Responsabilità amministrativa 231 in caso di interesse dell’Ente alla violazione di norme di sicurezza.

La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 39129/2023, si è pronunciata su un caso di condanna per illecito amministrativo relativo all’aver omesso di dotare la porta scorrevole presente all’ingresso del luogo di lavoro di un sistema di sicurezza per impedire la fuoriuscita del cancello dalle guide o comunque di cadere, per colpa consistita in imperizia, negligenza, imprudenza nonché inosservanza delle norme in materia di prevenzione di infortuni sul lavoro, cagionando ad un dipendente lesioni personali gravi, essendo questi rimasto in parte schiacciato dal cancello che cadeva in terra, investendolo.

La difesa della società sosteneva l’insussistenza del requisito dell’interesse o del vantaggio dell’ente alla commissione dell’illecito, in quanto la società in concreto non si sarebbe giovata di alcun risparmio di spesa né di alcun incremento di economico, laddove la spesa per riparare il cancello sarebbe consistita in poche decine di Euro.

In tema di responsabilità amministrativa degli enti derivante da reati colposi di evento, i criteri di imputazione oggettiva, riferiti all’”interesse” o al “vantaggio”, sono alternativi e concorrenti tra loro, in quanto il criterio dell’interesse esprime una valutazione teleologica del reato, apprezzabile ex ante, cioè al momento della commissione del fatto e secondo un metro di giudizio marcatamente soggettivo, mentre quello del vantaggio ha una connotazione essenzialmente oggettiva, come tale valutabile ex post.

Ancora, in tema di responsabilità degli enti derivante da reati colposi di evento in violazione della normativa antinfortunistica, i criteri di imputazione oggettiva rappresentati dall’interesse o dal vantaggio, ricorrono, rispettivamente, il primo, quando l’autore del reato abbia violato la normativa cautelare con il consapevole intento di conseguire un risparmio di spesa per l’ente, indipendentemente dal suo effettivo raggiungimento, e, il secondo, qualora l’autore del reato abbia violato sistematicamente le norme antinfortunistiche, ricavandone oggettivamente un qualche vantaggio per l’ente, sotto forma di risparmio di spesa o di massimizzazione della produzione, indipendentemente dalla volontà di ottenere il vantaggio stesso.

Nel caso oggetto della pronuncia della Cassazione è stato ritenuto sussistente il criterio di imputazione oggettiva rappresentato dall’interesse, evidenziando che l’autore del reato aveva consapevolmente violato la normativa cautelare allo scopo di conseguire un’utilità per l’ente, rimarcando anche che il risparmio di spesa avuto di mira, pur modesto, non era certo irrisorio.

Alcune riflessioni sulle pensioni ed il ceto medio.

 

L’inflazione ha sicuramente decurtato le pensioni, sia di fascia bassa, sia quelle di fascia medio-alta: le prime hanno recuperato assai poco dai ritocchi decisi dal governo, le seconde per niente, di fatto sono bloccate.

Non si tratta, ovviamente, di legare l’importo della pensione al grado di inflazione, ma di ritoccare gli importi secondo una scala già peraltro fissata da accordi in sede ministeriale. La questione non è di poco conto poiché investe il modus vivendi della classe media, assai bistrattata in questi anni, tanto che qualche sociologo ha azzardato addirittura la sua scomparsa.

Va pure aggiunto che i pensionati, come tutte le categorie a reddito fisso, sono puntuali pagatori del fisco (alla fonte) e quindi sono una parte considerevole di quel 13% di italiani che pagano il 60% di tutti gli introiti fiscali.

La UIL per tali ragioni ha deciso di rivolgersi al giudice. “Abbiamo avviato cinque cause-pilota dice il segretario generale della Uilp, Carmelo Barbagallo contro il taglio della rivalutazione di tutte le pensioni di importo superiore a 4 volte il trattamento minimo Inps, che è pari a 2.101,52 euro mensili lordi, disposto dalla legge di Bilancio 2023. Vogliamo mantenere alta l’attenzione su questa ennesima ingiustizia, decisa oltretutto in un momento di forte crescita dell’inflazione. Interessa circa 3 milioni e mezzo di pensionati. Non è possibile che ogni volta che servono risorse si vadano a prendere dai pensionati. Naturalmente il nostro impegno è parallelamente rivolto anche alle pensioni di importo più basso, non c’è contraddizione in questa duplice difesa del potere d’acquisto”.

