OBLIO ONCOLOGICO: UNA LEGGE VOLUTA DAL CNEL, QUESTO È IL SUO RUOLO.

“Il 21 marzo 2023 l’Assemblea del CNEL ha approvato un disegno di legge sull’oblio oncologico”, ha dichiarato il presidente Renato Brunetta nel corso del convegno che si è svolto questa mattina a Villa Lubin su ‘Oblio oncologico: una battaglia di civiltà. Verso la legge che tutela le persone guarite da malattie oncologiche’. “La proposta – ha proseguito – è volta a consentire a chi è guarito di non dover dichiarare la malattia quando si trova a dover accendere un mutuo in banca, a richiedere un prestito o a firmare un nuovo contratto di lavoro. Presidente era Tiziano Treu, relatore consigliere Francesco Riva, che è l’anello di congiunzione tra la precedente e l’attuale Consiliatura. È una legge di civiltà, voluta dal CNEL perché è questo il suo ruolo, talvolta riconosciuto talvolta non riconosciuto. Ma al di là di quel che si dice del CNEL, noi svolgiamo i nostri compiti, indicati dalla Costituzione. Forniamo pareri, al Governo e al Parlamento. Proponiamo interventi legislativi. Stimoliamo il dibattito sociale e il confronto tra i corpi intermedi, sui temi rilevanti per il Paese”.

L’evento, organizzato dal CNEL in collaborazione con l’Associazione ‘Le 12 Querce – Centro studi Tony e Andrea Augello’, si è svolto alla presenza del Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi e l’ex Ministra per la Salute Beatrice Lorenzin. Il Ministro per la Salute Orazio Schillaci ha inviato un videomessaggio. È stata l’occasione per fare il punto sul disegno di legge sull’oblio oncologico, approvato dalla Camera dei Deputati lo scorso 3 agosto e che deve ora avere il via libera del Senato.

BRUNETTA: NO STIGMA, DANNO PER GUARITI E PER COLLETTIVITÀ

“La proposta di legge del CNEL – ha proseguito il presidente – si colloca in perfetta sintonia con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, con il Piano europeo contro il cancro e con la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, ed è in linea con i passi compiuti da molti altri paesi europei. L’idea stessa di uno statuto sociale della malattia, diverso e parallelo a quello dei cosiddetti sani, che produca i suoi effetti anche dopo che la guarigione è stata raggiunta, è un paradosso da scongiurare. La guarigione non può trasformarsi in colpa. Lo stigma di una vulnerabilità che si proietta sui progetti di vita di milioni di persone e sul loro desiderio di programmare il futuro. Un danno inaccettabile non solo per i cittadini coinvolti in questa subdola discriminazione ma per l’intera collettività”, ha concluso.

ABODI: PERMETTE DI LASCIARSI ALLE SPALLE PARENTESI MALATTIA

“Sono felice di essere qui – ha dichiarato il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi – per dare la mia personale testimonianza. Nel gennaio 2021, dopo una telefonata dall’ospedale Umberto I, sono giunto ad appuntamento della vita nel quale si trovano in tanti. Sono qui per condividere l’esigenza che tante persone come me sentono di lasciarsi alle spalle quella parentesi. Una volta approvata la norma in via definitiva, ci sarà ancora tanto lavoro da fare. C’è il tema dell’assistenza e della qualità della vita. Quando, tra qualche mese, potremo celebrare questa conquista di civiltà sarà una tappa di un percorso importante. L’associazione 12 Querce è impegnata in tutto ciò e la ringrazio”.

SCHILLACI: CONVERGENZA POLITICA GRANDE TRAGUARDO

“Chi guarisce dal cancro – ha sottolineato il Ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenuto con un videomessaggio – si trova di fronte ad altri steccati che ostacolano il ritorno alla normalità: ricerca del lavoro, adozioni, sottoscrizione di un mutuo o di un’assicurazione. Tutte circostanze nelle quali l’aver avuto un tumore pesa come uno stigma incancellabile. Porre fine a queste discriminazioni è una battaglia di civiltà. Insieme al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e con tutto il governo, abbiamo seguito con grande attenzione l’iter della legge sull’oblio oncologico, assicurando il supporto necessario per procedere speditamente. Considero un grande traguardo sul piano umano e sociale la convergenza di tutte le forze politiche su questa proposta di legge”.

RIVA: ESEMPIO DI COME SI POSSA DARE RISPOSTA A ESIGENZE CITTADINI

“La legge sull’oblio oncologico è un esempio virtuoso di come il CNEL sia centrale nei processi propositivi e decisionali del paese. Mi preme ringraziare il presidente Tiziano Treu, il presidente Renato Brunetta, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e tutti i funzionari del CNEL che hanno collaborato attivamente nella stesura del disegno di legge, esempio di come si possa dare una risposta tempestiva alle esigenze dei cittadini provati in maniera devastante da patologie severe, come appunto quelle oncologiche. Il CNEL ha dimostrato di poter tenere fede ai compiti che gli sono stati affidati dai padri costituenti”.

