Chiusura Sede Centrale CIU Unionquadri
Si comunica che la Sede Centrale della CIU Unionquadri chiuderà per le Feste Natalizie da martedì 24 dicembre 2024 a lunedì 6 gennaio 2025.

Si comunica che la Sede Centrale della CIU Unionquadri chiuderà per le Feste Natalizie da martedì 24 dicembre 2024 a lunedì 6 gennaio 2025.
Venerdì 6 dicembre la Delegazione CIU Unionquadri è stata formalmente invitata alle Celebrazioni per il 140° Anniversario delle relazioni tra Italia e Corea del Sud. La Delegazione era composta dal Prof. Maurizio Mensi, Consigliere del Cese, dal Prof. Francesco Riva, Consigliere del CNEL, e dal Dott. Marco Ancora Responsabile del Dipartimento Cultura e Relazioni Internazionali di CIU Unionquadri.
Il Prof. Maurizio Mensi ha moderato l’intera giornata di incontri che hanno riguardato aspetti geopolitici, economici, imprenditoriali, commerciali e soprattutto le previsioni e le aspettative riguardo i possibili nuovi scenari internazionali, in particolare i rispettivi ruoli dei due Paesi nell’ambito di tali scenari.
Il panel dei relatori e degli osservatori era formato da Ministri plenipotenziari, ambasciatori, tecnici e addetti esperti di agenzie e riviste internazionali di Italia e Corea del Sud.
Le Delegazioni si sono poi recate alla Cerimonia Inaugurale della nuova sede dell’Ambasciata della Corea del Sud a Roma, dove sono stati invitati Ambasciatori, Addetti commerciali e culturali, e Invitati di altri Paesi europei e internazionali.
Roma, 3 dicembre 2024 – Si è tenuta oggi, nella prestigiosa “Sala Caduti di Nassirya” del Senato della Repubblica, la tavola rotonda “HIV e Giovani: prevenzione, consapevolezza e screening. Un impegno comune per fermare la ripresa dei contagi adolescenziali”. L’evento, organizzato in occasione della 36° Giornata Mondiale per la Lotta all’AIDS, ha visto una partecipazione qualificata e un dibattito nutrito sulla necessità di intensificare le attività di prevenzione e informazione rivolte ai giovani.
La giornata, voluto dalla Sen. Maria Domenica Castellone, Vice Presidente del Senato, ha visto la partecipazione di figure di rilievo del panorama medico e sociale, tra cui il Dott. Antonio Magi, Presidente dell’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri, il Dott. Giovanni Migliano – Consigliere e componente del direttivo del medesimo Ordine, il Dott. Alessandro Alongi – Consigliere e Presidente della Commissione Politiche sociali e della salute del XII Municipio di Roma Capitale, la Dr.ssa Gabriella Ancora – Presidente CIU Unionquadri, il Dott. Francesco Riva – Coordinatore del Gruppo di lavoro “Sport, Alimentazione e Benessere“, CNEL e il Dott. Mario Colamarino, Presidente del Circolo Mario Mieli.
A moderare l’evento è stato il giornalista e docente universitario Fabio Pompei, che ha stimolato un confronto tra esperti e rappresentanti delle istituzioni.
Un quadro preoccupante come sottolineato durante la tavola rotonda, i dati più recenti pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità nel “Notiziario” di novembre 2024, evidenziano una ripresa dei contagi
da HIV nella fascia giovanile. Nonostante una generale riduzione delle diagnosi rispetto al 2019 (-6%), il periodo post-pandemia ha visto un incremento progressivo delle nuove infezioni, con particolare incidenza nelle regioni Lazio, Emilia-Romagna e Umbria.
Nel 2023, in Italia, sono state segnalate 2349 nuove diagnosi di infezione da HIV, con un’incidenza di 4,0 casi ogni 100.000 residenti, inferiore alla media europea (6,2). Tuttavia, l’età mediana delle persone diagnosticate – 42 anni per gli uomini e 39 per le donne – dimostra che l’HIV non risparmia le giovani generazioni, con le fasce 25-29 anni e 30-39 anni tra le più colpite.
Il ruolo della prevenzione e dello screening l’86,3% delle nuove diagnosi è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, distribuiti equamente tra eterosessuali e uomini che hanno rapporti con uomini (MSM). Tuttavia, la percezione del rischio tra i giovani rimane bassa, come emerso dalle discussioni. Molti ragazzi non si sottopongono al test HIV in maniera regolare, evidenziando la necessità di campagne informative più mirate.
