Lo ha ribadito la Corte dei Conti del Trentino Alto Adige confermando l’orientamento giurisprudenziale secondo cui, a differenza di quanto sostiene l’INPS, per le pensioni da liquidare in regime di cumulo dei periodi assicurativi anche i contributi accreditati presso le casse professionali concorrono al raggiungimento dei 18 anni di contributi al 31.12.1995 ai fini della determinazione del sistema di calcolo applicabile (retributivo sino al 2011 e non sino al 1995).
Tutti i periodi assicurativi, purché non coincidenti temporalmente, qualora accreditati nelle varie gestioni previdenziali (ancorché casse professionali) incidono sulla determinazione dell’anzianità contributiva rilevante ai fini dell’applicazione del sistema di calcolo della pensione, determinando il ricorso al sistema retributivo o misto. Il testo letterale della norma sul punto (commi 239, 245,246 della Legge di Bilancio 2013) non lascia spazio ad una interpretazione diversa.
Su questi presupposti si basa la sentenza n. 35/2022 della Corte dei Conti del Trentino Alto Adige con cui è stato accolto il ricorso di una contribuente nei confronti dell’INPS che ha calcolato la pensione con il sistema misto, in luogo di quello retributivo. La ricorrente, medico che aveva prestato la propria attività sia nel pubblico che nel privato, aveva infatti maturato un’anzianità di oltre 19 anni nelle gestioni INPS (Gestione Dipendenti Pubblici e Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti) e ENPAV alla data del 31 dicembre 1995.
Regole di cumulo
Il cumulo pensionistico, così come disciplinato dalla legge di Bilancio 2017, offre al lavoratore la possibilità di valorizzare gratuitamente periodi assicurativi accreditati presso differenti gestioni, per il riconoscimento di un’unica pensione da liquidarsi secondo le regole di calcolo previste da ciascun fondo e sulla base delle rispettive retribuzioni di riferimento. Si ricorda che il trattamento viene calcolato in rapporto ai rispettivi periodi di iscrizione maturati, secondo le regole di calcolo previste da ciascun ordinamento e sulla base delle rispettive retribuzioni. La pensione viene quindi riconosciuta con il sistema retributivo ove applicabile e, per i periodi successivi al 1° gennaio 2012, con il solo il sistema contributivo. Ma attenzione, per l’individuazione del sistema di calcolo da applicare (retributivo sino al 2011 o sino al 1995 a seconda della presenza o meno di almeno 18 anni di contribuzione al 31.12.1995) bisogna tener conto dell’anzianità contributiva complessivamente maturata nelle diverse gestioni assicurative.
L’orientamento dell’INPS
Secondo l’interpretazione dell’Istituto (circolare n. 140 del 12/10/2017) la contribuzione versata nelle casse professionali non può essere utilizzata per determinare i 18 anni di anzianità contributiva presente al 31.12.1995 e, quindi, per ottenere il calcolo retributivo sino al 2011 sul pro quota Inps. L’Istituto, a sostegno di tale orientamento, evidenzia le differenze tra la ricongiunzione ed il riscatto onerosi ed il cumulo gratuito, sostenendo che ogni gestione deve assumere gli oneri contributivi pro quota in rapporto ai rispettivi periodi di iscrizione e secondo le regole di calcolo previste da ciascun ordinamento. Con riguardo al giudizio in oggetto, infatti, l’Istituto sostiene di aver correttamente applicato il disposto dell’art. 1, c. 245 e c. 246, della L. n. 228/2012.
Nel controricorso dinanzi al magistrato contabile si legge «…ogni gestione applica il proprio sistema di calcolo tenendo conto dei periodi assicurativi (“non coincidenti” con paralleli versamenti nelle altre Gestioni), accreditati nella propria gestione». Quindi «la Gestione tenuta ad applicare il sistema retributivo è solo quella ove siano versati (in prima battuta o ricongiunti/riscattati) almeno 18 anni di contribuzione rapportabile agli anni ante 1996 e comunque facenti capo ai Fondi di Previdenza dell’INPS».
La decisione
Sul punto, il giudice di Trento si era già recentemente espresso accogliendo un orientamento diametralmente opposto a quello dell’INPS (sentenza n. 131/2021) e largamente condiviso dalla giurisprudenza contabile nazionale (ex multis Corte dei Conti, Sezione giur. Lombardia 877/2021; Sezione giur. Sicilia n. 877/2021). Anche in questo caso il magistrato, nell’accogliere il ricorso della lavoratrice e nel rideterminare la pensione liquidata secondo il calcolo retributivo, non ritiene fondata la tesi proposta dall’Istituto previdenziale, secondo cui i periodi contributivi oggetto di cumulo possono essere considerati solo al fine del ricongiungimento o del riscatto contributivo di natura onerosa.
Il citato comma 239 introduce infatti una nuova misura previdenziale, non onerosa, finalizzata al conseguimento di un’unica pensione determinata dal cumulo dei periodi assicurativi (non coincidenti) maturati presso le diverse gestioni elencate dalla norma. Se si accogliesse il ragionamento dell’Istituto si dovrebbero disapplicare le norme sulle pensioni in cumulo. Il successivo 246, poi, stabilisce esplicitamente che tutti i periodi assicurativi (non coincidenti) accreditati nelle varie gestioni previdenziali di cui al comma 239 incidono sulla determinazione dell’anzianità contributiva rilevante ai fini dell’applicazione del sistema di calcolo della pensione, facendo chiaro riferimento al sistema retributivo o misto. Nessuna discriminazione, peraltro, è prevista nei confronti delle casse previdenziali.
«Pertanto, come nel caso di specie – queste le conclusioni della sentenza in parola – se dalla somma dei periodi assicurativi (non sovrapposti) maturati dal pensionato al 31 dicembre 1995 presso diverse gestioni previdenziali si raggiungono almeno 18 anni di anzianità, la pensione dovrà essere calcolata secondo il sistema retributivo, in base a quanto disposto dall’art. 1, c. 13, della L. n. 335/1995. Peraltro, i diversi periodi, in applicazione di quanto disposto dall’art. 1, c. 245, della L. n. 228/2012 dovranno essere considerati di competenza dei rispettivi enti al fine di determinare il trattamento pro quota».
Dr. Raffaele Iavazzi
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2022/09/news.jpg8571464zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2022-09-06 13:45:552022-09-06 13:45:55NEWS - Cumulo Pensioni, Nel Calcolo anche i periodi maturati presso le Casse Professionali - Sentenza 35-2022.
Dal prossimo 15 settembre al 15 gennaio 2023 è possibile richiedere voucher formativi per i dipendenti di studi professionali aderenti al Fondo.
