARA’ DI CIRCA 25mila EURO SU TUTTA LA VITA PENSIONISTICA
La CIU sta seguendo con attenzione le sorti della Legge di Stabilità, all’esame del parlamento, soprattutto nella parte dedicata al blocco della rivalutazione delle pensioni superiori ai 3.000 euro lordi.
Le conseguenze negative legate ad un provvedimento di questo tipo sono probabilmente sconosciute alla maggior parte. Si calcola infatti che, un pensionato di 66 anni che oggi percepisce una pensione di circa 2.100 euro nette riceverà nell’intera vita circa 25.000 euro in meno rispetto a quello che avrebbe percepito nel totale della vita pensionistica, senza la mancata indicizzazione delle pensioni degli ultimi 2 anni e del previsto 2014, se immaginiamo un aumento in media del 2,5 % del livello dei prezzi al consumo.
“Il Parlamento cancelli senza esitazioni il blocco sulla rivalutazione delle pensioni superiori a sei volte il minimo” ha dichiarato Corrado Rossitto Presedente Nazionale CIU “i quadri in pensione, insieme alle professionalità medio alte di questo Paese non possono pagare così pesantemente il conto della crisi che ancora perdura”.
Inoltre, fatto ancora più grave poiché profondamente discriminatorio, parrebbe che il Parlamento sia propenso per adottare il blocco della perequazione delle pensioni considerando l’assegno dell’INPS per intero e non solo per la parte eccedente la soglia garantita dei 3.000 € lordi.
La CIU chiede, dunque, al Parlamento che tale irragionevole norma venga eliminata dalla manovra economica, perché rappresenta una vera e propria patrimoniale a carico del ceto medio dei pensionati, perché è un provvedimento incostituzionale (Corte Cost.. 316/2010), perché si penalizzano coloro che hanno versato sulle casse dello stato 40 anni di contributi ed infine perché è un provvedimento che deprime ulteriormente i consumi e la ripresa.
Le conseguenze negative legate ad un provvedimento di questo tipo sono probabilmente sconosciute alla maggior parte. Si calcola infatti che, un pensionato di 66 anni che oggi percepisce una pensione di circa 2.100 euro nette riceverà nell’intera vita circa 25.000 euro in meno rispetto a quello che avrebbe percepito nel totale della vita pensionistica, senza la mancata indicizzazione delle pensioni degli ultimi 2 anni e del previsto 2014, se immaginiamo un aumento in media del 2,5 % del livello dei prezzi al consumo.
“Il Parlamento cancelli senza esitazioni il blocco sulla rivalutazione delle pensioni superiori a sei volte il minimo” ha dichiarato Corrado Rossitto Presedente Nazionale CIU “i quadri in pensione, insieme alle professionalità medio alte di questo Paese non possono pagare così pesantemente il conto della crisi che ancora perdura”.
Inoltre, fatto ancora più grave poiché profondamente discriminatorio, parrebbe che il Parlamento sia propenso per adottare il blocco della perequazione delle pensioni considerando l’assegno dell’INPS per intero e non solo per la parte eccedente la soglia garantita dei 3.000 € lordi.
La CIU chiede, dunque, al Parlamento che tale irragionevole norma venga eliminata dalla manovra economica, perché rappresenta una vera e propria patrimoniale a carico del ceto medio dei pensionati, perché è un provvedimento incostituzionale (Corte Cost.. 316/2010), perché si penalizzano coloro che hanno versato sulle casse dello stato 40 anni di contributi ed infine perché è un provvedimento che deprime ulteriormente i consumi e la ripresa.