Lo ha dichiarato Francesco Riva, consigliere del CNEL e coordinatore del Gruppo di lavoro ‘Sport, Alimentazione e Benessere’, nel corso del convegno che si è svolto questa mattina a Villa Lubin su ‘Oblio oncologico: una battaglia di civiltà – Verso la legge che tutela le persone guarite da malattie oncologiche’. L’evento è stato organizzato dal CNEL in collaborazione con l’Associazione ‘Le 12 Querce – Centro studi Tony e Andrea Augello’.

LORENZIN: NORMA DA CALENDARIZZARE IMMEDIATAMENTE E SENZA MODIFICHE

“Sono contenta di essere qui per qualcosa che sta andando a buon fine. Parliamo di oblio oncologico da anni. Il fatto che si sia arrivati a risultato subito all’inizio di questa legislatura lo ritengo un fatto estremamente positivo. Il meglio è nemico del bene, quindi spero che la norma sia calendarizzata immediatamente e che la si lasci così com’è, senza proposte di modifica. È urgente che diventi operativa”. Queste le parole dell’ex Ministra per la Salute Beatrice Lorenzin.

AUGELLO (12 QUERCE): UN AIUTO PER TORNARE A PROGETTARE IL PROPRIO FUTURO

“Chi nasce in Italia – ha dichiarato Flaminia Augello (Associazione 12 Querce) – ha la fortuna di potersi avvalere delle competenze di un sistema sanitario straordinario. Io l’ho toccato con mano, anche dal punto di vista del supporto psicologico. Ma si gioca contro un avversario veramente forte. Oggi siamo qui per celebrare la vita delle persone che ce l’hanno fatta, perché possano ricominciare. Siamo qui per chi non c’è più, ma anche per chi ce l’ha fatta e vuole tornare a progettare il proprio futuro”.

BOLDRINI (AIOM): CNEL CI HA SUPPORTATO IN QUESTA BATTAGLIA DI CIVILTÀ

“Il CNEL ha supportato la nostra associazione – ha detto Mauro Boldrini della Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) – in questa battaglia di civiltà, per sancire quel che purtroppo è ancora un taboo: dal tumore si può guarire. I pazienti oncologico guariti non possono continuare a vivere sotto il peso di uno stigma, hanno diritto di avere la propria vita. La legge sull’oblio oncologico è una battaglia che consacra ulteriormente i successi relativi alla diagnosi precoce e alla prevenzione”.

CINIERI (AIOM): SI ALLA LEGGE, ITALIA SEGUA ESEMPIO ALTRI PAESI EUROPEI

“La campagna #iononsonoilmiotumore che abbiamo lanciato ci ha permesso di raccogliere in pochi mesi più di 100mila firme. Essere qui oggi a discutere della legge è un risultato importante. L’Italia deve seguire l’esempio degli altri Paesi europei e garantire il riconoscimento di questo diritto, che rappresenta una condizione essenziale per il ritorno a una vita dignitosa. Chiediamo che, dopo 10 anni dal termine delle cure per le neoplasie dell’adulto e dopo 5 per quelle dell’età pediatrica, i pazienti possano essere ritenuti guariti anche per la società”. Così Saverio Cinieri, presidente di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica).

COGNETTI (FOCE): PERCORSO VIRTUOSO, LEGGE ENTRO NOVEMBRE

“L’iniziativa del CNEL rappresenta un percorso virtuoso, confluito in una proposta unitaria che è stata approvata all’unanimità dalla Camera dei Deputati in agosto. La Commissione Sanità del Senato ci ha garantito che entro pochi giorni schedulerà il disegno di legge. Entro novembre la legge dovrebbe diventare effettiva, subito dopo l’approvazione da parte del Senato”. Lo ha detto Francesco Cognetti, presidente della FOCE (Confederazione Oncologici, Cardiologi ed Ematologi).

I NUMERI, IL PERCORSO

In Italia si calcola che siano 3,6 milioni le persone sopravvissute dopo una diagnosi di tumore. Circa un milione può essere considerato guarito da un punto di vista clinico, dal momento che non vi sono più evidenze di malattia e non vi è più un trattamento oncologico. Alla guarigione clinica deve però accompagnarsi anche una guarigione sociale. Deve venir meno lo stigma semantico. Per questo il CNEL ha proposto una legge sull’oblio oncologico, che tuteli i diritti di chi ha superato una neoplasia, compreso il diritto di non dare informazioni riguardanti la sua pregressa malattia, quando ad esempio si chiede un mutuo o si vuole adottare un bambino. È una legge volta a colmare un vulnus che compromette indirettamente anche lo sviluppo economico del Paese.

