La conferenza internazionale “FED-Lex: The Future of European Digital Legislation-Shaping Policies for Innovation and Protection” si è conclusa la scorsa settimana con un entusiasmante e sostanziale scambio di opinioni sulle questioni legislative sollevate dall’intelligenza artificiale, dall’informatica quantistica e dalla sicurezza informatica.
Il primo giorno dell’evento ha visto la partecipazione di una serie di relatori, sia internazionali che interni, che hanno presentato una serie di punti di vista sull’intersezione tra IA e regolamentazione, da prospettive tecniche, organizzative, economiche e legali.
Il secondo giorno dell’evento, i dottorandi delle scuole di giurisprudenza di tutto il paese ci hanno visitato per condividere le loro ricerche sui temi della conferenza e ricevere utili consigli di ricerca dai nostri ospiti internazionali.
Spero di contribuire con tanti altri simili insieme ai colleghi!
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2025/04/1744027868979.jpg13652048zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-04-08 10:51:352025-04-08 10:51:36Intervento del Prof. Maurizio Mensi Cons. CIU Unionquadri al CESE
Si è tenuto oggi a Villa Lubin il convegno “Imprese sequestrate e confiscate: verso una strategia integrata di intervento”, organizzato a valle di un ampio lavoro istruttorio svolto dal Forum Imprese e Legalità del CNEL. L’evento è stato aperto dal presidente *Renato Brunetta* e dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
È stato siglato un *Accordo interistituzionale tra il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC).
Brunetta: “Il CNEL da oltre trent’anni è impegnato sul tema dei beni e delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata. Risale infatti al 1993 il primo contributo del CNEL sull’utilizzo sociale dei beni confiscati. Contributo che fu poi enucleato nella legge 109 del 1996. A fronte di tale importante retroterra, in questa nuova Consiliatura abbiamo voluto istituire il ‘Forum Imprese e Legalità’, nel cui ambito sono state individuate tutta una serie di criticità e anche di prospettive, per tutelare le imprese confiscate, salvaguardare l’occupazione e promuovere la legalità. Il Forum è ora al lavoro per redigere un disegno di legge entro il mese di giugno. È una missione portata avanti nella consapevolezza che questo settore necessità di un’assoluta trasparenza, di accountability, di efficienza e al tempo stesso di una piena partecipazione dei corpi intermedi. Questa è la chiave fondamentale”.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2025/04/1744035710719-1.jpg1132800zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-04-07 12:00:002025-04-08 11:47:00CNEL Cons. CIU Unionquadri Prof. Francesco Riva COMPONENTE DEL FORUM IMPRESE LEGALITA'
Intervento del nostro rappresentante CIU Unionquadri al Consolato Italiano a Boston.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2025/04/WhatsApp-Image-2025-04-03-at-14.59.53.jpeg11851004zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-04-04 10:20:132025-04-04 10:20:14Dal nostro rappresentante CIU Unionquadri negli Stati Uniti, Avv. Francesco Rizzo Marullo
“La Sostenibilità e le pratiche di benessere lavorativo, la Direttiva 2022/2464/UE: Clima e riconoscimento, l’inclusione comincia dall’empatia, non dalle policy”
Con questo contributo dell’avv. Andrea Musti e di Simone Cerlini, pubblicato sulla rivista Guida al Lavoro N. 12 del 27-3-2025 del gruppo Il Sole 24 Ore, si è voluto affrontare il tema del benessere lavorativo alla luce delle politiche sulla sostenibilità, come enunciate dalla direttiva europea CSRD.
Com’è noto, la direttiva 2022/2464/UE (CSRD, Corporate Sustainability Reporting Directive) si inquadra nell’ambito del Green Deal Europeo ed è finalizzata alla promozione della trasparenza e alla divulgazione di informazioni da parte delle Aziende circa gli impatti ambientali, sociali e legati alla governance (ESG) delle loro attività, mediante il rafforzamento degli obblighi di reporting da parte delle imprese.