̀
Ai lavoratori dipendenti di studi professionali, di società tra professionisti e di centri elaborazione dati (es. studi legali, notarili, commercialisti, centri di assistenza fiscale etc…)
:
– i lavoratori con contratto di inserimento e reinserimento e i lavoratori a tempo determinato con ricorrenza stagionale, anche nel periodo in cui non prestano servizio in azienda;
– gli apprendisti;
– i lavoratori in CIG.
:
1 – accedi all’area “Formazione a catalogo” sul sito di Fondo Conoscenza
2 – in relazione ai fabbisogni specifici dei lavoratori, puoi scegliere una o più iniziative formative
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2022/09/303014014_1796558317403104_4508792542021083842_n.jpg503600zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2022-09-06 13:27:102022-09-06 13:27:10Avviso n. 4/2022 - Conto Sistema - Voucher formativi per i dipendenti di studi professionali aderenti al Fondo
Prenderà il via il prossimo 9 e 10 settembre, nella prestigiosa cornice del Teatro di Fiuggi appena restaurato, il tradizionale appuntamento annuale del Cenacolo Odontostomatologico Centro Italia (COCI), organizzazione nata nel 1987 su iniziativa di un gruppo di medici odontoiatri con lo scopo di sviluppare iniziative scientifiche e culturali capaci di riflettere lo stato concreto dell’evoluzione dell’odontoiatria.
A confrontarsi sul ruolo e l’impegno di questa importante branca medica, un eminente parterre di professionisti, riuniti intorno al tema “La filiera odontoiatrica: 400.000 addetti e 10mrd di prodotto loro. Clinica e Ricerca”. Ad aprire i lavori, portando il saluto del CNEL, sarà Tiziano Treu, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Ricche e variegate le relazioni, in seguito, che spazieranno dalla lectio magistralis sulla Pandemia da Covid-19 a cura del Prof. Massimo Galli, all’odontoiatria pediatrica (Prof. Maurizio Bossù dell’Università Sapienza di Roma), passando per gli aspetti farmacologici nella sedazione cosciente (Dott. Antonino Fiorino) e la correlazione tra problematiche odontoiatriche e disturbi del sonno (Dott. Bucci e Prof. Valletta). In particolare, venerdì mattina, verranno presentate le risultanze del progetto “Guardati in bocca”, dedicato alla prevenzione dei tumori del cavo orale, mentre sabato sarà il turno della presentazione dell’innovativo test salivare in grado di diagnosticare la presenza del papilloma virus, progetto curato dall’HPV Bord di cui fanno parte il Prof. Francesco Riva, Consigliere del CNEL e Presidente del COCI, il Prof. Sandro Rengo, Presidente della Società Italiana di Odontostomatologia e Chirurgia Maxillo Facciale e docente all’Università Federico II di Napoli, il Generale Nicola Sebastiani, Ispettore generale della sanità militare, e il Prof. Gaetano Paludetti, Presidente della Società Italiana Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale e Direttore dell’Unità di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Gemelli.
Ma il grande aspetto di novità di questa sessione congressuale saranno le riflessioni intorno alla sempre più stretta relazione tra la filiera odontoiatrica e l’economia nazionale, non solo attraverso le “esternalità positive” che studi dentistici e laboratori odontotecnici producono nei confronti dei cittadini (sottoforma di cure e accrescimento del benessere personale), ma anche il contributo che l’odontoiatria fornisce alla formazione della ricchezza nazionale, grazie al notevole volume di reddito e alle migliaia di posti di lavoro – direttamente e indirettamente – generati, con un’occupazione altamente produttiva e qualificata.
Per questo, nel panel dei relatori della due giorni di Fiuggi, troveranno spazio specificiinterventi dedicati alla performance economica della filiera odontoiatrica, tra cui quello del Segretario Generale del CNEL Mauro Nori e quello incentrato sul termalismo, a cura di Marco Ancora (Responsabile del dipartimento culturale della CIU-Unionquadri, Confederazione sindacale che tutela i quadri nel settore privato e pubblico, ma anche i ricercatori, i professionisti dipendenti ed il mondo delle professioni intellettuali, presente al CNEL) e l’intervento del dr Mauro Giacomi Vicepresidente COCI.
“I sistemi sanitari sono una componente importante di ogni economia e una delle principali fonti di occupazione” ha fatto eco il Consigliere del CNEL e Presidente del COCI Francesco Riva, che ha continuato: “La ‘white economy’, ovvero tutti i servizi legati al mondo della salute, è ormai una realtà economica consolidata anche nell’economia italiana e, grazie ad essa, è possibile generare benessere, competenza e ricchezza”.
Tra gli interventi di venerdì pomeriggio ci sarà anche quello del Segretario del SIASO Fulvia Magenga, l’organizzazione che rappresenta gli assistenti degli studi Odontoiatrici e che da poco si è unita alla Confederazione della CIU-Unionquadri, a testimonianza dell’importante ruolo che tale figura svolge nel supportare ogni professionista e che ancora una volta sottolinea il ruolo chiave degli studi dentistici all’interno della dimensione economica nazionale.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2022/09/09-10-settembre-2022-COCI-Fiuggi-2.jpeg7241024zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2022-09-01 15:51:422022-09-01 16:10:11Odontoiatri a congresso: a Fiuggi tra salute orale e impatti economici della filiera.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2022/08/formazione-docenti_001.png842595zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2022-08-29 16:44:452022-08-29 16:44:45DISPOSIZIONI CONCERNENTI IL PERCORSO DI FORMAZIONE E DI PROVA DEL PERSONALE DOCENTE ED EDUCATIVO. EMANAZIONE DEL D.M. 226 DEL 16 AGOSTO 2022.
Due aziende su tre disponibili ad aprire hub di lavoro al sud.