In Europa molti paesi sono intervenuti in tal senso, come Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Portogallo, Romania. In Italia negli ultimi anni la Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), con numerose Associazioni di pazienti, ha dato vita alla campagna #iononsonoilmiotumore con una raccolta firme che è arrivata ad oltre 100.000 adesioni. Nella scorsa legislatura sono state presentate numerose proposte di legge tutte poi decadute con la fine del governo Draghi. Nel dicembre 2022 la Fondazione AIOM ha contattato il CNEL, che su impulso del consigliere Francesco Riva ha svolto una serie di audizioni e approfondimenti, per giungere infine a una proposta di legge, che tenesse in considerazione le esigenze di tutte le parti interessate. Il disegno di legge è stato approvato dall’Assemblea del CNEL il 21 marzo 2023.

Una volta trasmesso in Parlamento, l’ampia convergenza delle forze politiche ha fatto sì che il 3 agosto siano state approvate alla Camera dei Deputati le nuove ‘Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche’. Rimane ora il passaggio al Senato.

Per vedere l’intervista del Presidente Renato Brunetta sulla legge sull’oblio oncologico, vai al link

Per rivedere l’evento integrale, vai al link

CNEL: PRESENTAZIONE DISEGNO DI LEGGE SULL’OBLIO ONCOLOGICO, PROPOSTO DAL CNEL SU INIZIATIVA DEL CONS. CIU UNIONQUADRI FRANCESCO RIVA APPROVATO ALL’UNANIMITA’ DALLA CAMERA NEL MESE DI AGOSTO U.S.

https://www.youtube.com/live/psLe-ca-XTo?si=_6VlycIg6ZjgCrsd

CNEL: PRESENTAZIONE DISEGNO DI LEGGE SULL’OBLIO ONCOLOGICO, PROPOSTO DAL CNEL SU INIZIATIVA DEL CONS. CIU UNIONQUADRI FRANCESCO RIVA APPROVATO ALL’UNANIMITA’ DALLA CAMERA NEL MESE DI AGOSTO U.S.

 

Il 27 ottobre si terrà presso la Plenaria Marco Biagi del CNEL, dalle 10 alle 13, il convegno “Oblio oncologico: una battaglia di civiltà – Verso la legge che tutela le persone guarite da malattie oncologiche”. Organizzato dal CNEL in collaborazione con l’Associazione “Le 12 Querce – Centro studi Tony e Andrea Augello”, l’evento verrà aperto dal presidente prof. Renato Brunetta e vedrà la partecipazione del Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, del Ministro per la Salute, Orazio Schillaci, dell’ex Ministra per la Salute Beatrice Lorenzin e del Consigliere del CNEL Francesco Riva (coordinatore del Gruppo di lavoro ‘Sport, alimentazione e benessere’ del CNEL). La giornata sarà l’occasione per fare il punto sul disegno di legge sull’oblio oncologico proposto dal CNEL, con il contributo della società civile e approvato all’unanimità lo scorso 3 agosto alla Camera.
Al convegno prenderanno parte anche Flaminia Augello (Associazione “Le 12 Querce”), Francesco Cognetti (Presidente Confederazione Oncologi Cardiologi Ematologi – Foce), Saverio Cinieri (presidente Associazione Italiana di Oncologia Medica – AIOM) e Mauro Boldrini (AIOM). A moderare i lavori sarà il giornalista Ernesto Menicucci (Il Messaggero).
I giornalisti potranno accreditarsi comunicando il proprio nominativo, la testata e l’eventuale presenza di attrezzatura per foto o video a ufficiostampa@cnel.it, entro le ore 18 di giovedì 26 ottobre. Sarà inoltre possibile seguire il convegno anche in diretta streaming sul canale Youtube del CNEL, al link https://www.youtube.com/watch?v=psLe-ca-XTo.

 

BANDO PER LA SELEZIONE DI GIOVANI RICERCATORI PER STUDI SU MERCATO DEL LAVORO E CONTRATTAZIONE COLLETTIVA.

Il CNEL ha indetto una selezione rivolta a giovani ricercatori e studiosi che, in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, siano interessati a svolgere studi e ricerche, anche di natura campionaria, interdisciplinare e comparata, sui seguenti temi:

 

  • dinamiche retributive, contratti e condizioni di lavoro;
  • dinamiche del mercato del lavoro e sue trasformazioni;
  • politiche attive del mercato del lavoro e politiche di inclusione dei gruppi svantaggiati;
  • fabbisogni professionali e produttività del lavoro;
  • mercato del tempo di lavoro e mercato delle professionalità;
  • contratti collettivi e contrattazione nazionale;
  • incentivi economici e normativi all’occupazione;
  • salute e sicurezza sul lavoro;
  • lavoro autonomo professionale, accesso alla professione ed equo compenso;
  • intelligenza artificiale, nuove tecnologie e impatto su mercato e rapporti di lavoro;
  • integrazione tra scuola, università e lavoro;
  • welfare contrattuale e bilateralità.