Le rivalutazioni delle pensioni sono state ulteriormente tagliate tra il 25% ed il 68%, penalizzando fortemente il 28% dei pensionati.

Si tratta di 3,5 miliardi di euro lordi (2,1 miliardi netti) che i pensionati medio-alti avrebbero dovuto ricevere e invece rimarranno fermi. Chi percepisce 3.600 euro lordi mensili alla fine dell’anno ne perderà oltre 1.427. Ancora peggio per chi riceve pensioni superiori.

Sono state cancellate le fasce di perequazione automatica che erano state previste dal governo Draghi e ne sono state introdotte ben sei che quasi azzerano la rivalutazione a chi prende una pensione più consistente del minimo.

Un pensionato con assegno superiore ai 100mila euro lordi l’anno ha perduto dal 2006 a oggi un’intera annualità a causa delle ripetute decurtazioni dell’adeguamento.

In particolare, il Sindacato lamenta che “Il criterio e l’entità (inadeguata e insufficiente) della perequazione della pensione per l’anno 2023, calcolata ed erogata dall’Inps, è manifestamente in contrasto con in principi fondamentali richiamati più volte dalla Corte Costituzionale, che anche nel 2020 aveva decretato che la perequazione delle pensioni dev’essere volta a garantire nel tempo l’adeguatezza dei trattamenti e a salvaguardarne il valore reale al cospetto della pressione inflazionistica”.

In effetti, la stessa Consulta in passato aveva affermato che: “L’eventuale introduzione da parte del legislatore di meccanismi limitativi della perequazione pensionistica incontra il limite, inderogabile e invalicabile, dell’osservanza dei principi di eguaglianza sostanziale ed è soggetta a rigorosi vincoli quantitativi, temporali, di proporzionalità e di ragionevolezza”.

Rapporto tra reato di maltrattamenti e licenziamento.

La Corte di Cassazione, Sezione Penale, con la sentenza n. 38306/2023 si è pronunciata sulla vicenda di una titolare di negozio, nel dettaglio una parrucchiera, imputata per il reato di maltrattamenti fisici e morali, aggravati dalla condizione di gravidanza della dipendente, commessi nel corso del rapporto di lavoro, conclusosi peraltro con un licenziamento per giusta causa.

In particolare, si dibatteva del delitto di maltrattamenti nella declinazione del cosiddetto mobbing verticale ovverosia le condotte vessatorie e prevaricatorie poste in essere dal datore di lavoro (o da soggetto gerarchicamente sovraordinato) nei confronti del dipendente-persona offesa.

Le condotte vessatorie si erano protratte negli anni ed erano consistite in umiliazioni ed insulti alla presenza di clienti del negozio e colleghe di lavoro della vittima, nell’obbligo di lavorare gratuitamente oltre l’orario previsto, nell’ostacolare in tutti i modi la dipendente a restare incinta e portare a termine la gravidanza minacciandola di licenziamento se questo fosse avvenuto.

A livello penale non rileva la valutazione di legittimità del licenziamento per giusta causa pronunciata dal Tribunale del lavoro, in quanto “la condotta vessatoria integrante mobbing non è esclusa dalla formale legittimità delle iniziative disciplinari assunte nei confronti dei dipendenti mobbizzati“.

Infatti, il licenziamento per giusta causa presuppone condotte gravemente inadempienti del lavoratore che ledono irrimediabilmente la fiducia del datore di lavoro e restano confinate nella relazione tra le parti private.

Al contrario, il delitto di maltrattamenti, nella sua accezione di mobbing verticale, è un illecito penale di mera condotta, perseguibile d’ufficio, che si consuma con l’abituale prevaricazione ed umiliazione commessa dal datore di lavoro nei confronti del dipendente, approfittando della condizione subordinata di questi e tale da rendere i comportamenti o le reazioni della vittima irrilevanti ai fini dell’accertamento della consumazione del delitto.

La figura e gli obblighi del preposto.

Il sistema prevenzionistico nei luoghi di lavoro è tradizionalmente fondato su diverse figure di garanti che incarnano distinte funzioni e diversi livelli di responsabilità organizzativa e gestionale: si fa riferimento al datore di lavoro, al dirigente ed al preposto.

In realtà complesse può riscontrarsi la presenza di molteplici figure di garanti: tale complessità suggerisce che l’individuazione della responsabilità penale passa non di rado attraverso una accurata analisi delle diverse sfere di competenza funzionale.

