LA CIU INSISTE: LA MANOVRA SUL BLOCCO DELL’ADEGUAMENTO DELLE PENSIONI GIÀ DICHIARATA INCOSTITUZIONALE (Corte Costituzionale n. 316/2010).
LA CIU INSISTE: LA MANOVRA SUL BLOCCO DELL’ADEGUAMENTO DELLE PENSIONI GIÀ DICHIARATA INCOSTITUZIONALE (Corte Costituzionale n. 316/2010)
CON LA LEGGE DI STABILITA’ ANCHE CHI E’ AL LAVORO VERRÀ DISCRIMINATO COME I PENSIONATI.
Quello del reiterato blocco della rivalutazione delle pensioni superiori ad un certo limite (nel 2014 toccherà alle pensioni superiori a 3mila euro lordi mensili) è un provvedimento che già nel recente passato – evidenzia la CIU – ha interessato la Consulta, che ne ha stabilito l’incostituzionalità.
È il caso della sentenza n. 316 del 2010 che ha così statuito: “la sospensione a tempo indeterminato del meccanismo perequativo […] esporrebbero il sistema ad evidenti tensioni con gli invalicabili principi di ragionevolezza e proporzionalità […] perché le pensioni, sia pure di maggiore consistenza, potrebbero non essere sufficientemente difese in relazione ai mutamenti del potere d’acquisto della moneta”.
Ma non solo. In materia di adeguamento delle pensioni al costo della vita, in realtà, la Corte Costituzionale intervenne già nel 2004, con la Sentenza n.30 affermando che: “il verificarsi di irragionevoli scostamenti dell’entità delle pensioni rispetto alle effettive variazioni del potere d’acquisto della moneta, sarebbe indicativo della inidoneità del meccanismo in concreto prescelto ad assicurare al lavoratore e alla sua famiglia mezzi adeguati ad una esistenza libera e dignitosa nel rispetto dei principi e dei diritti sanciti dagli artt. 36 e 38 della Costituzione”.
Lo stesso vale – sottolinea infine la CIU – per l’ennesima discriminazione annunciata con la misura inserita nella Legge di Stabilità, per la primavera 2014, è previsto un bonus di 200 € in busta paga per i lavoratori dipendenti con retribuzioni inferiori ai 55.000 € lordi annui. “Anche in questo caso” dichiara Corrado Rossitto Presidente Nazionale CIU “a pagare le conseguenze di una finanza pubblica allo stremo è il ceto medio”.
È il caso della sentenza n. 316 del 2010 che ha così statuito: “la sospensione a tempo indeterminato del meccanismo perequativo […] esporrebbero il sistema ad evidenti tensioni con gli invalicabili principi di ragionevolezza e proporzionalità […] perché le pensioni, sia pure di maggiore consistenza, potrebbero non essere sufficientemente difese in relazione ai mutamenti del potere d’acquisto della moneta”.
Ma non solo. In materia di adeguamento delle pensioni al costo della vita, in realtà, la Corte Costituzionale intervenne già nel 2004, con la Sentenza n.30 affermando che: “il verificarsi di irragionevoli scostamenti dell’entità delle pensioni rispetto alle effettive variazioni del potere d’acquisto della moneta, sarebbe indicativo della inidoneità del meccanismo in concreto prescelto ad assicurare al lavoratore e alla sua famiglia mezzi adeguati ad una esistenza libera e dignitosa nel rispetto dei principi e dei diritti sanciti dagli artt. 36 e 38 della Costituzione”.
Lo stesso vale – sottolinea infine la CIU – per l’ennesima discriminazione annunciata con la misura inserita nella Legge di Stabilità, per la primavera 2014, è previsto un bonus di 200 € in busta paga per i lavoratori dipendenti con retribuzioni inferiori ai 55.000 € lordi annui. “Anche in questo caso” dichiara Corrado Rossitto Presidente Nazionale CIU “a pagare le conseguenze di una finanza pubblica allo stremo è il ceto medio”.