 

Gli studiosi svolgeranno le loro attività di ricerca con il coordinamento scientifico del Presidente della Commissione dell’Informazione, il Prof. Michele Tiraboschi, avendo accesso alla biblioteca del CNEL e all’archivio nazionale dei contratti e degli accordi collettivi di lavoro. Inoltre, l’esito dei progetti di ricerca potrà confluire, su valutazione degli organi del CNEL, nelle pubblicazioni e nei rapporti istituzionali del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.

 

Le candidature, che devono includere il curriculum vitae e un abstract di presentazione del progetto di ricerca, dovranno essere trasmesse all’indirizzo e-mail protocollo@postacert.cnel.it.

 

Tutte le informazioni circa scadenze e criteri di selezione sono indicate nel documento di determina ‘Selezione per studi e ricerche su mercato del lavoro e contrattazione collettiva’ disponibile al seguente link: https://www.cnel.it/Documenti/Altri-Documenti.

Convegno: SALARIO MINIMO E REDDITO DI CITTADINANZA

Convegno organizzato a Napoli da UCI (Unione Coltivatori Italiani) e dal Coordinatore Regionale Vincenzo Criscuoli

Le tematiche di alto impatto sociale oggetto dell’incontro sono state approfondite con attente riflessioni da parte dei Relatori: in particolare il Prof. Pasquale Tridico Ex Presidente dell’INPS, il Presidente Nazionale UCI, Mario Serpillo, l’On. Sergio Costa, il Segretario Nazionale FLAI Andrea Orlando e molti altri autorevoli rappresentanti delle Istituzioni.

L’Avv. Fabio Petracci, Vice Presidente di CIU Unionquadri, in quanto Confederazione presente al CNEL, ha rappresentato le conclusioni del documento elaborato dal CNEL per la Presidenza del Consiglio.

Riguardo la posizione di CIU Unionquadri, Sindacato dei Quadri, Ricercatori ed Elevate Professionalità, si ritiene che per le caratteristiche delle categorie rappresentate, un salario minimo legale potrebbe essere un fattore negativo di livellamento delle dinamiche salariali verso il basso.

 

Predisporre uno “stress test” sull’innovazione da applicare ad ogni normativa.

PROF. MAURIZIO MENSI – CONSIGLIERE AL CESE (Bruxelles) DI CIU UNIONQUADRI (CONFEDERAZIONE PRESENTE AL CNEL).

Si tratterebbe di uno strumento atto a valutarne il potenziale impatto sull’innovazione e ridurre al minimo gli effetti negativi.

A tal fine, su richiesta della futura presidenza belga del Consiglio, è stato insediato da qualche giorno al CESE un gruppo di studio, presieduto dal Prof. Mensi, con l’obiettivo di elaborare tale “toolbox”, manuale operativo di cui la Commissione europea possa servirsi per integrare la valutazione di impatto su ogni nuova legislazione con una verifica di sostenibilità anche dal punto di vista di innovazione e competitività.

Tale strumento potrebbe essere poi essere utilizzato anche dagli Stati membri, a livello centrale, locale e regionale per consentire una verifica preliminare di ogni normativa in fieri, affinché sia non solo giuridicamente accurata ma anche “innovation frendly”. 

Innovazione e ricerca motori dello sviluppo. Marche e Abruzzo fra le migliori regioni UE.

Marche e Abruzzo sono le regioni italiane con il maggiore tasso di sviluppo in termini di innovazione nel periodo 2016-2023. L’importanza delle regioni e degli enti locali emerge dal “Regional Innovation Scoreboard 2023” illustrato dalla Commissione europea il 28 settembre 2023 a Bruxelles, in occasione del seminario organizzato dal Comitato europeo delle Regioni sull’attuazione della “nuova agenda europea per l’innovazione”.

Si tratta della comunicazione adottata dalla Commissione europea il 5 luglio 2022, di cui è stato relatore CESE il Prof. Maurizio Mensi (membro in rappresentanza di CIU-Unionquadri), con il parere INT/996 del 14 dicembre 2022.

L’evento è stato organizzato nell’ambito della piattaforma KEP 2.0 (Knowledge Exchange Platform), forum per il dialogo con le regioni e le città europee su questioni relative alla ricerca e all’innovazione.

La stretta correlazione tra performance economica e innovazione è ben nota. Ricerca e innovazione servono a migliorare competitività ed efficienza del sistema economico, oltre a svolgere un ruolo cruciale per la transizione verde e digitale.

Nel seminario politici ed esperti si sono confrontati sulle varie iniziative ed esperienze in tema di politiche pubbliche relative all’attuazione della nuova agenda europea per l’innovazione, che ha delineato la strategia per rafforzare la leadership dell’Europa nell’innovazione high-tech e consentirle di affrontare le sfide sociali più urgenti e delicate.