L’art. 2 del D.Lgs. 81/08 definisce il preposto come “la persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa”.

Secondo la definizione normativa, per preposto deve intendersi il soggetto preposto alla attività lavorativa cui sovrintende e non genericamente preposto alla sicurezza sul luogo di lavoro.

Dunque il preposto controlla la corretta esecuzione del lavoro, ossia esercita la necessaria vigilanza sul corretto svolgimento del lavoro.

In effetti, la qualifica di preposto deve essere attribuita più che in base a formali qualificazioni giuridiche, con riferimento alle mansioni effettivamente svolte nell’impresa (Cass. 17202/2019) e comunque non necessita di essere dimostrata attraverso prove documentali attestanti la formale investitura ben potendo essere desunta da circostanze di fatto (Cass. 31863/2019).

Gli obblighi di vigilanza, di fornire indicazioni di sicurezza, di informare i lavoratori del pericolo, di segnalare ogni condizione di pericolo e ogni deficienza delle attrezzature di lavoro, di interrompere ogni attività in presenza di condizioni di pericolo rientrano tutti negli obblighi del preposto.

Non va nemmeno dimenticato che per organizzare e attuare la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la prevenzione funziona bene soltanto con la collaborazione di tutti gli attori, dal datore di lavoro al dirigente, al preposto e ai lavoratori, ciascuno nell’ambito delle proprie attribuzioni e competenze.

L’obbligo di individuare i preposti, stabilito dall’art. 18 del d.lgs. n. 81/2008, ha come scopo il tentativo di rendere più efficace l’organizzazione del lavoro e il suo esercizio in sicurezza.

Da ultimo, non vi è dubbio che il preposto, così come datore di lavoro e dirigente, debba disporre di conoscenze e competenze diverse e ben più approfondite di quelle possedute dalle persone alla cui attività deve sovraintendere, da acquisire mediante formazione specifica.

Il termine di prescrizione del diritto del lavoratore all’indennità sostitutiva di ferie non godute.

Recentemente, l’ordinanza n. 21297/2023 della Suprema Corte di Cassazione ha ribadito che “Il termine di prescrizione del diritto del lavoratore all’indennità sostitutiva di ferie non godute decorre secondo le regole generali dal momento in cui il diritto medesimo può essere fatto valere, ossia dalla cessazione del rapporto di lavoro”.

Invero, il termine di prescrizione decennale si applica solo all’ordinaria azione risarcitoria che, nel corso del rapporto di lavoro, il dipendente può promuovere contro il proprio datore di lavoro per il fatto che non gli consenta di fruire delle (o di recuperare le) ferie, atteso il principio della loro non monetizzabilità nel corso del rapporto di lavoro (art. 10 d.lgs. n. 66/2003).

In tal caso effettivamente il termine decorre dal verificarsi del danno e, quindi, in costanza del rapporto di lavoro.

Nel caso di specie l’oggetto della domanda risultava del tutto diverso: esso era rappresentato dall’indennità sostitutiva delle ferie non godute, che può essere richiesta dal lavoratore solo alla cessazione del rapporto di lavoro, proprio in omaggio al suindicato principio di non monetizzabilità delle ferie durante il rapporto di lavoro.

In relazione a tale diritto – di natura diversa dal danno risarcibile durante il rapporto di lavoro – il termine di prescrizione decorre secondo le regole generali dal momento in cui il diritto medesimo può essere fatto valere, ossia dalla cessazione del rapporto di lavoro.

OMS: inserito il burnout nell’International Classification of Diseases.

 

Il termine inglese Burnout significa letteralmente “bruciato fuori” ed esprime con un’efficace metafora il “bruciarsi” del lavoratore ed il suo conseguente cedimento mentale e fisico, complici anche i progressi in ambito tecnologico che rendono i lavoratori reperibili in qualsiasi circostanza, impedendo loro di “staccare la spina” dal lavoro.

Questa condizione di stress lavoro correlato, definita “Burnout”, colpisce l’aspetto psicofisico del lavoratore rendendolo emotivamente instabile e, se non risolta, può favorire l’insorgenza di quadri depressivi e nevrotici.

A fronte di questa consapevolezza, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto ufficialmente il Burnout come sindrome occupazionale nella nuova Classificazione ICD, ovvero nella Classificazione Internazionale delle Malattie e dei problemi correlati.