Partendo dal Considerando 17 della Direttiva in base al quale: “Le informazioni sulla sostenibilità dovrebbero comprendere informazioni sugli intangibili, compreso il capitale umano, sociale e relazionale, e altre informazioni sulle attività intese a garantire la parità di trattamento, la parità di genere, la formazione e lo sviluppo delle competenze, il rispetto dei diritti dei lavoratori, il dialogo sociale e il coinvolgimento dei lavoratori, nonché informazioni sulla cultura aziendale.”
Gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) adottati da EFRAG, declinano la CSRD in obblighi concreti, e con gli indicatori GRI relativi al capitale umano e alle pratiche di benessere lavorativo. Anche la norma ISO 30415:2021 sulla diversity & inclusion offre una cornice operativa chiara, che prevede la valutazione delle barriere culturali e l’impegno sistemico della leadership nella promozione dell’inclusione.
Tuttavia, il quadro normativo europeo è ancora in evoluzione.
Infatti, il 26 febbraio 2025, la Commissione UE ha presentato, nell’ambito del cosiddetto “Pacchetto omnibus I”, due proposte legislative per semplificare gli obblighi informativi in materia di sostenibilità. L’annuncio era stato anticipato nella “Bussola della competitività”, il documento di orientamento legislativo della Commissione per l’attuale legislatura.
Questi segnali mostrano quanto il tema sia ancora aperto e oggetto di tensioni tra esigenze di trasparenza e istanze di semplificazione.
Si è cercato quindi di evidenziare il nodo culturale che merge dalla analisi:
Infatti, al di là dei vincoli normativi, rimane il nodo culturale su quale idea di organizzazione si intende costruire. Inclusione e riconoscimento invero non sono questione di compliance, ma di creazione di valore in azienda.
Nei bilanci di sostenibilità, integrati, sociali o di genere, è spesso citato un obiettivo, che assume diverse forme, ma nella sostanza è riconducibile a “costruire un clima di lavoro inclusivo, dove ciascuno si senta valorizzato, coinvolto e rispettato.”. Tra la policy e la pratica, c’è un passaggio invisibile e fondamentale, spesso trascurato: la qualità dell’ascolto. Ed è da lì che passa la possibilità di una vera inclusione. Il senso pieno della CSRD.
La competenza chiave, che non è solo una qualità personale, ma un atteggiamento che si può apprendere, è l’empatia. Ed è qui che le leadership si giocano la differenza tra gestire e guidare, tra ottimizzare e generare senso. L’empatia non è un sentimento astratto, ma un approccio che rende possibile la collaborazione, come direbbe Sebastiano Zanolli (Lavorare è collaborare, ROI Edizioni, 2024), perché fa percepire alle squadre il riconoscimento da parte del manager delle qualità individuali, del contributo di ognuno all’innovazione e al miglioramento continuo, fino alla dignità nel partecipare insieme alla costruzione di regole comuni.
L’autore Riccardo Maggiolo (nel suo “Lavorare è da boomer” pubblicato su Senza Filtro, 2024) evidenzia una frattura generazionale e culturale. Da una parte, organizzazioni ancora impastate di rituali stanchi, in cui l’inclusione è una parola d’ordine da retrocopertina; dall’altra, una nuova generazione che chiede relazioni vere, riconoscimento, ascolto, possibilità di incidere. Si tratta anche di attrarre e trattenere talenti, certo, ma quest’obiettivo passa dal ripensare il lavoro come esperienza di senso.
Ma come si concretizza tutto questo, oltre i principi? Esistono pratiche organizzative, anche diffuse, che possono fare la differenza.