Rilevante è in particolare una delle cinque iniziative faro previste, dedicata alla RIV (Regional Innovation Valleys), volta a coinvolgere 100 regioni e città che si impegnano a coordinare investimenti e politiche in ricerca e innovazione, così da creare una comunità di enti interconnessi per cooperare in base alle specifiche strategie ed esigenze.

Nel suo intervento Mensi, che è stato da poco designato dal CESE come Osservatore in seno all’FRAG (Innovation Friendly Regulations Advisory Group), gruppo tecnico consultivo della Commissione europea, ha evidenziato il ruolo dell’ecosistema dell’innovazione ai fini dell’autonomia strategica e dell’indipendenza tecnologica UE, soffermandosi in particolare sull’ecosistema dell’innovazione dell’Italia, che in base agli indicatori UE fa parte dei paesi “moderatamente innovatori”, sottolineando il ruolo rilevante delle regioni.

L’Italia ha un panorama diversificato di ecosistemi dell’innovazione, con varie città e regioni che ospitano cluster e hub che sostengono la creazione e lo sviluppo di nuove imprese,

Se la classifica di quelle più innovative vede in testa Emilia Romagna, Trentino e Friuli, si segnalano anche Umbria, Veneto, Lazio e Lombardia, con una posizione di rilievo per Marche e Abruzzo, che si collocano fra le 5 regioni europee con il maggiore tasso di crescita fra il 2016 e il 2023.

Per migliorare l’ecosistema dell’innovazione, Mensi ha evidenziato l’importanza di far leva sui punti di forza del Paese, quali il ricco patrimonio culturale e storico di cui dispone, la solida base industriale, la posizione geografica strategica nel Mediterraneo, un sistema di startup in crescita, la presenza di istituti di istruzione e ricerca di alta qualità.

Fra tutto emerge altresì il ruolo decisivo, per il sostegno ai progetti di R&S, di una regolazione adeguata, oltre a formazione e cultura di base, elementi indispensabili per creare un terreno fertile per ricerca e innovazione. La stessa nuova agenda europea” sottolinea la rilevanza di tali aspetti.

Ma la strada – come ricorda l’OCSE nei suoi rapporti periodici sulla qualità della regolamentazione – non è quella di intervenire automaticamente con nuove regole, perché ogni norma comporta un costo, sia per chi la elabora e per chi deve applicarla. Per questo raccomanda grande cautela. Ciò che serve è aggiornare il quadro normativo esistente, da ridurre al minimo e aggiornare costantemente.

Come rileva la Dott.ssa Gabriella Ancora, Presidente di CIU-Unionquadri, Confederazione presente al CNEL e al CESE, “occorre semplificare e accelerare le procedure amministrative relative ai progetti di ricerca e sviluppo, migliorare l’accesso ai finanziamenti attraverso meccanismi quali sovvenzioni, prestiti e investimenti in capitale di rischio, creare uno sportello unico per le start-up che possa indirizzare le aziende e avviarle verso i finanziamenti disponibili. È poi fondamentale ovviare alla disponibilità limitata di talenti qualificati e alla carenza di professionisti esperti puntando sulla formazione e sulle competenze. Tutto ciò a beneficio di imprese e qualità del lavoro”.

Essenziale al riguardo predisporre uno “stress test” sull’innovazione da applicare ad ogni nuova normativa. Si tratterebbe di uno strumento atto a valutarne il potenziale impatto sull’innovazione e ridurre al minimo gli effetti negativi. A tal fine, su richiesta della futura presidenza belga del Consiglio, è stato insediato da qualche giorno al CESE un gruppo di studio, presieduto dal Prof. Mensi, con l’obiettivo di elaborare tale “toolbox”, manuale operativo di cui la Commissione europea possa servirsi per integrare la valutazione di impatto su ogni nuova legislazione con una verifica di sostenibilità anche dal punto di vista di innovazione e competitività.

Tale strumento potrebbe essere poi essere utilizzato anche dagli Stati membri, a livello centrale, locale e regionale per consentire una verifica preliminare di ogni normativa in fieri, affinché sia non solo giuridicamente accurata ma anche “innovation frendly”. 

Crisi stabilimento Wärtsilä Italia a Trieste – Ciu Unionquadri: “salvaguardare le professionalità”.

Dopo un lungo e tumultuoso anno di indeterminatezza, è ora di tracciare un disegno maggiormente definito per lo stabilimento di Wärtsilä Italia a Trieste, uno dei più grandi produttori di motori diesel di proprietà del gruppo finlandese Wärtsilä. Tali crisi industriale dell’azienda finnica, nata con l’acquisizione della Grandi Motori Trieste nel 1997, ha gettato nell’ombra il futuro di un’importante realtà industriale attiva nel settore navale internazionale e nella produzione di motori per generatori di corrente per centrali elettriche.