L’OMS tiene a specificare che non è una condizione medica, sebbene possa essere curata, ma un fenomeno occupazionale e quindi strettamente legato alla condizione lavorativa, pertanto non dovrebbe essere applicato per descrivere esperienze negative in altri contesti.

Il burnout o “stress da lavoro” è la risposta ad uno stress emotivo cronico e persistente da riconoscere tempestivamente per essere curato.

Per diagnosticarlo, l’OMS ha fornito alcune direttive a cui medici e infermieri possono fare riferimento. Per quanto riguarda la sintomatologia, i lavoratori possono presentare:
• esaurimento psicofisico (spossatezza, debolezza energetica);
• isolamento dal lavoro, cinismo e sentimenti negativi (tendenza a considerare le persone come oggetti);
• ridotta efficacia professionale (perdita di significato del proprio operato e ridotta produttività).

Dopo aver valutato e riconosciuto i sintomi, l’OMS specifica che occorre escludere altri disturbi che possono presentare sintomi simili quali la depressione, il disturbo di ansia o di adattamento.

OBLIO ONCOLOGICO. RIVA: RUOLO CNEL CENTRALE PER LEGGE DI CIVILTA’, VELOCIZZARE APPROVAZIONE.

 

“Il 21 marzo 2023 l’Assemblea del CNEL ha approvato un disegno di legge sull’oblio oncologico, dimostrando la sua centralità su una battaglia di civiltà con l’obiettivo di tutelare le persone guarite da malattie oncologiche, arginando lo stigma che purtroppo influenza negativamente i progetti di vita di milioni di persone che hanno il desiderio di pianificare il proprio futuro. Il disegno di legge, confluito in un testo unificato, è stato approvato all’unanimità dalla Camera dei deputati. Adesso la palla passa al Senato e ci auguriamo che venga velocizzato l’iter di approvazione.

La legge sull’oblio oncologico è un esempio virtuoso di come il CNEL sia centrale nei processi propositivi e decisionali del paese. Mi preme ringraziare il presidente Tiziano Treu, il presidente Renato Brunetta, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e tutti i funzionari del CNEL che hanno collaborato attivamente nella stesura del disegno di legge, esempio di come si possa dare una risposta tempestiva alle esigenze dei cittadini.

Il CNEL, con il Presidente Brunetta, farà la sua parte affinché l’approvazione della legge non subisca rallentamenti e ha l’obiettivo di proporre un disegno di legge che vorremmo chiamare ‘No tumore’ che ha l’intento di indicare gli stili di vita che possano contribuire alla diminuzione dell’incidenza dei tumori. E abbiamo, infine, l’ambizioso progetto di presentarlo, insieme al presidente Brunetta, entro il 2024”.

Lo ha detto Francesco Riva, relatore del disegno di legge del CNEL sull’oblio oncologico e coordinatore del Gruppo di lavoro ‘Sport, Alimentazione e Benessere’ del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro, in occasione del convegno ‘Legge sul diritto all’oblio oncologico, una conquista di civiltà’, promosso dall’AIOM in occasione della giornata precongressuale dell’associazione, tenutosi presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto.

DIARIO URBANO/RITRATTI – TERNI 2022_2023.

Progetto finanziato dalla Fondazione Carit, in partenariato con il Comune di Terni, Coop Sociale ACTL, Ordine degli Architetti della Provincia di Terni e dalla Confederazione CIU Unionquadri (Professioni Intellettuali), attraverso il Bando RGC.

La Città – Civitas con i cittadini, raccontata attraverso le immagini che diventano protagonisti di una narrazione collettiva.

L’iniziativa è stata promossa dal responsabile CIU Unionquadri, per la provincia di Terni, Fabrizio Borelli, fotografo, regista, esperto di tecniche e linguaggi digitali.

Diario Urbano con le riflessioni ed i pensieri dei protagonisti vuole essere l’avvio di un progetto artistico più ampio che porti attraverso le immagini le istanze sociali della comunità.

La partecipazione di CIU Unionquadri, che nel CNEL rappresenta i ricercatori, i quadri e le nuove professioni, è dovuta all’attenzione che la CIU pone alle figure professionali nel settore culturale, al centro di profondi mutamenti provocati dalle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro (digitalizzazione, intelligenza artificiale, algoritmi).

Molte sono le professioni a rischio estinzione (fotografi, scrittori, web designer…) ma anche molte le nuove figure emergenti che necessitano quindi di nuovi percorsi formativi e di aggiornamento urgente dei profili e delle competenze per essere in grado di affrontare e sostenere i processi di cambiamento.