Aziende pronte ad abbracciare il «south working». Due società su tre si dichiarano infatti disponibili ad aprire hub di lavoro al sud, andando a creare spazi di co-working o veri e propri uffici dislocati in aree lontane dalle grandi città. Questo non solo per andare incontro alle esigenze dei propri dipendenti e per contribuire alla crescita di questi luoghi, ma anche per accedere a figure professionali difficili da reperire. Lo rivela la ricerca di Randstad e Fondazione per la sussidiarietà (Fps) «South working per lo sviluppo responsabile e sostenibile del Paese», presentata al meeting di Rimini. Dalla ricerca emerge, innanzitutto, che più del 77% delle aziende intervistate ha dichiarato di fare già uso di lavoro agile o telelavoro, anche se in misura e modalità diverse. «Nonostante la distinzione tra lavoro agile e telelavoro sia piuttosto ben delineata nel panorama lavorativo, emerge con chiarezza un orientamento comune da parte delle aziende intervistate: queste, infatti, ricorrono più frequentemente allo smart working o lavoro agile – più che al telelavoro – in una misura variabile tra i 2 ed i 3 giorni a settimana sulla base delle funzioni aziendali, con la tendenza a ridurre le giornate di smart working per le figure del middle management», si legge nella ricerca. Indipendentemente dall’uso di lavoro agile o telelavoro, le aziende intervistate dichiarano una disponibilità allo svolgimento delle attività al di fuori dei locali aziendali (42%). Il 12% è disponibile allo svolgimento delle attività fuori dalla sede abituale per 1 giorno a settimana o cinque giorni a settimana (i due estremi), il 46% invece concede ai propri dipendenti di svolgere l’attività lavorativa presso altra sede in un intervallo tra i due ed i cinque giorni a settimana. Il lavoro nel Mezzogiorno. Il report si concentra poi sulla situazione al sud, un territorio che va incontro ad un calo della popolazione nei prossimi anni superiore alla tendenza nazionale. Entro il 2030 gli abitanti tra 20-64 anni si ridurranno dell’11% nel Mezzogiorno, rispetto al -6,7% atteso a livello nazionale. Questo andamento, rivela la ricerca, è effetto non solo di fattori demografici, ma di nuovi flussi migratori interni, legati alla ricerca di lavoro qualificato. I ricercatori hanno analizzato oltre 1 milione e 420mi1a offerte di lavoro pubblicate sui principali siti di ricerca online tra il 2019 e il 2021. Le offerte di lavoro al Sud sono state solo l’8% del totale, mentre il 78% dei posti di lavoro sono concentrati nel Nord e il 14% nel Centro. L’ultima sezione dell’intervista cerca quindi definire la disponibilità delle aziende intervistate a costruire un hub di lavoro al Sud. Il dato evidenzia un parziale interesse delle aziende, principalmente legato alla possibilità di ampliare di contribuire allo sviluppo del paese (61%), migliorare il recruitment di alcune figure professionali difficili da reperire nel mercato (48%), ridurre i costi (35,5%). Le aziende intervistate ritengono quindi che un hub lavoro al Sud possa essere gestito direttamente dall’impresa, come se fosse una filiale (61%), piuttosto che tramite società di servizi terze. In termini di caratteristiche che l’hub lavoro dovrebbe possedere, le aziende rispondenti indicano la necessità di fornire servizi di selezione del personale odi sostituzione temporanea delle assenze (51%), deve essere garantita la visibilità della presenza aziendale. Da un punto di vista strutturale e di localizzazione, le aziende concordano con la necessità che l’hub sia collocato nelle vicinanze di infrastrutture di trasporto locali. «Sempre più imprese iniziano a considerare di favorire lo sviluppo nelle aree più fragili del Paese, cercando di trovare anche quelle competenze e quelle risorse preziose che sempre più si fa fatica a trovare nel Nord del Paese», il commento di Marco Ceresa, Group Ceo di Randstad. «La creazione di un hub di lavoro può davvero essere il volano per il south working, potendo reclutare competenze altrimenti non accessibili, garantire il bilanciamento vita-lavoro alle persone e sostenere di un indotto locale. Ma i presupposti fondamentali per esperienze di south working di successo sono la creazione di un’adeguata infrastruttura digitale, spazi adeguati e uno sforzo multilaterale tra aziende, agenzie per il lavoro, comuni e atenei universitari». «Lo smart working e la creazione di hub nel Sud sono una occasione straordinaria per favorire la crescita del paese e abbattere storiche diseguaglianze», sono invece le parole di Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà. «Molti lavoratori qualificati del sud potrebbero così mantenere un legame con il proprio territorio, senza rinunciare a preziose opportunità»
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2022/08/domenico-loia-hGV2TfOh0ns-unsplash-768x432.jpg432768zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2022-08-29 13:52:582022-08-29 13:52:58Le Imprese per il South Working.
I provvedimenti come il decreto Aiuti bis o il DL Semplificazioni, che è appena stato approvato al Senato, portano una serie di novità nell’ambito del lavoro agile: lavoratori fragili e genitori di figli under 14 potranno continuare a operare da casa senza la necessità di andare in ufficio. Novità anche per i privati, che continueranno ad usufruire di procedure semplificate.
Sono numerose le novità in materia di lavoro inserite sia nel decreto Aiuti bis che nella conversione del DL Semplificazioni, approvato in via definitiva dal Senato il 2 agosto, dove è inserita un’interessante novità per settembre
Le anticipazioni del decreto Aiuti bis sostengono che all’interno sarà presente la proroga del diritto al lavoro agile per determinate categorie di lavoratori, come i fragili o i genitori di figli fino a 14 anni, scaduta lo scorso 31 luglio
La richiesta di proroga è stata avanzata direttamente dal ministro del Lavoro Andrea Orlando. Si parla di una proroga retroattiva oppure di una sorta di rinnovo dell’agevolazione, valida per i dipendenti del settore privato con figli fino a 14 anni purché l’altro genitore non sia in cassa integrazione o senza lavoro
Uguali tempistiche anche per i lavoratori fragili, ovvero le persone maggiormente a rischio di contagi per età, immunodepressione e svolgimento di terapie salvavita
Invece all’interno del DL Semplificazioni si è provveduto ad una modifica che riformula l’articolo 23 della legge 81/2017: da settembre, sarà così possibile una semplice comunicazione telematica al Ministero con i nominativi dei lavoratori coinvolti per attivare lo smart working
Tutte le istruzioni del caso verranno fissate da un apposito decreto ministeriale, che verrà stilato a breve, in seguito all’approvazione definitiva in Senato
Fino al 31 agosto, sarà ancora possibile per le aziende utilizzare lo smart working in modalità semplificata, inviando una semplice comunicazione al Ministero e senza che sia stato preventivamente siglato un accordo individuale
Questo è il cosiddetto smart working semplificato, sperimentato già durante l’epoca Covid per mandare avanti le attività produttive. Con questo sistema il datore di lavoro del settore privato può comunicare l’avvio della procedura a più lavoratori senza la necessità di allegare accordi individuali
In sostanza, la modifica introdotta con il DL Semplificazioni prevede che diventi regola vigente questa tipologia di procedura snella. La nuova norma elimina l’obbligo di trasmettere i singoli casi al Ministero, sostituendo l’intera procedura con la sopra citata comunicazione
Una soluzione che va incontro anche alle richieste avanzate dai sindacati nell’ambito del Protocollo Nazionale sul lavoro in modalità agile nel settore privato, sottoscritto lo scorso 7 dicembre.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2022/08/Smart-Working.jpg8121298zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2022-08-03 15:14:102022-08-03 15:14:54Smart working semplificato da settembre: ecco tutte le novità.