Le buone pratiche organizzative
Ad esempio, chiedere ai manager di registrare i feedback dei collaboratori non è burocrazia, è costruzione di memoria organizzativa. Significa innanzitutto costringere all’ascolto di ogni singolo membro del team, poi dare dignità a ogni sollecitazione, tracciare i segnali deboli, non disperdere intuizioni e domande. Oppure, introdurre survey regolari sul benessere organizzativo, non per accumulare dati, ma per mettersi in discussione come contesto relazionale: come si sta davvero qui dentro? Cosa si respira? Cosa fare per migliorare? E ancora, premiare i responsabili che fanno crescere le persone, che valorizzano anche a costo di perdere le risorse migliori perché li si fa progredire nell’organizzazione e nella carriera. Perché lo sviluppo organizzativo è possibile attraverso lo sviluppo e la crescita delle persone. A volte è difficile lasciare andare quelli bravi, ma il bene dell’azienda spesso richiede di lasciarlo prendere il volo.
In conclusione
Una cultura inclusiva non si fonda solo sull’equità di trattamento, ma sulla disponibilità al cambiamento. E questo cambiamento non sempre nasce dall’alto: spesso prende forma da un’inquietudine, da un gesto laterale, da una proposta inaspettata. L’inclusione, insomma, non è una concessione, ma una scelta relazionale: riconoscere valore all’altro anche quando esce dallo script.
L’empatia, in fondo, è la forma più radicale di responsabilità organizzativa. Perché mette in discussione l’autosufficienza dei ruoli, la rigidità dei processi, la presunzione di sapere già tutto. Ci ricorda che l’identità di un’organizzazione – la sua vera forza – si costruisce nella relazione, nel riconoscimento reciproco, nella capacità di ascolto. Non basta scriverlo nei documenti: serve viverlo ogni giorno, in ogni scambio, in ogni gesto che trasforma un luogo di lavoro in una comunità che apprende.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/cropped-Logo-CIU-Ufficiale-.jpg512512zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-04-02 12:31:132025-04-02 12:31:21Contributo dell'Avv. Andrea Musti - Studio Legale Ichino Brugnatelli e Associati.
Hanno preso parte all’iniziativa il vicepresidente Risso e il consigliere Riva
01 APRILE 2025
Si è svolto oggi un incontro tra il CNEL e il Consiglio generale degli italiani all’estero. L’iniziativa, cui hanno preso parte il vicepresidente Claudio Risso, il consigliere Francesco Riva e una delegazione di dirigenti e funzionari del CNEL, rientra in una serie di incontri istituzionali che il Comitato di Presidenza del CGIE sta svolgendo in questi giorni, in vista dell’Assemblea plenaria prevista per il prossimo giugno.
Molti i punti toccati nel corso della riunione, dal fenomeno della fuga dei cervelli agli incentivi per il rientro di chi è espatriato, dalle politiche per contrastare lo spopolamento dei piccoli borghi agli interventi a supporto delle aree interne. Un tema quest’ultimo su cui il CNEL – come ha ricordato il vicepresidente Risso – sta lavorando per la messa a punto di un disegno di legge specifico.