Diario Urbano è con le parole del Vice Sindaco di Terni, Riccardo Corridore, “la premessa per l’avvio di progetti futuri, nell’ambizione di potere realizzare un Centro di documentazione e ricerca di eccellenza, finalizzato alla valorizzazione della fotografia e della cultura visiva. La città che “parla” dove i cittadini attraverso il fermo immagine sono testimoni del valore primario e fondante della comunità, in omaggio al modello della civitas romana, inclusiva, dinamica e crescente”.

Oblio Oncologico: più vicina la Legge Gabriella Ancora, Presidente Ciu Unionquadri: una battaglia di civiltà a tutela delle persone guarite CNEL – Plenaria Marco Biagi.

Il ruolo istituzionale del CNEL, come ha affermato il Presidente Renato Brunetta, “di stimolo e consulenza con la società civile, diventa essenziale su una battaglia come questa che ha un aspetto economico e sociale nel promuovere una legge volta a colmare un vulnus che compromette indirettamente anche lo sviluppo economico del Paese”.

Il Consigliere di Ciu Unionquadri Francesco Riva, che nel CNEL rappresenta i ricercatori, i quadri e le elevate professionalità, su richiesta dell’AIOM ha svolto una serie di audizioni e approfondimenti per giungere alla proposta di legge approvata poi alla Camera dei Deputati all’unanimità.

Presenti il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, il Ministro per la Salute, Orazio Schillaci e l’ex Ministro per la Salute, Beatrice Lorenzin.

Ciu Unionquadri si augura, come anche auspicato dalla Senatrice Lorenzin, che in Senato non vengano fatte ulteriori modifiche alla proposta di legge originaria, in quanto è assolutamente urgente che la legge venga da subito applicata.

Restituire l’incanto a Villa Medici

Restituire l’incanto a VillaMedici

In occasione della fiera EDIT Napoli, l’Accademia di Francia a Roma annuncia i vincitori del secondo bando di selezione per il riallestimento delle camere degli ospiti di Villa Medici e l’apertura di un terzo bando

Con il suo progetto Restituire l’incanto a Villa Medici, l’Accademia di Francia a Roma ha avviato una serie di concorsi per affidare il riallestimento delle camere degli ospiti di Villa Medici a gruppi di architetti, designer e artisti che lavorano in stretta collaborazione con professionisti del mondo dell’artigianato artistico.

 

Il progetto è realizzato in collaborazione con il Mobilier National, istituzione protagonista della promozione delle arti decorative francesi e della conservazione del patrimonio dal XVII secolo, e con il prezioso sostegno della Fondation Bettencourt Schueller, sponsor nel settore dei mestieri d’arte da oltre 20 anni. Sostenuto anche dalla Fondation Banque Populaire e dalla Maison Tréca Paris, questo progetto offre uno spazio unico per il design contemporaneo a Villa Medici.

 

Al termine del secondo bando avviato lo scorso marzo, la giuria presieduta da Sam Stourdzé ha selezionato 2 nuovi progetti vincitori: il progetto IL CIELO IN UNA STANZA di Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto (Studio Zanellato/Bortotto) con Patrizia Mian (Incalmi) e il progetto PARS PRO TOTO di Eliane Le Roux, Miza Mucciarelli (Atelier Misto), Terre di Sciara (rappresentato da Giannella Sanna) e Pietro Spoto. Questi progetti si insedieranno tra il 2024 e il 2025 nelle stanze degli ospiti dello storico edificio di Villa Medici.

 

Si aggiungono ai due progetti vincitori precedenti: il progetto CAMERA FANTASIA di Gaëlle Gabillet Stéphane Villard (Studio GGSV, Parigi, FR), Riccardo Cavaciocchi (Paper Factor, Lecce, IT), Matthieu Lemarié (Parigi, FR) e il progetto STUDIOLO di Sébastien Kieffer e Léa Padovani (Pool, Parigi, FR), Romain Boulais e Félix Lévêque (Atelier Veneer, Parigi, FR).

 

Dopo l’annuncio dei vincitori del secondo bando, sempre nel corso della fiera del design editoriale e d’autore di EDIT Napoli, l’Accademia ha lanciato inoltre un nuovo bando di concorso per il riallestimento di camere degli ospiti dell’edificio storico di Villa Medici. Il bando è aperto dal 6 ottobre al 6 dicembre 2023 (dettagli più avanti).