Roma, 28 lug. (askanews) – Presentato in Campidoglio libro “Diritto della privacy e protezione dei dati personali – Il GDPR alla prova della data driven economy” di Alessandro Alongi e Fabio Pompei. L’iniziativa è stata patrocinata dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dalla Confederazione Italiana di Unione delle professioni intellettuali (CIU), organizzazione presente al CNEL e al CESE di Bruxelles.
L’iniziativa si è incentrata su come le innovazioni digitali abbiano favorito lo sviluppo di una nuova economia basata sui dati, evidenziandone non solo gli aspetti positivi ma anche, e soprattutto, le molteplici criticità sottese a tale nuovo modello economico. Le argomentazioni esposte fanno parte perlopiù del nuovo libro dei due autori che segue e completa il precedente volume “Il valore dei dati nell’ecosistema digitale – Etica e diritto ai tempi del web”, prefatto dall’allora Presidente del Parlamento UE Antonio Tajani. Ad aprire i lavori della giornata il Consigliere capitolino Mariano Angelucci, Presidente della Commissione Turismo, Moda, Relazioni Internazionali e grandi eventi.
Angelucci ha dichiarato che “Oggi i giganti di Internet, in cambio di servizi solo all’apparenza gratuiti, utilizzano i nostri dati personali per alimentare il proprio business”, aggiungendo come “la raccolta e analisi di dati possono essere una risorsa essenziale per la crescita economica e per la creazione di posti di lavoro. Il loro utilizzo ha potenzialità enormi in settori chiave come turismo, sanità, tutela dell’ambiente, sicurezza e gestione delle emergenze, energia, trasporti.” In conclusione Angelucci ha sottolineato come “Il Comune di Roma è sempre aperto ad iniziative di divulgazione come questa per promuovere un uso responsabile di Internet e della tecnologia in generale”.
I due autori hanno poi illustrato i principali temi trattati nel volume, evidenziando che gli interi proventi derivanti dalle vendite saranno donati alle realtà che si occupano di tutelare le vittime di cyberbullismo, furto di identità, catfishing e a tutte quelle associazioni che, quotidianamente, contrastano con la loro azione il triste fenomeno della disinformazione online, di cui le fake news sono alla base. Tale supporto si rende necessario, a parere dei due autori, per sostenere e realizzare una cultura all’uso consapevole e responsabile del digitale tra i giovanissimi, ma anche ai genitori e alle famiglie in generale, adulti che si sono ritrovati catapultati, nel giro di pochi anni, all’interno di in una società completamente cambiata e con molti rischi inattesi, come ad esempio le frodi telematiche.
Il libro, prefatto dal Commissario Agcom Antonello Giacomelli, analizza inoltre le caratteristiche essenziali del Regolamento privacy. E lo fa passando in rassegna i principali istituti, i protagonisti e gli strumenti giuridici di data governance, per poi concentrarsi sulle criticità e la (scarsa) regolamentazione della data drive economy, provando a fornire qualche spunto di riflessione sui nodi ancora irrisolti e da sciogliere urgentemente per generare quel clima di fiducia necessario per lo sviluppo dell’umanesimo digitale tanto invocato.
Le conclusioni della giornata sono state formulate da Andrea Torrente di Cynet, nota società di sicurezza informatica israeliana che, grazie ai suoi prodotti di ultima generazione e servizi H24, aiuta le aziende ad identificare falle di sicurezza attraverso un sofisticato motore di intelligenza artificiale (AI) rilevando le minacce più evolute e gestendo la sicurezza degli endpoint.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2022/07/20220728_181843_82722C43.jpg183275zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2022-07-29 12:03:002022-07-29 12:03:00Presentato in Campidoglio libro su privacy e protezione dati - Evento patrocinato da Ciu Unionquadri.
Il Comitato, nella seduta plenaria tenutasi a Bruxelles nei giorni scorsi, l’ultima prima della pausa estiva, ha espresso il proprio sostegno alle proposte dell’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen, ritenute corrette nel metodo e nel merito oltre che suscettibili di rispondere alle molteplici sfide geopolitiche che il Vecchio Continente dovrà affrontare. Ha sottolineato tuttavia la necessità di sviluppare una maggiore integrazione fra i settori della difesa e quello civile, ricercando ulteriori e più proficue interazioni, a livello orizzontale e verticale, tra ricerca, innovazione e sviluppi industriali, con maggiore coordinamento fra Stati membri e Unione europea.
Soddisfazione da parte del relatore del parere, l’italiano Maurizio Mensi (rappresentante della CIU-Unionquadri, organismo presente al CESE e al CNEL) che ha rilevato come: “Le tecnologie civili e militari “dual use” e le sinergie in materia di difesa, sicurezza e spazio debbano essere sviluppate e integrate a livello europeo e nazionale. Proprio per questo l’Osservatorio europeo sulle tecnologie critiche, strumento chiave della tabella di marcia, deve essere dotato di una governance chiara, risorse adeguate e un forte status istituzionale per stabilire con chiarezza obiettivi, regole e criteri per la valutazione di tecnologie e dati”.
Nel suo parere, il CESE suggerisce che sia adottato rapidamente un approccio globale in grado di superare la tradizionale distinzione civile-militare tipica del nostro assetto industriale. “L’invasione dell’Ucraina, da questo punto di vista,rappresenta un campanello d’allarme che segnala la necessità di agire in modo più efficace”ha continuato Mensi.
Dal punto di vista tecnico, il parere del CESE si concentra poi sulla necessità di integrare i risultati della fase di ricerca e sviluppo con la dimensione applicativa, chiarendo a chi compete la titolarità delle iniziative e quali siano le rispettive responsabilità.
Allo stesso tempo, il CESE invita gli Stati membri ad impegnarsi affinché gli investimenti nazionali nel settore della difesa siano coordinati a livello europeo, così da evitare la frammentazione e la duplicazione delle relative iniziative e spese.
Il Comitato propone altresì di semplificare e razionalizzare i programmi e gli strumenti europei per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, ritenuti fondamentali per la realizzazione della tabella di marcia. Al riguardo, il CESE propone di creare uno specifico sportello unico online per le piccole e medie imprese e le start-up, un vero e proprio “angolo UE-PMI” digitale, strumento atto a consentire alle imprese di inserire dati predefiniti e ricevere, in cambio, informazioni sui progetti UE atti a supportare al meglio il proprio sviluppo imprenditoriale.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2022/07/Ez_iZvhWUAMLYfL.jpg27264096zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2022-07-26 11:45:592022-07-26 11:45:59Le tecnologie per la sicurezza e la difesa: dal CESE via libera alla proposta della Commissione UE.