“Il nostro obiettivo – ha sottolineato Risso – deve ruotare intorno al concetto di opportunità. Vanno create le condizioni perché chi si è trasferito all’estero e vuole tornare abbia l’opportunità reale di farlo. È fondamentale valorizzare l’apporto delle comunità degli italiani all’estero e il CNEL può essere il luogo giusto per questo. È necessario anche un impegno dal punto di vista culturale. La questione degli italiani all’estero non può essere attenzionata solo in campagna elettorale. Dobbiamo stabilire un rapporto costante con le comunità, approfondirne la conoscenza e fare qualcosa di concreto intervenendo su tematiche specifiche. Da questo punto di vista c’è tutta la nostra disponibilità”.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2025/04/WhatsApp-Image-2025-04-01-at-17.22.40-1-800-800-p-L-97.jpeg600800zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-04-02 12:02:282025-04-02 12:03:03IL CNEL INCONTRA IL CONSIGLIO GENERALE DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2025/04/DET.36-2025_001.png842587zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-04-01 16:09:502025-04-01 16:09:50Avviso pubblico per il conferimento di n. 6 borse di studio a supporto delle attività del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro- Riapertura termini per la borsa di studio a supporto delle attività dell'Ufficio V
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2025/03/Documento1_001.png842595zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-03-24 16:49:412025-03-25 16:27:00MOBILITÀ 2025 PERSONALE DOCENTE SOSTEGNO SU POSTO COMUNE
Da CIU-Unionquadri una proposta di legge che punta a definire i contorni giuridici e giuslavoristici di un profilo sempre più strategico per il sistema imprenditoriale nazionale e internazionale
Regolamentare la figura del data protection officer (Dpo) per garantire un’adeguata tutela dei dati personali e potenziare la sicurezza di imprese e cittadini. Puntando su un ventaglio di norme che, dalle competenze fino all’imparzialità del ruolo, siano in grado di definire con chiarezza i contorni giuridici, giuslavoristici ed economici di un profilo professionale ormai sempre più importante per la compliance aziendale e sempre più integrato nei vari settori del tessuto imprenditoriale europeo. Questo l’input al centro del convegno promosso e organizzato da CIU Unionquadri (Confederazione italiana di unione delle professioni intellettuali) e Comitato economico sociale europeo (Cese), «Data protection officer: ruolo e riconoscimento normativo. Verso una proposta di legge normativa», in collaborazione con Centro studi sul management e il lavoro (Cesmal), Centro studi Corrado Rossitto e Centro europeo di studi culturali.
La ricerca
A confermare il valore imprescindibile del Dpo anche i risultati della ricerca condotta da CIU-Unionquadri (membro del Cnel e del Cese) e Cesmal, che sarà presentata oggi nella cornice di Spazio Europa e si propone di capire come il data protection officer sia reclutato, utilizzato e incluso nel sistema impresa.
Su un campione di 100 aziende italiane – attive sia in ambito pubblico sia in ambito privato e che per legge devono avvalersi del Dpo (articoli 37-39 del Gdpr), il 95,7 per cento lo ha introdotto nel proprio organico. Una scelta che, al di là dell’aderenza al diktat normativo, strizza l’occhio a una maggiore consapevolezza del valore della privacy e della riduzione dei rischi, al miglioramento della reputazione aziendale e a una responsabilità tanto sociale quanto etica. Valori più o meno comuni a tutte le imprese considerate, per la maggior parte operative nell’ambito tecnologico (41 per cento), finanziario (16 per cento) e sanitario (13 per cento).
Poche sorprese sul fronte del genere: dietro alla scrivania, anche in questa posizione, si trovano molti più uomini (80,4 per cento) che donne (19,6 per cento). Un risultato che dimostra come gli stereotipi incidano pesantemente sulla distribuzione della leadership, soprattutto in contesti fortemente tecnologici come quelli delle aziende intervistate, dislocate prevalentemente al Centro (50 per cento) e al Nord (43 per cento), con una quota minoritaria al Sud (7 per cento).
Quanto, invece, al reclutamento, sono molte di più le imprese che scelgono di reclutare i propri Dpo dall’esterno (60,9 per cento) e prevalentemente dal settore legale (59,8 per cento) rispetto a quelle che affidano la mansione a dipendenti già assunti (39,1 per cento). In primis per necessità legate al budget a disposizione, poi alla complessità della gestione dei dati e alle risorse disponibili.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2025/03/images.png125402zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-03-20 13:10:212025-03-20 13:10:21Privacy, regolamentare la figura del Dpo per tutelare la sicurezza delle aziende.
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Intervento del Prof. Maurizio Mensi Cons. CIU Unionquadri al CESE
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaLa conferenza internazionale “FED-Lex: The Future of European Digital Legislation-Shaping Policies for Innovation and Protection” si è conclusa la scorsa settimana con un entusiasmante e sostanziale scambio di opinioni sulle questioni legislative sollevate dall’intelligenza artificiale, dall’informatica quantistica e dalla sicurezza informatica.