Lo stabilimento di Trieste, che attualmente conta circa 1.150 dipendenti, negli ultimi mesi ha attraversato un periodo di grandi incertezze, con la minaccia di esuberi che potrebbero coinvolgere fino a 321 persone. L’azienda ha infatti preso la decisione di delocalizzare la produzione dei motori, riportandola in Finlandia a Vaasa, poiché realizzare motori a Trieste non appare più conveniente dal punto di vista economico.

Tra i clienti di Wärtsilä figura anche un nome di spicco, Fincantieri, il gigante italiano dell’industria navale. La notizia della cessazione dell’attività produttiva nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra ha provocato preoccupazione tra i dipendenti e la comunità locale. Questa sede è stata a lungo una delle più importanti anche in termini di occupazione.

La notizia è stata seguita anche da CIU Unionquadri, la Confederazione sindacale che rappresenta i quadri nel settore privato e pubblico, nonché i ricercatori e i professionisti dipendenti, presente al CNEL e al CESE di Bruxelles. La CIU Unionquadri, in questi mesi, ha approfondito il tema sul territorio, anche grazie all’intervento del segretario regionale dottor Fulvio Carli.

Questa situazione richiede una risposta rapida e strategica, con veri piani industriali da parte delle realtà industriali interessate a subentrare a Wärtsilä. La salvaguardia delle professionalità e della comunità locale rappresenta una priorità, e la ricerca di soluzioni sostenibili e durature è essenziale per garantire un futuro stabile per lo stabilimento di Trieste e per tutti coloro che dipendono da esso, posti di lavoro e famiglie da tutelare” hanno commentato gli organi di CIU Unionquadri.

In questa fase di trattative aperte, resta da vedere quale sarà il destino di questa importante realtà industriale e delle competenze che ospita. La speranza è che tutte le parti coinvolte possano lavorare insieme per trovare una soluzione efficace capace di proteggere i lavoratori e mantenere vivo il patrimonio industriale di Trieste.

“Algoritmi, sicurezza ed etica dell’innovazione”: sfide e opportunità dell’Intelligenza Artificiale.

 

A Roma un incontro dedicato all’intelligenza artificiale, che ha richiamato intorno al tavolo esperti della materia per esplorarne le attuali tendenze.

Roma – Non dovremmo temere l’intelligenza artificiale in sé, ma piuttosto preoccuparci dell’abuso e dell’utilizzo irresponsabile che se ne può fare. È proprio intorno a questo tema che giovedì 21 settembre si è tenuto il seminario “Algoritmi, sicurezza ed etica dell’innovazione – La persona al centro della transizione digitale”, a Roma presso la Sala delle Bandiere dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea.

Il dibattito, dedicato all’uso dell’intelligenza artificiale in Italia e nel mondo, ha preso spunto dal nuovo libro dei due giornalisti Alessandro Alongi e Fabio Pompei. L’incontro ha richiamato intorno al tavolo esperti della materia per esplorare le attuali tendenze dell’IA. Erano presenti, in collegamento video da Bruxelles, gli europarlamentari Brando Benifei e Fabio Massimo Castaldo. In presenza a Roma: il Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Massimiliano Capitanio, l’On. Alessandro Battilocchio, la Prof.ssa Barbara Marchetti e gli stessi Alessandro Alongi e Fabio Pompei.

L’evento, svoltosi sotto l’Alto patrocinio del Parlamento europeo, è stato patrocinato anche dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio, dalla Confederazione Italiana di Unione delle professioni intellettuali e dalla Università eCampus. La tavola rotonda ha consentito ai relatori e agli europarlamentari di discutere ampiamente il tema dell’intelligenza artificiale, affrontando le sfide e le opportunità legate a questa tecnologia in rapida evoluzione e focalizzandosi in particolare sulla “sicurezza” delle nuove tecnologie.

Il libro dedicato all’intelligenza artificiale

“Algoritmi, sicurezza ed etica dell’innovazione – La persona al centro della transizione digitale”. E’ il titolo del libro di Fabio Pompei e Alessandro Alongi, prefatto dal Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Massimiliano Capitanio, e introdotto dall’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo. Il testo si concentra sulle promesse e sulle sfide dell’era digitale, trattando in particolare il tema della “sicurezza” delle nuove tecnologie, non solo in termini di pericoli per le infrastrutture critiche, ma anche sotto il profilo dei risvolti psico-sociali e di benessere sulla persona.

L’idea di fondo del testo e dei due autori, infatti, è che la sicurezza digitale non sia solo un compito demandato alle istituzioni, ma una questione che riguarda ciascun individuo. La mancanza di cultura digitale o una progettazione inadeguata degli algoritmi possono causare errori significativi che possono pregiudicare servizi vitali o minacciare i diritti fondamentali delle persone. Pertanto – ed è questo l’invito degli autori – tutti hanno il dovere di contribuire a creare un ambiente digitale più sicuro e resiliente.