Video descrittivo dell’evento tenutosi a Milano il 14 luglio 2022 sul tema del Salario Minimo Garantito. Legge e contrattazione collettiva.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2022/07/Seminario_Salario_minimo_2-845x321.jpg321845zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2022-07-25 12:09:292022-07-29 12:12:16Video descrittivo dell’evento tenutosi a Milano il 14 luglio 2022 sul tema del Salario Minimo Garantito. Legge e contrattazione collettiva.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2022/07/download.png129389zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2022-07-25 12:00:162022-07-29 12:15:44Bandi e Concorsi della Regione Lazio.
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NEWS – Cumulo Pensioni, Nel Calcolo anche i periodi maturati presso le Casse Professionali – Sentenza 35-2022.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaLo ha ribadito la Corte dei Conti del Trentino Alto Adige confermando l’orientamento giurisprudenziale secondo cui, a differenza di quanto sostiene l’INPS, per le pensioni da liquidare in regime di cumulo dei periodi assicurativi anche i contributi accreditati presso le casse professionali concorrono al raggiungimento dei 18 anni di contributi al 31.12.1995 ai fini della determinazione del sistema di calcolo applicabile (retributivo sino al 2011 e non sino al 1995).
Tutti i periodi assicurativi, purché non coincidenti temporalmente, qualora accreditati nelle varie gestioni previdenziali (ancorché casse professionali) incidono sulla determinazione dell’anzianità contributiva rilevante ai fini dell’applicazione del sistema di calcolo della pensione, determinando il ricorso al sistema retributivo o misto. Il testo letterale della norma sul punto (commi 239, 245,246 della Legge di Bilancio 2013) non lascia spazio ad una interpretazione diversa.
Su questi presupposti si basa la sentenza n. 35/2022 della Corte dei Conti del Trentino Alto Adige con cui è stato accolto il ricorso di una contribuente nei confronti dell’INPS che ha calcolato la pensione con il sistema misto, in luogo di quello retributivo. La ricorrente, medico che aveva prestato la propria attività sia nel pubblico che nel privato, aveva infatti maturato un’anzianità di oltre 19 anni nelle gestioni INPS (Gestione Dipendenti Pubblici e Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti) e ENPAV alla data del 31 dicembre 1995.
Regole di cumulo
Il cumulo pensionistico, così come disciplinato dalla legge di Bilancio 2017, offre al lavoratore la possibilità di valorizzare gratuitamente periodi assicurativi accreditati presso differenti gestioni, per il riconoscimento di un’unica pensione da liquidarsi secondo le regole di calcolo previste da ciascun fondo e sulla base delle rispettive retribuzioni di riferimento. Si ricorda che il trattamento viene calcolato in rapporto ai rispettivi periodi di iscrizione maturati, secondo le regole di calcolo previste da ciascun ordinamento e sulla base delle rispettive retribuzioni. La pensione viene quindi riconosciuta con il sistema retributivo ove applicabile e, per i periodi successivi al 1° gennaio 2012, con il solo il sistema contributivo. Ma attenzione, per l’individuazione del sistema di calcolo da applicare (retributivo sino al 2011 o sino al 1995 a seconda della presenza o meno di almeno 18 anni di contribuzione al 31.12.1995) bisogna tener conto dell’anzianità contributiva complessivamente maturata nelle diverse gestioni assicurative.
L’orientamento dell’INPS
Secondo l’interpretazione dell’Istituto (circolare n. 140 del 12/10/2017) la contribuzione versata nelle casse professionali non può essere utilizzata per determinare i 18 anni di anzianità contributiva presente al 31.12.1995 e, quindi, per ottenere il calcolo retributivo sino al 2011 sul pro quota Inps. L’Istituto, a sostegno di tale orientamento, evidenzia le differenze tra la ricongiunzione ed il riscatto onerosi ed il cumulo gratuito, sostenendo che ogni gestione deve assumere gli oneri contributivi pro quota in rapporto ai rispettivi periodi di iscrizione e secondo le regole di calcolo previste da ciascun ordinamento. Con riguardo al giudizio in oggetto, infatti, l’Istituto sostiene di aver correttamente applicato il disposto dell’art. 1, c. 245 e c. 246, della L. n. 228/2012.
Nel controricorso dinanzi al magistrato contabile si legge «…ogni gestione applica il proprio sistema di calcolo tenendo conto dei periodi assicurativi (“non coincidenti” con paralleli versamenti nelle altre Gestioni), accreditati nella propria gestione». Quindi «la Gestione tenuta ad applicare il sistema retributivo è solo quella ove siano versati (in prima battuta o ricongiunti/riscattati) almeno 18 anni di contribuzione rapportabile agli anni ante 1996 e comunque facenti capo ai Fondi di Previdenza dell’INPS».
La decisione
Sul punto, il giudice di Trento si era già recentemente espresso accogliendo un orientamento diametralmente opposto a quello dell’INPS (sentenza n. 131/2021) e largamente condiviso dalla giurisprudenza contabile nazionale (ex multis Corte dei Conti, Sezione giur. Lombardia 877/2021; Sezione giur. Sicilia n. 877/2021). Anche in questo caso il magistrato, nell’accogliere il ricorso della lavoratrice e nel rideterminare la pensione liquidata secondo il calcolo retributivo, non ritiene fondata la tesi proposta dall’Istituto previdenziale, secondo cui i periodi contributivi oggetto di cumulo possono essere considerati solo al fine del ricongiungimento o del riscatto contributivo di natura onerosa.
Il citato comma 239 introduce infatti una nuova misura previdenziale, non onerosa, finalizzata al conseguimento di un’unica pensione determinata dal cumulo dei periodi assicurativi (non coincidenti) maturati presso le diverse gestioni elencate dalla norma. Se si accogliesse il ragionamento dell’Istituto si dovrebbero disapplicare le norme sulle pensioni in cumulo. Il successivo 246, poi, stabilisce esplicitamente che tutti i periodi assicurativi (non coincidenti) accreditati nelle varie gestioni previdenziali di cui al comma 239 incidono sulla determinazione dell’anzianità contributiva rilevante ai fini dell’applicazione del sistema di calcolo della pensione, facendo chiaro riferimento al sistema retributivo o misto. Nessuna discriminazione, peraltro, è prevista nei confronti delle casse previdenziali.