Il primo giorno dell’evento ha visto la partecipazione di una serie di relatori, sia internazionali che interni, che hanno presentato una serie di punti di vista sull’intersezione tra IA e regolamentazione, da prospettive tecniche, organizzative, economiche e legali.
Il secondo giorno dell’evento, i dottorandi delle scuole di giurisprudenza di tutto il paese ci hanno visitato per condividere le loro ricerche sui temi della conferenza e ricevere utili consigli di ricerca dai nostri ospiti internazionali.
Spero di contribuire con tanti altri simili insieme ai colleghi!
Grazie per il loro grande contributo a:
Anikó Szalai
Csongor István Nagy
Tribl Norbert
@gaborhajdu
Maurizio Mensi
Abigail Rekas
Roman Bieda
Neringa Gaubienė, PhD
Dr. László Gulyás, PhD
Dr Samantha Cheesman
Bálint Kovács
Pavlo Burdiak
Elizaveta Filina
@allspeakers
@allcolleagues
University of Szeged
CNEL Cons. CIU Unionquadri Prof. Francesco Riva COMPONENTE DEL FORUM IMPRESE LEGALITA’
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaSi è tenuto oggi a Villa Lubin il convegno “Imprese sequestrate e confiscate: verso una strategia integrata di intervento”, organizzato a valle di un ampio lavoro istruttorio svolto dal Forum Imprese e Legalità del CNEL. L’evento è stato aperto dal presidente *Renato Brunetta* e dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
È stato siglato un *Accordo interistituzionale tra il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC).
Brunetta: “Il CNEL da oltre trent’anni è impegnato sul tema dei beni e delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata. Risale infatti al 1993 il primo contributo del CNEL sull’utilizzo sociale dei beni confiscati. Contributo che fu poi enucleato nella legge 109 del 1996. A fronte di tale importante retroterra, in questa nuova Consiliatura abbiamo voluto istituire il ‘Forum Imprese e Legalità’, nel cui ambito sono state individuate tutta una serie di criticità e anche di prospettive, per tutelare le imprese confiscate, salvaguardare l’occupazione e promuovere la legalità. Il Forum è ora al lavoro per redigere un disegno di legge entro il mese di giugno. È una missione portata avanti nella consapevolezza che questo settore necessità di un’assoluta trasparenza, di accountability, di efficienza e al tempo stesso di una piena partecipazione dei corpi intermedi. Questa è la chiave fondamentale”.
Forum coordinato dal Consigliere Tulio Marcelli
Il volume è disponibile a questo link: https://www.cnel.it/Portals/0/CNEL/Comunicazione/quaderni%20del%20cnel/Quaderno%20Forum%20web%20bis.pdf?ver=2025-04-07-101559-280×tamp=1744025025075
Per approfondire vai alla notizia: https://www.cnel.it/Comunicazione-e-Stampa/Notizie/ArtMID/1174/ArticleID/5084/CONVEGNO-CNEL-SU-IMPRESE-SEQUESTRATE
Dal nostro rappresentante CIU Unionquadri negli Stati Uniti, Avv. Francesco Rizzo Marullo
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaIntervento del nostro rappresentante CIU Unionquadri al Consolato Italiano a Boston.
Contributo dell’Avv. Andrea Musti – Studio Legale Ichino Brugnatelli e Associati.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zaira“La Sostenibilità e le pratiche di benessere lavorativo, la Direttiva 2022/2464/UE: Clima e riconoscimento, l’inclusione comincia dall’empatia, non dalle policy”
Con questo contributo dell’avv. Andrea Musti e di Simone Cerlini, pubblicato sulla rivista Guida al Lavoro N. 12 del 27-3-2025 del gruppo Il Sole 24 Ore, si è voluto affrontare il tema del benessere lavorativo alla luce delle politiche sulla sostenibilità, come enunciate dalla direttiva europea CSRD.