L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nella gestione delle decisioni, in particolar modo, solleva importanti questioni etiche e di trasparenza. L’opacità del processo decisionale dei sistemi di IA può comportare discriminazioni e rischi, ad esempio, nel contesto dell’impiego o delle prestazioni pubbliche. Inoltre, l’uso dell’IA può contribuire a realizzare e a diffondere a macchia d’olio deepfake, immagini, video e audio falsi estremamente realistici, capaci di minacciare la reputazione e la fiducia pubblica. Per questo il testo sottolinea l’importanza di affrontare le sfide legate all’uso consapevole, alla privacy, alla sicurezza e all’impatto sulla salute dei nuovi strumenti tecnologici.

Un altro ambito affrontato nel libro è la sicurezza dei più piccoli, argomento molto caro ai due autori; la sicurezza digitale è fondamentale, specialmente per i minori. L’uso crescente della tecnologia da parte dei bambini comporta rischi e necessità di regolamentazione. Inoltre, l’accesso e l’uso eccessivo di Internet possono influire sulla salute e sul benessere delle persone, innescando disturbi dell’attenzione e dipendenza digitale.

“Non bisogna avere paura dell’intelligenza artificiale, ma dell’ignoranza. Come per tutte le innovazioni, è inevitabile che l’intelligenza artificiale debba essere soggetta a regolamentazione“, così Fabio Pompei ha introdotto l’aspetto giuridico durante il seminario. Intelligenza artificiale, realtà virtuale, Internet delle cose e altre innovazioni, infatti, avranno un impatto sempre più pervasivo sulla società e richiederanno risposte a livello giuridico, sociale ed etico.

I proventi del libro donati contro il cyberbullismo

Gli autori doneranno gli interi proventi derivanti dalle vendite del libro a quelle organizzazioni attive nella tutela delle vittime di cyberbullismo, furto di identità, catfishing e a tutte quelle realtà che, quotidianamente, contrastano, con la loro azione, il triste fenomeno della disinformazione online.

“Tale supporto si rende necessario – scrivono i due autori – per sostenere e realizzare una cultura all’uso consapevole e responsabile del digitale tra i giovanissimi, ma anche tra i genitori e nelle famiglie in generale: adulti che si sono ritrovati catapultati, nel giro di pochi anni, all’interno di in una società completamente cambiata e con molti rischi inattesi, come ad esempio le frodi telematiche”.

Gli autori

Alessandro Alongi è docente di Search Engine Optimization all’interno del Corso di laurea in Comunicazione e Multimedialità dell’Università Mercatorum. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, è specializzato in Relazioni istituzionali e Diritto parlamentare e attualmente si occupa di tematiche giuridiche e regolamentari presso un’importante azienda di telecomunicazioni, oltre a svolgere attività di ricerca nell’ambito del Diritto dell’innovazione, del quale è autore di diversi studi e approfondimenti. Giornalista, collabora con le testate “LabParlamento” e “La Discussione” per cui scrive articoli di innovazione, privacy e società digitale.

Fabio Pompei è ingegnere informatico, dottore di ricerca (Ph.D.) in Ingegneria elettronica e giornalista. Ha iniziato la sua carriera in azienda nel settore bancario, attualmente lavora nel settore delle telecomunicazioni. Docente in corsi di laurea (ingegneria) in università pubbliche e private, è autore di pubblicazioni scientifiche nel settore delle telecomunicazioni. Ha ricoperto incarichi pubblici, occupandosi, in particolare, di Politiche economiche, finanziarie, innovazione tecnologica e semplificazione amministrativa.

 

 

https://www.huffingtonpost.it/blog/2023/09/26/news/sicurezza_digitale_le_istituzioni_non_lascino_soli_i_cittadini-13441930/

 

 

https://formiche.net/2023/09/tecnologie-capitanio-agcom/

 

https://www.ilfaroonline.it/2023/09/25/algoritmi-sicurezza-ed-etica-dellinnovazione-sfide-e-opportunita-dellintelligenza-artificiale/536260/

Gestire il cambiamento: le regole e le buone abitudini salvano le acquisizioni.

 

Intervista di INFOQUADRI al Presidente del Centro Studi di CIU Unionquadri.