«Pertanto, come nel caso di specie – queste le conclusioni della sentenza in parola – se dalla somma dei periodi assicurativi (non sovrapposti) maturati dal pensionato al 31 dicembre 1995 presso diverse gestioni previdenziali si raggiungono almeno 18 anni di anzianità, la pensione dovrà essere calcolata secondo il sistema retributivo, in base a quanto disposto dall’art. 1, c. 13, della L. n. 335/1995. Peraltro, i diversi periodi, in applicazione di quanto disposto dall’art. 1, c. 245, della L. n. 228/2012 dovranno essere considerati di competenza dei rispettivi enti al fine di determinare il trattamento pro quota».
Avviso n. 4/2022 – Conto Sistema – Voucher formativi per i dipendenti di studi professionali aderenti al Fondo
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaOdontoiatri a congresso: a Fiuggi tra salute orale e impatti economici della filiera.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaPrenderà il via il prossimo 9 e 10 settembre, nella prestigiosa cornice del Teatro di Fiuggi appena restaurato, il tradizionale appuntamento annuale del Cenacolo Odontostomatologico Centro Italia (COCI), organizzazione nata nel 1987 su iniziativa di un gruppo di medici odontoiatri con lo scopo di sviluppare iniziative scientifiche e culturali capaci di riflettere lo stato concreto dell’evoluzione dell’odontoiatria.
A confrontarsi sul ruolo e l’impegno di questa importante branca medica, un eminente parterre di professionisti, riuniti intorno al tema “La filiera odontoiatrica: 400.000 addetti e 10mrd di prodotto loro. Clinica e Ricerca”. Ad aprire i lavori, portando il saluto del CNEL, sarà Tiziano Treu, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Ricche e variegate le relazioni, in seguito, che spazieranno dalla lectio magistralis sulla Pandemia da Covid-19 a cura del Prof. Massimo Galli, all’odontoiatria pediatrica (Prof. Maurizio Bossù dell’Università Sapienza di Roma), passando per gli aspetti farmacologici nella sedazione cosciente (Dott. Antonino Fiorino) e la correlazione tra problematiche odontoiatriche e disturbi del sonno (Dott. Bucci e Prof. Valletta). In particolare, venerdì mattina, verranno presentate le risultanze del progetto “Guardati in bocca”, dedicato alla prevenzione dei tumori del cavo orale, mentre sabato sarà il turno della presentazione dell’innovativo test salivare in grado di diagnosticare la presenza del papilloma virus, progetto curato dall’HPV Bord di cui fanno parte il Prof. Francesco Riva, Consigliere del CNEL e Presidente del COCI, il Prof. Sandro Rengo, Presidente della Società Italiana di Odontostomatologia e Chirurgia Maxillo Facciale e docente all’Università Federico II di Napoli, il Generale Nicola Sebastiani, Ispettore generale della sanità militare, e il Prof. Gaetano Paludetti, Presidente della Società Italiana Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale e Direttore dell’Unità di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Gemelli.
Ma il grande aspetto di novità di questa sessione congressuale saranno le riflessioni intorno alla sempre più stretta relazione tra la filiera odontoiatrica e l’economia nazionale, non solo attraverso le “esternalità positive” che studi dentistici e laboratori odontotecnici producono nei confronti dei cittadini (sottoforma di cure e accrescimento del benessere personale), ma anche il contributo che l’odontoiatria fornisce alla formazione della ricchezza nazionale, grazie al notevole volume di reddito e alle migliaia di posti di lavoro – direttamente e indirettamente – generati, con un’occupazione altamente produttiva e qualificata.
Per questo, nel panel dei relatori della due giorni di Fiuggi, troveranno spazio specificiinterventi dedicati alla performance economica della filiera odontoiatrica, tra cui quello del Segretario Generale del CNEL Mauro Nori e quello incentrato sul termalismo, a cura di Marco Ancora (Responsabile del dipartimento culturale della CIU-Unionquadri, Confederazione sindacale che tutela i quadri nel settore privato e pubblico, ma anche i ricercatori, i professionisti dipendenti ed il mondo delle professioni intellettuali, presente al CNEL) e l’intervento del dr Mauro Giacomi Vicepresidente COCI.
“I sistemi sanitari sono una componente importante di ogni economia e una delle principali fonti di occupazione” ha fatto eco il Consigliere del CNEL e Presidente del COCI Francesco Riva, che ha continuato: “La ‘white economy’, ovvero tutti i servizi legati al mondo della salute, è ormai una realtà economica consolidata anche nell’economia italiana e, grazie ad essa, è possibile generare benessere, competenza e ricchezza”.
Tra gli interventi di venerdì pomeriggio ci sarà anche quello del Segretario del SIASO Fulvia Magenga, l’organizzazione che rappresenta gli assistenti degli studi Odontoiatrici e che da poco si è unita alla Confederazione della CIU-Unionquadri, a testimonianza dell’importante ruolo che tale figura svolge nel supportare ogni professionista e che ancora una volta sottolinea il ruolo chiave degli studi dentistici all’interno della dimensione economica nazionale.
DISPOSIZIONI CONCERNENTI IL PERCORSO DI FORMAZIONE E DI PROVA DEL PERSONALE DOCENTE ED EDUCATIVO. EMANAZIONE DEL D.M. 226 DEL 16 AGOSTO 2022.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaLe Imprese per il South Working.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaITALIA OGGI SETTE – 29-08-2022
Sezione: LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Le Imprese per il South Working
Due aziende su tre disponibili ad aprire hub di lavoro al sud.
