Con un documento in otto punti, inviato alle forze politiche del Paese, la CIU sintetizza le proprie proposte per il programma del prossimo Governo, ponendo al centro le riforme per il lavoro: promuovere occupabilità e formazione continua.
“Consapevoli dell’importante sfida che i prossimi anni rappresentano per il mondo del lavoro, delle imprese e delle professioni, quelle della CIU” – ha dichiarato il Presidente Nazionale CIU Corrado Rossitto – “vogliono essere delle risposte concrete, moderne ed efficaci per il rilancio della competitività e soprattutto dell’occupabilità”.
Innanzitutto si chiede l’introduzione della c.d. contrattazione per fasce d’età, esempio di un moderno sistema di appoggio rivolto ai Quadri e alle elevate professionalità che differenzi i contenuti contrattuali, modellandoli sulle esigenze e aspirazioni professionali che cambiano e si sviluppano in ragione dell’età di pari passo. Così la contrattazione di genere attuata attraverso le appendici contrattuali ritagliate per la specificità delle lavoratrici quadro interessate. Ed ancora, poiché la CIU è convinta che le elevate professionalità abbiano sempre di più il bisogno di poter personalizzare il proprio profilo contrattuale, chiede l’assistenza contrattuale imposta per legge, ovvero una contrattazione individuale sindacalmente garantita.
La CIU inoltre – unica rappresentante dei Quadri (art. 2095 c.c., L. 190/1985) al CNEL – richiama l’attenzione sull’importanza di una rappresentanza specifica differenziata per i Quadri che su un totale di circa 17milioni di lavoratori, non raggiunge le 500.000 unità. La CIU pertanto, chiede che la categoria dei Quadri venga esclusa da qualsivoglia previsione legislativa che intenda misurare la rappresentatività dei sindacati in maniera indifferenziata e che per questa valga, invece, in merito alla rappresentanza, la qualità di membro del CNEL. Di converso è necessaria la soppressione del comma 1 dell’art. 8 della L.148/2011.
Ed ancora, è tempo di portare in Italia il cambiamento. “L’evoluzione del mercato del lavoro dipende essenzialmente da due fattori chiave: l’innovazione tecnologica e la mobilità internazionale” – prosegue Rossitto.
In questo senso, per la CIU, un ruolo fondamentale è ricoperto dalla formazione continua multidisciplinare, multisettoriale ed internazionale che deve essere resa obbligatoria per legge, il tutto nella logica del sostegno ai giovani e non giovani affinché alimenti quella duttilità e quel pragmatismo e la riconversione professionale quali chiave di risposta all’incertezza e rapida mutevolezza del mercato del lavoro attuale, nonché della rapida obsolescenza delle conoscenze professionali. Sempre nella stessa direzione deve sostenersi l’invecchiamento attivo e la periodica certificazione delle competenze che accompagni le più recenti misure legislative di allungamento della vita lavorativa, attraverso il quale si premino le professionalità disposte a continuare a lavorare.
“Per promuovere tutto ciò” – ha concluso Rossitto – “è indispensabile una responsabile politica di riduzione fiscale per il lavoro dipendente delle elevate professionalità. La defiscalizzazione dei costi della formazione continua rappresenta, tra tutte, un investimento a lungo termine imprescindibile insieme alla graduale riduzione della pressione fiscale sulle imprese che investono nell’assunzione dei giovani, nell’innovazione e nella ricerca”.