I NUOVI VINCITORI

Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto creano lo nel 2013 a Treviso. Nello stesso anno presentano il loro primo progetto al Salone Satellite di Milano. La collezione, chiamata “Acqua Alta”, è un omaggio a Venezia. È l’inizio di una lunga e costante ricerca sul rapporto tra i luoghi e lo scorrere del tempo, un legame analizzato attraverso la reinterpretazione di tecniche artigianali tradizionali. Lo studio si occupa di product design, edizioni limitate per gallerie, direzione artistica e progetti di interior design.

Studio Zanellato/Bortotto, Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto (Treviso, IT)

Artigiani: Incalmi, Patrizia Mian et Gianluca Zanella (Venezia, IT)


Progetto: Il cielo in una stanza

 

Ispirato da una passeggiata per le strade di Roma, il progetto attinge agli elementi distintivi della città. Il verde dei pini di Roma si contrappone al blu delle pareti che estendono il cielo romano all’interno della stanza. La parete scorre verticalmente lungo la scala rivestita di tessere di rame smaltate a fuoco. I materiali riflettono la luce che entra dalla grande finestra. La passeggiata prosegue tra i mattoni romani che, con il loro gioco geometrico e le pareti parasole, hanno ispirato un modulo di mattoni bianchi in argilla refrattaria.

 

studio Zanellato/BortottoIncalmi

Eliane Le Roux (Bruxelles, BEL), Miza Mucciarelli – Atelier Misto (Brescia, IT), Terre di Sciara rappresentato da Giannella Sanna (Milano, IT) e Pietro Spoto (Milano, IT)

 

Progetto: Pars pro toto

 

Ispirandosi alle tecniche di Balthus, pittore e direttore di Villa Medici dal 1961 al 1977, il team concepisce di lavorare la stanza come una microarchitettura, utilizzando sistemi di volte e archi. Gli spazi si succedono altro verso nuove volumetrie, creando una dinamica fluida e armoniosa. Gli artigiani del team applicheranno poi delle patine uniche, appositamente studiate per la camera, utilizzando tecniche tradizionali. Queste patine, che variano sottilmente nella texture, creano un’atmosfera unica, evocativa dell’arte e della tranquillità che caratterizzano il luogo.

 

Eliane Le Roux ha una pratica multidisciplinare. Come scenografa, direttrice artistica e fondatrice dello studio Rocas, è impegnata in progetti che combinano la sua passione per la pietra in tutti i suoi aspetti con l’architettura, l’arte e il paesaggio.

 

Miza Mucciarelli (Atelier Misto) è specializzata in progetti che combinano l’artigianato con una scelta di materiali preziosi, sperimentando, ricercando e combinando costantemente nuove tecniche e materiali per raggiungere un’estetica personale.

 

Terre di Sciara, nasce nel 2012 nasce nel 2012 dalle ricerche di Giannella Sanna sulla terra vulcanica. Il risultato del suo lavoro esplorativo consiste nella realizzazione di un intonaco di calce fatto a mano, ricco di texture e variazioni cromatiche uniche.

 

Pietro Paolo Spoto è un artista visivo coinvolto in progetti innovativi nei campi dell’architettura e dell’ingegneria, a dimostrazione del suo impegno nel creare e migliorare ambienti arricchenti per tutti.

Lancio del nuovo bando di concorso: 

 

L’Accademia lancia il terzo concorso per il riallestimento di camere degli ospiti dell’edificio storico di Villa Medici. Il concorso è aperto a designer, architetti e artisti contemporanei che lavorano insieme ad artigiani.

 

 

Calendario:

 

Venerdì 6 ottobre 2023 alle 12:00: apertura della piattaforma di candidatura per il terzo concorso

 

Mercoledì 6 dicembre 2023 alle 12:00: chiusura della piattaforma di applicazione

 

Primo trimestre 2024: selezione dei progetti vincitori

 

 

La giuria del concorso è composta da Alberto Cavalli, direttore esecutivo della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship e curatore generale di Homo Faber Event, Domitilla Dardi, storica del design e fondatrice di EDIT Napoli, Hedwige Gronier, direttrice degli sponsor culturali della Fondation Bettencourt Schueller, Hervé Lemoine, presidente del Mobilier national, Christine Macel, direttrice del Musée des Arts décoratifs, India Mahdavi, architetto, designer e scenografa, Isabelle de Ponfilly, presidente del Consiglio superiore dell’École nationale supérieure des Arts décoratifs. La giuria è presieduta da Sam Stourdzé, direttore dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici.