Aziende pronte ad abbracciare il «south working». Due società su tre si dichiarano infatti disponibili ad aprire hub di lavoro al sud, andando a creare spazi di co-working o veri e propri uffici dislocati in aree lontane dalle grandi città. Questo non solo per andare incontro alle esigenze dei propri dipendenti e per contribuire alla crescita di questi luoghi, ma anche per accedere a figure professionali difficili da reperire. Lo rivela la ricerca di Randstad e Fondazione per la sussidiarietà (Fps) «South working per lo sviluppo responsabile e sostenibile del Paese», presentata al meeting di Rimini. Dalla ricerca emerge, innanzitutto, che più del 77% delle aziende intervistate ha dichiarato di fare già uso di lavoro agile o telelavoro, anche se in misura e modalità diverse. «Nonostante la distinzione tra lavoro agile e telelavoro sia piuttosto ben delineata nel panorama lavorativo, emerge con chiarezza un orientamento comune da parte delle aziende intervistate: queste, infatti, ricorrono più frequentemente allo smart working o lavoro agile – più che al telelavoro – in una misura variabile tra i 2 ed i 3 giorni a settimana sulla base delle funzioni aziendali, con la tendenza a ridurre le giornate di smart working per le figure del middle management», si legge nella ricerca. Indipendentemente dall’uso di lavoro agile o telelavoro, le aziende intervistate dichiarano una disponibilità allo svolgimento delle attività al di fuori dei locali aziendali (42%). Il 12% è disponibile allo svolgimento delle attività fuori dalla sede abituale per 1 giorno a settimana o cinque giorni a settimana (i due estremi), il 46% invece concede ai propri dipendenti di svolgere l’attività lavorativa presso altra sede in un intervallo tra i due ed i cinque giorni a settimana. Il lavoro nel Mezzogiorno. Il report si concentra poi sulla situazione al sud, un territorio che va incontro ad un calo della popolazione nei prossimi anni superiore alla tendenza nazionale. Entro il 2030 gli abitanti tra 20-64 anni si ridurranno dell’11% nel Mezzogiorno, rispetto al -6,7% atteso a livello nazionale. Questo andamento, rivela la ricerca, è effetto non solo di fattori demografici, ma di nuovi flussi migratori interni, legati alla ricerca di lavoro qualificato. I ricercatori hanno analizzato oltre 1 milione e 420mi1a offerte di lavoro pubblicate sui principali siti di ricerca online tra il 2019 e il 2021. Le offerte di lavoro al Sud sono state solo l’8% del totale, mentre il 78% dei posti di lavoro sono concentrati nel Nord e il 14% nel Centro. L’ultima sezione dell’intervista cerca quindi definire la disponibilità delle aziende intervistate a costruire un hub di lavoro al Sud. Il dato evidenzia un parziale interesse delle aziende, principalmente legato alla possibilità di ampliare di contribuire allo sviluppo del paese (61%), migliorare il recruitment di alcune figure professionali difficili da reperire nel mercato (48%), ridurre i costi (35,5%). Le aziende intervistate ritengono quindi che un hub lavoro al Sud possa essere gestito direttamente dall’impresa, come se fosse una filiale (61%), piuttosto che tramite società di servizi terze. In termini di caratteristiche che l’hub lavoro dovrebbe possedere, le aziende rispondenti indicano la necessità di fornire servizi di selezione del personale odi sostituzione temporanea delle assenze (51%), deve essere garantita la visibilità della presenza aziendale. Da un punto di vista strutturale e di localizzazione, le aziende concordano con la necessità che l’hub sia collocato nelle vicinanze di infrastrutture di trasporto locali. «Sempre più imprese iniziano a considerare di favorire lo sviluppo nelle aree più fragili del Paese, cercando di trovare anche quelle competenze e quelle risorse preziose che sempre più si fa fatica a trovare nel Nord del Paese», il commento di Marco Ceresa, Group Ceo di Randstad. «La creazione di un hub di lavoro può davvero essere il volano per il south working, potendo reclutare competenze altrimenti non accessibili, garantire il bilanciamento vita-lavoro alle persone e sostenere di un indotto locale. Ma i presupposti fondamentali per esperienze di south working di successo sono la creazione di un’adeguata infrastruttura digitale, spazi adeguati e uno sforzo multilaterale tra aziende, agenzie per il lavoro, comuni e atenei universitari». «Lo smart working e la creazione di hub nel Sud sono una occasione straordinaria per favorire la crescita del paese e abbattere storiche diseguaglianze», sono invece le parole di Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà. «Molti lavoratori qualificati del sud potrebbero così mantenere un legame con il proprio territorio, senza rinunciare a preziose opportunità»
Smart working semplificato da settembre: ecco tutte le novità.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaI provvedimenti come il decreto Aiuti bis o il DL Semplificazioni, che è appena stato approvato al Senato, portano una serie di novità nell’ambito del lavoro agile: lavoratori fragili e genitori di figli under 14 potranno continuare a operare da casa senza la necessità di andare in ufficio. Novità anche per i privati, che continueranno ad usufruire di procedure semplificate.
Sono numerose le novità in materia di lavoro inserite sia nel decreto Aiuti bis che nella conversione del DL Semplificazioni, approvato in via definitiva dal Senato il 2 agosto, dove è inserita un’interessante novità per settembre
Le anticipazioni del decreto Aiuti bis sostengono che all’interno sarà presente la proroga del diritto al lavoro agile per determinate categorie di lavoratori, come i fragili o i genitori di figli fino a 14 anni, scaduta lo scorso 31 luglio
La richiesta di proroga è stata avanzata direttamente dal ministro del Lavoro Andrea Orlando. Si parla di una proroga retroattiva oppure di una sorta di rinnovo dell’agevolazione, valida per i dipendenti del settore privato con figli fino a 14 anni purché l’altro genitore non sia in cassa integrazione o senza lavoro
Uguali tempistiche anche per i lavoratori fragili, ovvero le persone maggiormente a rischio di contagi per età, immunodepressione e svolgimento di terapie salvavita
Invece all’interno del DL Semplificazioni si è provveduto ad una modifica che riformula l’articolo 23 della legge 81/2017: da settembre, sarà così possibile una semplice comunicazione telematica al Ministero con i nominativi dei lavoratori coinvolti per attivare lo smart working
Tutte le istruzioni del caso verranno fissate da un apposito decreto ministeriale, che verrà stilato a breve, in seguito all’approvazione definitiva in Senato
Fino al 31 agosto, sarà ancora possibile per le aziende utilizzare lo smart working in modalità semplificata, inviando una semplice comunicazione al Ministero e senza che sia stato preventivamente siglato un accordo individuale
Questo è il cosiddetto smart working semplificato, sperimentato già durante l’epoca Covid per mandare avanti le attività produttive. Con questo sistema il datore di lavoro del settore privato può comunicare l’avvio della procedura a più lavoratori senza la necessità di allegare accordi individuali
In sostanza, la modifica introdotta con il DL Semplificazioni prevede che diventi regola vigente questa tipologia di procedura snella. La nuova norma elimina l’obbligo di trasmettere i singoli casi al Ministero, sostituendo l’intera procedura con la sopra citata comunicazione
Una soluzione che va incontro anche alle richieste avanzate dai sindacati nell’ambito del Protocollo Nazionale sul lavoro in modalità agile nel settore privato, sottoscritto lo scorso 7 dicembre.
Presentato in Campidoglio libro su privacy e protezione dati – Evento patrocinato da Ciu Unionquadri.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaRoma, 28 lug. (askanews) – Presentato in Campidoglio libro “Diritto della privacy e protezione dei dati personali – Il GDPR alla prova della data driven economy” di Alessandro Alongi e Fabio Pompei. L’iniziativa è stata patrocinata dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dalla Confederazione Italiana di Unione delle professioni intellettuali (CIU), organizzazione presente al CNEL e al CESE di Bruxelles.