Molto alto è l’interesse dei nostri lettori, Quadri manager e alte professionalità al tema del cambiamento in azienda. Ne abbiamo scritto recentemente ed in questo speciale vogliamo rispondere alle richieste ricevute in redazione sul ruolo che deve avere il middle management nella fase dopo acquisizione/fusione dell’azienda, lì dove i processi legali e contrattuali sono chiusi e c’è da portare avanti l’operatività dell’impresa. Ruolo fondamentale del middle management perché ha il compito di gestire uomini e processi, in un momento di forte tensione e cambiamento. Ne abbiamo parlato con Fabio Petracci, avvocato e presidente del Centro Studi Corrado Rossitto.
Avvocato Petracci partiamo dagli aspetti legali, che tutele ha un Quadro nel passaggio tra una azienda ad un’altra?
Le acquisizioni di azienda come i trasferimenti d’azienda hanno una minuziosa disciplina legale dove il dipendente tra virgolette ceduto trova tutta una serie di tutele sia di carattere comunitario sia di carattere nazionale che sono tese a mantenere i dati almeno in gran parte i suoi diritti. Per quanto riguarda il middle management se da un lato rappresenta il datore di lavoro dall’altro lato rappresenta anche una fascia di lavoratori con delle caratteristiche specifiche che li rende molto sensibili a quelli che sono i cambiamenti organizzativi, mi soffermo su quella che è la tutela della professionalità del middle management di fronte di fronte a cambiamenti che sono sostanziali e rilevanti. La legge garantisce che ogni dipendente ceduto rimane inquadrato nella mansione e nella categoria per la quale è stato assunto nella quale è stato promosso, in realtà però spesso chi occupa delle posizioni strategiche o delle posizioni legate a programmi o a progetti di lungo periodo è molto sensibile a questi a questi cambiamenti per cui anche se di fatto l’inquadramento rimane lo stesso non è che sempre gli può essere garantita la medesima posizione aziendale. Voglio ricordare cioè che è capitato nella cessione degli istituti di credito o delle acquisizioni di istituti di credito dove la categoria del middle management, che si identifica con quella dei Quadri, quelli che una volta erano i funzionari, categoria che è abbastanza vasta e non sempre all’interno di questa categoria, a seguito di questi cambiamenti, l’assegnazione delle nuove mansioni sono sempre aderenti a quelle che erano in atto presso l’azienda ceduta o presso l’azienda confluita”
Non siamo in presenza di mobbing, mi pare di capire, ma di un processo necessario per salvare un posto di lavoro, concorda?
“In parte, questo processo dà luogo spesso a fenomeni di dequalificazione o di obsolescenza della professionalità che qualche volta finiscono o in dimissioni agevolate o spesso anche davanti ai giudici o in tutte e due le sedi. A livello invece di organizzazione aziendale spesso accade che si determinano delle vere e proprie fatture fratture nell’ambito della cultura aziendale questo perché i lavoratori di un’azienda sono sì legati da un rapporto contrattuale che viene rispettato ma ci sono anche delle implicazioni più sottili e anche molto delicate derivanti da quella che è la cultura aziendale. Spesso di fronte a questi fenomeni di acquisizione, di trasferimento d’azienda, di trasferimento di ramo d’azienda, possono verificarsi situazioni di confusione e disorientamento, specialmente nei middle manager, mancando improvvisamente di un riferimento stabile. Viene meno soprattutto la cultura aziendale precedente che regolava la vita lavorativa giornaliera, i programmi a lungo termine si fermano, i progetti innovativi devono essere abbandonati soprattutto quando l’acquisizione aziendale comporta una profonda ristrutturazione con forte impatto di natura psicologica. La sensazione che si vive spesso in quest’ambito è quella di un popolo vinto rispetto al popolo vincitore. Esiste una letteratura che suggerisce un piano d’azione con rimedi quasi universali: il primo e semplice generico e banale ma è un’attenta gestione del fattore umano per evitare il fenomeno dell’alienazione del personale coinvolto, il personale coinvolto si sente in qualche maniera abbandonato si sente dietro si sente un po profugo e assume spesso un atteggiamento passivo che poi comporta conflitti. Il secondo rimedio passa per l’informazione; questi cambiamenti, che spesso avvengono in situazioni emergenziali, in realtà dovrebbero essere impostati in maniera graduale questo significa che da un lato l’informazione dovrebbe procedere rapidamente in maniera esaustiva e lentamente si dovrebbero impostare azioni per verificare gli effetti dei cambiamenti. Si dovrebbe favorire anche a gestione di periodi di coesistenza di strutture provvisorie ad esempio per quanto riguarda i sistemi informativi. Terzo rimedio; la transizione dovrebbe essere affidata più che manager rampanti, come purtroppo spesso accade, e che non sono indicati in queste situazioni, a manager estremamente equilibrati e responsabili. Infine sarebbe importante anche favorire una mobilità concordata tra aziende anche diverse del settore in cui il Quadro, sia per situazioni soggettive o per ragioni oggettive non può essere utilizzato in maniera proficua nella nuova struttura. Ecco questi secondo me sono i rimedi che favoriscono una buona transizione ed un cambiamento efficace nelle organizzazioni aziendali”

Fabio Petracci
Presidente Centro Studi Corrado Rossitto