Com’è noto, la direttiva 2022/2464/UE (CSRD, Corporate Sustainability Reporting Directive) si inquadra nell’ambito del Green Deal Europeo ed è finalizzata alla promozione della trasparenza e alla divulgazione di informazioni da parte delle Aziende circa gli impatti ambientali, sociali e legati alla governance (ESG) delle loro attività, mediante il rafforzamento degli obblighi di reporting da parte delle imprese.
Partendo dal Considerando 17 della Direttiva in base al quale: “Le informazioni sulla sostenibilità dovrebbero comprendere informazioni sugli intangibili, compreso il capitale umano, sociale e relazionale, e altre informazioni sulle attività intese a garantire la parità di trattamento, la parità di genere, la formazione e lo sviluppo delle competenze, il rispetto dei diritti dei lavoratori, il dialogo sociale e il coinvolgimento dei lavoratori, nonché informazioni sulla cultura aziendale.”
Gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) adottati da EFRAG, declinano la CSRD in obblighi concreti, e con gli indicatori GRI relativi al capitale umano e alle pratiche di benessere lavorativo. Anche la norma ISO 30415:2021 sulla diversity & inclusion offre una cornice operativa chiara, che prevede la valutazione delle barriere culturali e l’impegno sistemico della leadership nella promozione dell’inclusione.
Tuttavia, il quadro normativo europeo è ancora in evoluzione.
Infatti, il 26 febbraio 2025, la Commissione UE ha presentato, nell’ambito del cosiddetto “Pacchetto omnibus I”, due proposte legislative per semplificare gli obblighi informativi in materia di sostenibilità. L’annuncio era stato anticipato nella “Bussola della competitività”, il documento di orientamento legislativo della Commissione per l’attuale legislatura.
Questi segnali mostrano quanto il tema sia ancora aperto e oggetto di tensioni tra esigenze di trasparenza e istanze di semplificazione.
Si è cercato quindi di evidenziare il nodo culturale che merge dalla analisi:
Infatti, al di là dei vincoli normativi, rimane il nodo culturale su quale idea di organizzazione si intende costruire. Inclusione e riconoscimento invero non sono questione di compliance, ma di creazione di valore in azienda.
Nei bilanci di sostenibilità, integrati, sociali o di genere, è spesso citato un obiettivo, che assume diverse forme, ma nella sostanza è riconducibile a “costruire un clima di lavoro inclusivo, dove ciascuno si senta valorizzato, coinvolto e rispettato.”. Tra la policy e la pratica, c’è un passaggio invisibile e fondamentale, spesso trascurato: la qualità dell’ascolto. Ed è da lì che passa la possibilità di una vera inclusione. Il senso pieno della CSRD.
La competenza chiave, che non è solo una qualità personale, ma un atteggiamento che si può apprendere, è l’empatia. Ed è qui che le leadership si giocano la differenza tra gestire e guidare, tra ottimizzare e generare senso. L’empatia non è un sentimento astratto, ma un approccio che rende possibile la collaborazione, come direbbe Sebastiano Zanolli (Lavorare è collaborare, ROI Edizioni, 2024), perché fa percepire alle squadre il riconoscimento da parte del manager delle qualità individuali, del contributo di ognuno all’innovazione e al miglioramento continuo, fino alla dignità nel partecipare insieme alla costruzione di regole comuni.
L’autore Riccardo Maggiolo (nel suo “Lavorare è da boomer” pubblicato su Senza Filtro, 2024) evidenzia una frattura generazionale e culturale. Da una parte, organizzazioni ancora impastate di rituali stanchi, in cui l’inclusione è una parola d’ordine da retrocopertina; dall’altra, una nuova generazione che chiede relazioni vere, riconoscimento, ascolto, possibilità di incidere. Si tratta anche di attrarre e trattenere talenti, certo, ma quest’obiettivo passa dal ripensare il lavoro come esperienza di senso.