L’iniziativa si è incentrata su come le innovazioni digitali abbiano favorito lo sviluppo di una nuova economia basata sui dati, evidenziandone non solo gli aspetti positivi ma anche, e soprattutto, le molteplici criticità sottese a tale nuovo modello economico. Le argomentazioni esposte fanno parte perlopiù del nuovo libro dei due autori che segue e completa il precedente volume “Il valore dei dati nell’ecosistema digitale – Etica e diritto ai tempi del web”, prefatto dall’allora Presidente del Parlamento UE Antonio Tajani. Ad aprire i lavori della giornata il Consigliere capitolino Mariano Angelucci, Presidente della Commissione Turismo, Moda, Relazioni Internazionali e grandi eventi.
Angelucci ha dichiarato che “Oggi i giganti di Internet, in cambio di servizi solo all’apparenza gratuiti, utilizzano i nostri dati personali per alimentare il proprio business”, aggiungendo come “la raccolta e analisi di dati possono essere una risorsa essenziale per la crescita economica e per la creazione di posti di lavoro. Il loro utilizzo ha potenzialità enormi in settori chiave come turismo, sanità, tutela dell’ambiente, sicurezza e gestione delle emergenze, energia, trasporti.” In conclusione Angelucci ha sottolineato come “Il Comune di Roma è sempre aperto ad iniziative di divulgazione come questa per promuovere un uso responsabile di Internet e della tecnologia in generale”.
I due autori hanno poi illustrato i principali temi trattati nel volume, evidenziando che gli interi proventi derivanti dalle vendite saranno donati alle realtà che si occupano di tutelare le vittime di cyberbullismo, furto di identità, catfishing e a tutte quelle associazioni che, quotidianamente, contrastano con la loro azione il triste fenomeno della disinformazione online, di cui le fake news sono alla base. Tale supporto si rende necessario, a parere dei due autori, per sostenere e realizzare una cultura all’uso consapevole e responsabile del digitale tra i giovanissimi, ma anche ai genitori e alle famiglie in generale, adulti che si sono ritrovati catapultati, nel giro di pochi anni, all’interno di in una società completamente cambiata e con molti rischi inattesi, come ad esempio le frodi telematiche.
Il libro, prefatto dal Commissario Agcom Antonello Giacomelli, analizza inoltre le caratteristiche essenziali del Regolamento privacy. E lo fa passando in rassegna i principali istituti, i protagonisti e gli strumenti giuridici di data governance, per poi concentrarsi sulle criticità e la (scarsa) regolamentazione della data drive economy, provando a fornire qualche spunto di riflessione sui nodi ancora irrisolti e da sciogliere urgentemente per generare quel clima di fiducia necessario per lo sviluppo dell’umanesimo digitale tanto invocato.
Le conclusioni della giornata sono state formulate da Andrea Torrente di Cynet, nota società di sicurezza informatica israeliana che, grazie ai suoi prodotti di ultima generazione e servizi H24, aiuta le aziende ad identificare falle di sicurezza attraverso un sofisticato motore di intelligenza artificiale (AI) rilevando le minacce più evolute e gestendo la sicurezza degli endpoint.
Le tecnologie per la sicurezza e la difesa: dal CESE via libera alla proposta della Commissione UE.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaDisco verde del CESE – il Comitato economico e sociale europeo – alla tabella di marcia europea per le tecnologie critiche per la sicurezza e la difesa, iniziativa promossa dalla Commissione UE a sostegno della tecnologia e dei settori critici per la difesa e la sicurezza all’interno dell’Unione.
Il Comitato, nella seduta plenaria tenutasi a Bruxelles nei giorni scorsi, l’ultima prima della pausa estiva, ha espresso il proprio sostegno alle proposte dell’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen, ritenute corrette nel metodo e nel merito oltre che suscettibili di rispondere alle molteplici sfide geopolitiche che il Vecchio Continente dovrà affrontare. Ha sottolineato tuttavia la necessità di sviluppare una maggiore integrazione fra i settori della difesa e quello civile, ricercando ulteriori e più proficue interazioni, a livello orizzontale e verticale, tra ricerca, innovazione e sviluppi industriali, con maggiore coordinamento fra Stati membri e Unione europea.
Soddisfazione da parte del relatore del parere, l’italiano Maurizio Mensi (rappresentante della CIU-Unionquadri, organismo presente al CESE e al CNEL) che ha rilevato come: “Le tecnologie civili e militari “dual use” e le sinergie in materia di difesa, sicurezza e spazio debbano essere sviluppate e integrate a livello europeo e nazionale. Proprio per questo l’Osservatorio europeo sulle tecnologie critiche, strumento chiave della tabella di marcia, deve essere dotato di una governance chiara, risorse adeguate e un forte status istituzionale per stabilire con chiarezza obiettivi, regole e criteri per la valutazione di tecnologie e dati”.
Nel suo parere, il CESE suggerisce che sia adottato rapidamente un approccio globale in grado di superare la tradizionale distinzione civile-militare tipica del nostro assetto industriale. “L’invasione dell’Ucraina, da questo punto di vista, rappresenta un campanello d’allarme che segnala la necessità di agire in modo più efficace” ha continuato Mensi.
Dal punto di vista tecnico, il parere del CESE si concentra poi sulla necessità di integrare i risultati della fase di ricerca e sviluppo con la dimensione applicativa, chiarendo a chi compete la titolarità delle iniziative e quali siano le rispettive responsabilità.
Allo stesso tempo, il CESE invita gli Stati membri ad impegnarsi affinché gli investimenti nazionali nel settore della difesa siano coordinati a livello europeo, così da evitare la frammentazione e la duplicazione delle relative iniziative e spese.
Il Comitato propone altresì di semplificare e razionalizzare i programmi e gli strumenti europei per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, ritenuti fondamentali per la realizzazione della tabella di marcia. Al riguardo, il CESE propone di creare uno specifico sportello unico online per le piccole e medie imprese e le start-up, un vero e proprio “angolo UE-PMI” digitale, strumento atto a consentire alle imprese di inserire dati predefiniti e ricevere, in cambio, informazioni sui progetti UE atti a supportare al meglio il proprio sviluppo imprenditoriale.
Video descrittivo dell’evento tenutosi a Milano il 14 luglio 2022 sul tema del Salario Minimo Garantito. Legge e contrattazione collettiva.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaVideo descrittivo dell’evento tenutosi a Milano il 14 luglio 2022 sul tema del Salario Minimo Garantito. Legge e contrattazione collettiva.
Bandi e Concorsi della Regione Lazio.
/in Bandi - Concorsi - Opportunità, Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaOPPORTUNITA’
Como