“La CIU, in merito all’intesa sulla rappresentanza sindacale siglata da CGIL, CISL, UIL e Confindustria il 31 Maggio, dichiara già da ora che da tale accordo deve essere esclusa la categoria dei Quadri. Questi, infatti, sono una categoria di lavoratori prevista dal codice civile, all’art. 2095, e non già una categoria contrattuale, e pertanto, come avviene per i dirigenti, devono essere esclusi dalla vincolatività di tale accordo.
In secondo luogo, la CIU, che è l’unica sigla che rappresenta i Quadri al CNEL (giusto Dpr del 20 gennaio 2012), non ha partecipato alle trattative” ha dichiarato Corrado Rossitto, Presidente Nazionale della CIU.
La necessità di una rappresentanza specifica differenziata per i Quadri risiede non solo nella peculiarità del ruolo da questi svolto in azienda, ma anche su un dato numerico rilevante che rende impossibile il superamento della soglia del 5%.
Infatti, su un totale di circa 17milioni di lavoratori dipendenti, il totale della categoria dei Quadri, non raggiungendo le 500.000 unità rappresenta solo il 2,9% degli stessi, sottolinea la CIU.
Pertanto, paradossalmente, se anche tutti i quadri del lavoro dipendente in Italia aderissero ad una sigla sindacale di rappresentanza specifica, con tale meccanismo monopolistico – che prevede lo sbarramento del 5% – si impedirebbe ad una categoria di prestatori di lavoro, sancita dall’art. 2095 c.c. e dalla legge 190/1985, di partecipare alla negoziazione collettiva, violando palesemente il principio di libertà sindacale costituzionalmente garantito (art. 39).
Per quanto riguarda il 5%, che è calcolato anche sul numero degli iscritti, va evidenziata la pratica della Confindustria che sistematicamente fa trattenere in busta paga le sole quote dei sindacati che firmano con essa i contratti e disincentiva l’adesione dei quadri al sindacato. È per questo che la CIU si batte da anni, nelle sedi giudiziarie, per vedere riconosciuti i solleciti dei propri iscritti affinché vengano effettuate le trattenute dalle aziende aderenti alla predetta Confederazione.
Con l’esclusione, infatti, di alcune organizzazioni sindacali dalla negoziazione nessun dipendente sarà interessato ad iscriversi ad un sindacato che non può tutelarlo efficacemente, con il risultato che, di fatto, la selezione dei sindacati abilitati a negoziare la farà il datore di lavoro e non il lavoratore.
Ciò evidenzia la CIU e conclude: quanto, infine, allo scaricare sul bilancio pubblico (INPS) l’onere della verifica degli iscritti, è una scelta che va contro le politiche nazionali e comunitarie sulla spesa pubblica di cui il Governo dovrebbe preoccuparsi.