Ma come si concretizza tutto questo, oltre i principi? Esistono pratiche organizzative, anche diffuse, che possono fare la differenza.
Le buone pratiche organizzative
Ad esempio, chiedere ai manager di registrare i feedback dei collaboratori non è burocrazia, è costruzione di memoria organizzativa. Significa innanzitutto costringere all’ascolto di ogni singolo membro del team, poi dare dignità a ogni sollecitazione, tracciare i segnali deboli, non disperdere intuizioni e domande. Oppure, introdurre survey regolari sul benessere organizzativo, non per accumulare dati, ma per mettersi in discussione come contesto relazionale: come si sta davvero qui dentro? Cosa si respira? Cosa fare per migliorare? E ancora, premiare i responsabili che fanno crescere le persone, che valorizzano anche a costo di perdere le risorse migliori perché li si fa progredire nell’organizzazione e nella carriera. Perché lo sviluppo organizzativo è possibile attraverso lo sviluppo e la crescita delle persone. A volte è difficile lasciare andare quelli bravi, ma il bene dell’azienda spesso richiede di lasciarlo prendere il volo.
In conclusione
Una cultura inclusiva non si fonda solo sull’equità di trattamento, ma sulla disponibilità al cambiamento. E questo cambiamento non sempre nasce dall’alto: spesso prende forma da un’inquietudine, da un gesto laterale, da una proposta inaspettata. L’inclusione, insomma, non è una concessione, ma una scelta relazionale: riconoscere valore all’altro anche quando esce dallo script.
L’empatia, in fondo, è la forma più radicale di responsabilità organizzativa. Perché mette in discussione l’autosufficienza dei ruoli, la rigidità dei processi, la presunzione di sapere già tutto. Ci ricorda che l’identità di un’organizzazione – la sua vera forza – si costruisce nella relazione, nel riconoscimento reciproco, nella capacità di ascolto. Non basta scriverlo nei documenti: serve viverlo ogni giorno, in ogni scambio, in ogni gesto che trasforma un luogo di lavoro in una comunità che apprende.
IL CNEL INCONTRA IL CONSIGLIO GENERALE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaHanno preso parte all’iniziativa il vicepresidente Risso e il consigliere Riva
01 APRILE 2025
Si è svolto oggi un incontro tra il CNEL e il Consiglio generale degli italiani all’estero. L’iniziativa, cui hanno preso parte il vicepresidente Claudio Risso, il consigliere Francesco Riva e una delegazione di dirigenti e funzionari del CNEL, rientra in una serie di incontri istituzionali che il Comitato di Presidenza del CGIE sta svolgendo in questi giorni, in vista dell’Assemblea plenaria prevista per il prossimo giugno.
Molti i punti toccati nel corso della riunione, dal fenomeno della fuga dei cervelli agli incentivi per il rientro di chi è espatriato, dalle politiche per contrastare lo spopolamento dei piccoli borghi agli interventi a supporto delle aree interne. Un tema quest’ultimo su cui il CNEL – come ha ricordato il vicepresidente Risso – sta lavorando per la messa a punto di un disegno di legge specifico.
“Il nostro obiettivo – ha sottolineato Risso – deve ruotare intorno al concetto di opportunità. Vanno create le condizioni perché chi si è trasferito all’estero e vuole tornare abbia l’opportunità reale di farlo. È fondamentale valorizzare l’apporto delle comunità degli italiani all’estero e il CNEL può essere il luogo giusto per questo. È necessario anche un impegno dal punto di vista culturale. La questione degli italiani all’estero non può essere attenzionata solo in campagna elettorale. Dobbiamo stabilire un rapporto costante con le comunità, approfondirne la conoscenza e fare qualcosa di concreto intervenendo su tematiche specifiche. Da questo punto di vista c’è tutta la nostra disponibilità”.
