FASE3, PAOLO PELUFFO: NELLA RICOSTRUZIONE PARTIRE DAI GIOVANI.

Riproponiamo l’intervista del Segretario Generale del CNEL alla trasmissione “In viaggio nella Chiesa di Francesco” di Rai Vaticano andata in onda su Rai1 domenica alle 24.45. Peluffo è stato intervistato dal Direttore Massimo Milone sull’attualità dell’enciclica Laudato si e sugli scenari post Covid-19.

Ci siamo ritrovati in una società diversa, su quali basi costruire?

Intanto sulla responsabilità. La responsabilità della conoscenza e dell’impegno civile che accomuna tutti i Paesi del mondo di fronte a un qualcosa di sconosciuto. Qualcosa di sconosciuto perché nessuno immaginava una pandemia che avrebbe intaccato il modello economico su cui si è creata la crescita degli ultimi vent’anni. La globalizzazione e i trasporti, il movimento, lo scambio turistico, lo scambio delle persone. Guadagno poco ma spendo anche poco per muovermi e per esercitare le mie libertà. Questo modello Disneyland, diciamo, è saltato. Oggi c’è una sorta di bonaccia apparente sulla finanza che è garantita dalle banche centrali europee. Ma questi mesi che tutti i Paesi del mondo hanno per immaginare il nuovo sistema deve partire sapendo che tutto quello quel livello di PIL di crescita che nasceva da quel modello di economia potrà essere conservato. E quindi bisogna tornare alla realtà della produzione, alla realtà della responsabilità nelle comunità.

 

Ecco, Papa Francesco chiede qualcosa in più, parla di un nuovo Umanesimo da costruire. 

Intanto Papa Francesco 5 anni fa aveva previsto ha necessità di un cambiamento di prospettiva spirituale da parte dei governanti tutto il mondo nella responsabilità globale. Tra l’altro, nell’enciclica Laudato Sì ci vedo anche la fine del modello della dialettica cioè della necessità di polarizzarsi gli uni contro gli altri come meccanismo di semplificazione del dibattito pubblico. Ma, invece, c’era la necessità di una forte coesione anche tra forze di ispirazioni completamente divergenti perché il problema è sempre più comune e non è sempre nemmeno soltanto dell’umanità ma anche degli esseri viventi e dell’ambiente, della natura che sono una responsabilità complessiva. Questo vorrà dire che ci potremo permettere sempre di meno conflitti bellici, commerciali, sanzioni tra Paesi, ma che bisognerà andare sempre di più verso un modello condiviso.

 

Settembre, autunno, ripartenza: qual è la parola d’ordine?

La parola d’ordine è ricominciare a lavorare tutti il più possibile, ci sarà un momento difficile ma i giovani hanno più risorse di chiunque altro perché sono nati e cresciuti nell’epoca della mobilità e quindi si sapranno adattare prima degli altri al cambiamento di paradigma che li coinvolgerà ma che gli aprirà anche delle opportunità.