 

‣ Saperne di più sul concorso:

https://www.villamedici.it/fr/category/a-la-villa-fr/appels-a-projets/

 

‣ Presentare una candidatura:
https://reenchanter.villamedici.it/access3/

Ufficio stampa dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici:

 

Per l’Italia
Elisabetta Castiglioni
info@elisabettacastiglioni.it
T. +39 328 4112014

 

Per la Francia e l’internazionale (fuori Italia)
Agence Dezarts

agence@dezarts.fr

Lorraine Tissier Rebour: T. +33 6 75 83 56 94

Anaïs Fritsch: T. +33 6 62 09 43 63

Immagine di copertina: Villa Medici a Roma © Daniele Molajoli

Note:

 

L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici

 

Fondata nel 1666 per volontà di Luigi XIV, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici è un’istituzione francese che dal 1803 ha sede a Villa Medici, un edificio risalente al XV secolo circondato da un parco di sette ettari sul colle Pincio, nel cuore di Roma.

L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici è un’istituzione pubblica nazionale sotto la tutela del Ministero della Cultura francese che persegue oggi tre missioni principali: accogliere in residenza artisti, creatori e creatrici e storici dell’arte di spicco per soggiorni brevi o annuali; promuovere programmi culturali e artistici rivolti al grande pubblico, in grado di integrare tutte le forme dell’arte e i campi della creazione artistica; conservare, restaurare, studiare e valorizzare le sue collezioni e il suo patrimonio architettonico e paesaggistico.

 

L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici è diretta da Sam Stourdzé.

 

Il progetto Restituire l’incanto a Villa Medici

 

Nel 2022, l’Accademia di Francia a Roma ha avviato il progetto Restituire l’incanto a Villa Medici per promuovere il design contemporaneo e l’artigianato a Villa Medici in uno spirito di dialogo con il suo ricco patrimonio.

 

La direzione artistica dei diversi capitoli del progetto è affidata a nomi di rilievo internazionale nonché a giovani designer invitati ad occupare gli spazi di Villa Medici.

 

Il progetto prevede tre capitoli, dal 2022 al 2025:

 

Capitolo 1:

 

Nel dicembre 2022, i sei saloni di rappresentanza situati al livello del giardino di Villa Medici sono stati riallestiti sotto la direzione artistica di Kim Jones e Silvia Venturini Fendi, con il coinvolgimento di designer come Chiara Andreatti, Noé Duchaufour-Lawrance e Toan Nguyen, con il sostegno di FENDI. Il nuovo allestimento comprende un’eccezionale collezione di arazzi moderni e contemporanei in prestito dal Mobilier National, opera di Louise Bourgeois, Sheila Hicks, Aurélie Nemours, Alicia Penalba, Sonia Delaunay, Raoul Ubac, Eduardo Chillida e Patrick Corillon.

Capitolo 2:

 

Nell’aprile 2023, le sei camere storiche del primo piano sono state riallestite dall’architetto, designer e scenografa India Mahdavi. India Mahdavi ha proposto una nuova interpretazione in cui la geometria e il colore giocano un ruolo predominante e ha coinvolto i professionisti dell’artigianato francesi e italiani che perpetuano le competenze di eccellenza come l’intarsio del legno, la terracotta, la tessitura e l’ebanisteria.

Capitolo 3:

 

Tra il 2023 e il 2025, le camere degli ospiti dell’edificio storico saranno affidate a dei team di architetti, designer e artisti contemporanei in collaborazione con professionisti dell’artigianato di eccellenza e selezionati tramite tre concorsi successivi.

EDIT Napoli

 

EDIT Napoli è la fiera internazionale dedicata al design editoriale e d’autore —diretta da Emilia Petruccelli e Domitilla Dardi – con l’obiettivo di sostenere e promuovere un nuovo concetto di design fondato sulla territorialità, la sostenibilità e la qualità a dispetto della quantità, con processi di produzione che coniugano l’artigianato al design in pezzi replicabili. La quinta edizione si terrà dal 6 all’8 ottobre 2023 all’Archivio di Stato di Napoli e in una selezione di luoghi simbolo della cultura partenopea e mediterranea.