Avviso pubblico per il conferimento di n. 6 borse di studio a supporto delle attività del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro- Riapertura termini per la borsa di studio a supporto delle attività dell’Ufficio V
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaDeterminazione del Segretario Generale n. 36 del 31 marzo 2025
Allegato B alla Determinazione del Segretario Generale n. 10 del 21 gennaio 2025- Borsa di studio a supporto delle attività dell’Ufficio V
Prof. Maurizio Mensi Cons. CIU Unionquadri al CESE
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaAl hashtag#ConsiglioUE per illustrare la posizione dell’European Economic and Social Committee in tema di hashtag#Industria e hashtag#Difesa, alla vigilia della presentazione del Libro Bianco sul futuro della Difesa europea di cui sono relatore
10° anniversario Fondo Conoscenza
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaMOBILITÀ 2025 PERSONALE DOCENTE SOSTEGNO SU POSTO COMUNE
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaPrivacy, regolamentare la figura del Dpo per tutelare la sicurezza delle aziende.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaDa CIU-Unionquadri una proposta di legge che punta a definire i contorni giuridici e giuslavoristici di un profilo sempre più strategico per il sistema imprenditoriale nazionale e internazionale
di Camilla Curcio
19 marzo 2025
Regolamentare la figura del data protection officer (Dpo) per garantire un’adeguata tutela dei dati personali e potenziare la sicurezza di imprese e cittadini. Puntando su un ventaglio di norme che, dalle competenze fino all’imparzialità del ruolo, siano in grado di definire con chiarezza i contorni giuridici, giuslavoristici ed economici di un profilo professionale ormai sempre più importante per la compliance aziendale e sempre più integrato nei vari settori del tessuto imprenditoriale europeo. Questo l’input al centro del convegno promosso e organizzato da CIU Unionquadri (Confederazione italiana di unione delle professioni intellettuali) e Comitato economico sociale europeo (Cese), «Data protection officer: ruolo e riconoscimento normativo. Verso una proposta di legge normativa», in collaborazione con Centro studi sul management e il lavoro (Cesmal), Centro studi Corrado Rossitto e Centro europeo di studi culturali.
La ricerca
A confermare il valore imprescindibile del Dpo anche i risultati della ricerca condotta da CIU-Unionquadri (membro del Cnel e del Cese) e Cesmal, che sarà presentata oggi nella cornice di Spazio Europa e si propone di capire come il data protection officer sia reclutato, utilizzato e incluso nel sistema impresa.
Su un campione di 100 aziende italiane – attive sia in ambito pubblico sia in ambito privato e che per legge devono avvalersi del Dpo (articoli 37-39 del Gdpr), il 95,7 per cento lo ha introdotto nel proprio organico. Una scelta che, al di là dell’aderenza al diktat normativo, strizza l’occhio a una maggiore consapevolezza del valore della privacy e della riduzione dei rischi, al miglioramento della reputazione aziendale e a una responsabilità tanto sociale quanto etica. Valori più o meno comuni a tutte le imprese considerate, per la maggior parte operative nell’ambito tecnologico (41 per cento), finanziario (16 per cento) e sanitario (13 per cento).
Poche sorprese sul fronte del genere: dietro alla scrivania, anche in questa posizione, si trovano molti più uomini (80,4 per cento) che donne (19,6 per cento). Un risultato che dimostra come gli stereotipi incidano pesantemente sulla distribuzione della leadership, soprattutto in contesti fortemente tecnologici come quelli delle aziende intervistate, dislocate prevalentemente al Centro (50 per cento) e al Nord (43 per cento), con una quota minoritaria al Sud (7 per cento).
Quanto, invece, al reclutamento, sono molte di più le imprese che scelgono di reclutare i propri Dpo dall’esterno (60,9 per cento) e prevalentemente dal settore legale (59,8 per cento) rispetto a quelle che affidano la mansione a dipendenti già assunti (39,1 per cento). In primis per necessità legate al budget a disposizione, poi alla complessità della gestione dei dati e alle risorse disponibili.
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