 

www.editnapoli.com

 

 

Le Mobilier national

 

Il Mobilier national sostiene le arti e i mestieri fin dal XVII secolo e la sua missione è quella di garantire la conservazione e il restauro delle sue collezioni uniche, nonché di perpetuare e trasmettere il suo eccezionale savoir-faire. L’istituzione non è solo un importante sito del patrimonio, ma anche un protagonista della creazione contemporanea e della promozione delle arti decorative francesi.

Il Mobilier national crea e restaura decine di migliaia di mobili e oggetti destinati all’arredamento e alla decorazione di edifici pubblici in Francia e all’estero. Più di trecentoquaranta donne e uomini lavorano quotidianamente per mantenere, mettere in pratica e promuovere l’eccellente know-how dell’istituzione, a Parigi e nelle regioni limitrofe. Le fabbriche di Gobelins e Beauvais sono dedicate agli arazzi, la fabbrica di Savonnerie ai tappeti e i laboratori di Puy- en-Velay e Alençon ai merletti. L’Atelier de Recherche et de Création – l’ARC – promuove la creazione e il design contemporaneo in Francia.

 

www.mobiliernational.culture.gouv.fr

 

 

La Fondation Bettencourt Schueller

 

La Fondazione Bettencourt Schueller è una fondazione familiare, riconosciuta di pubblica utilità fin dalla sua creazione nel 1987, che si propone di “mettere le ali al talento” per contribuire al successo e all’influenza della Francia.

A tal fine, cerca, seleziona, sostiene, accompagna e promuove donne e uomini che oggi immaginano il mondo di domani, in tre campi che contribuiscono concretamente al bene comune: le scienze della vita, le arti e la solidarietà.

Con spirito filantropico, la fondazione agisce attraverso premi, donazioni, supporto personalizzato, comunicazione e iniziative co-costruite. Dalla sua creazione, la fondazione ha assegnato 634 premi e sostenuto più di 1.000 progetti guidati da individui, team, associazioni e organizzazioni di talento.

La Fondazione è impegnata nel settore dei mestieri d’arte da oltre 20 anni.
È uno dei primi attori a valorizzare la dimensione contemporanea di questi mestieri grazie al premio Liliane Bettencourt per l’Intelligenza della Mano®. Identifica queste competenze come un vantaggio di attrattiva internazionale che è necessario diffondere all’estero. Ha contribuito al riconoscimento dell’artigianato come pratica artistica ammissibile alle residenze internazionali. In questo contesto è mecenate di Villa Kujoyama dal 2014, di Villa Albertine dal 2021 e ora anche di Villa Medici.

 

www.fondationbs.org

 

 

La Fondation Banque populaire

 

Dal 1992, la Fondazione Banque Populaire è lo strumento di mecenatismo nazionale delle 14 Banche Popolari e dei loro soci. È impegnata nei settori della musica, della disabilità e, più recentemente, dell’artigianato artistico per aiutare persone di talento, inventive e tenaci ad avviare i loro progetti di vita.

È una delle più antiche fondazioni del settore finanziario ed è l’unica a sostenere gli individui fornendo loro mezzi finanziari ma anche il conforto di una rete di relazioni e un accompagnamento a lungo termine.

Attenta alla qualità dell’impegno profuso nei confronti dei suoi vincitori, la Fondazione ha cercato personalità di spicco in ogni campo per formare giurie di esperti. Ascolto, sostegno e fiducia sono il fondamento della Fondazione.
In 30 anni, 943 progetti hanno beneficiato del suo sostegno.

 

www.fondationbanquepopulaire.fr

 

 

La Maison Tréca Paris

 

Marchio del Gruppo Adova, gruppo francese produttore di letti di alta gamma, Tréca Paris incarna l’arte di dormire alla francese grazie a dei maestri artigiani il cui savoir-faire unico si tramanda dal 1935.

Con creazioni ispirate ai più grandi palazzi e concepite da designer di fama internazionale (Quaglio Simonelli, Andreas Weber, Christian Lacroix…), Tréca Paris invita a vivere un’esperienza di comfort su misura.

Tutte le collezioni di letti sono realizzate con materiali naturali, rari e preziosi sublimati nei laboratori francesi di Reichshoffen (Alsazia) e Mer (Loir-et-Cher), garantendo un sonno di eccellenza.

 

www.treca.com

 

Accademia di Francia a Roma — Villa Medici

Viale della Trinità dei Monti, 1 – Roma

Infoline: +39 06 67611

Sito web ufficiale: villamedici.it

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