Durante il convegno, i relatori hanno sottolineato l’importanza di promuovere la cultura della prevenzione attraverso:
● Screening regolari, anche in contesti informali come scuole e centri giovanili;
● Campagne di sensibilizzazione che utilizzino linguaggi e strumenti vicini ai giovani,
dai social media agli influencer;
● Educazione sessuale nelle scuole, per fornire ai ragazzi informazioni chiare e scientificamente fondate.
Un impegno comune “Prevenire significa agire subito: l’HIV può essere sconfitto solo con un impegno collettivo e trasversale tra istituzioni, medici e società civile” ha dichiarato il Dott. Francesco Riva Consigliere del CNEL. “È fondamentale che i giovani comprendano i rischi e sappiano proteggersi, con strumenti adeguati e consapevolezza.” Proprio nell’ambito della prevenzione, il Dott. Riva ha ricordato l’impegno del CNEL sul tema del contrasto al Papilloma Virus e al percorso, avviato proprio dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro sull’Oblio oncologico.
La Presidente Gabriella Ancora ha ricordato il lavoro svolto dalla CIU Unionquadri sui contratti nelle professioni sanitarie, evidenziando l’importanza di tutelare i diritti dei lavoratori, promuovere l’equità salariale e garantire condizioni di lavoro dignitose per tutti gli operatori del settore.
Per Antonio Magi, Presidente dell’Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e odontoiatri, il problema dell’Hiv, e delle malattie trasmissibili in genere, dipende da due fattori: la prevenzione e la comunicazione. “La prima, la prevenzione, è spesso legata ai tagli che si fanno in sanità. Quando si riducono i fondi al Servizio sanitario i cittadini se ne accorgono non subito ma dopo anni e sappiamo bene che la prevenzione per Hiv è fondamentale. Come si fa la prevenzione? Informando, facendo attenzione ai comportamenti. Un tempo si facevano gli screening nelle scuole, c’erano i medici scolastici
che visitavano c’erano i consultori famigliari dove la prevenzione non era solo legata all’Hiv.
Ecco, tutto ciò è sparito non si informa più la popolazione sulle problematiche connesse a livello sessuale come l’Hiv”.
Il Dott. Giovanni Migliano, Consigliere dell’Ordine, ha ricordato come “Gli odontoiatri sono tra i medici quelli a cui i cittadini si rivolgono di più nei primi 50 anni, inoltre il 95% di loro si rivolge al loro odontoiatra privato e soprattutto attraverso un esame clinico del cavo orale l’odontoiatra è un medico sentinella di alcune patologie sistemiche, per poi inviarli allo specialista. Nel caso di patologie del sistema immunitario è altissimo quindi il contributo dato da noi!”.
È intervenuto anche il Consigliere e Presidente della Commissione Politiche Sociali del XII Municipio di Roma Capitale, Alessandro Alongi, che ha condiviso l’esperienza maturata sul territorio nell’ambito delle politiche attive per il benessere dei cittadini. “Abbiamo promosso iniziative di screening durante eventi organizzati dall’amministrazione, in particolare nelle scuole,” ha spiegato Alongi, “per intercettare le patologie sul nascere e garantire interventi tempestivi. Questo approccio proattivo rappresenta un modello di prevenzione efficace e vicino alle esigenze della comunità.”
È intervenuto anche il Presidente del Circolo Mario Mieli, Mario Colamarino, il quale ha ricordato il prezioso lavoro svolto sul territorio con i giovani attraverso programmi di screening. “Il sistema migliore per la lotta all’AIDS rimane l’uso del preservativo e la prevenzione. Il ruolo delle associazioni e’ fondamentale e, insieme a medici e istituzioni, sconfiggeremo questo virus.”
Ha concluso i lavori la Sen. Castellone, che ha ricordato come la lotta all’HIV richiede un impegno sinergico tra istituzioni, associazioni e mondo medico, perché solo attraverso una rete coesa e operativa è possibile sensibilizzare efficacemente l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione. Per la Vice Presidente del Senato “È fondamentale che il messaggio raggiunga soprattutto i giovani, attraverso un dialogo aperto e continuo tra Ordini professionali, associazioni del territorio e istituzioni, per diffondere la cultura della prevenzione, incoraggiare lo screening e abbattere ogni stigma legato all’HIV. Questa collaborazione rappresenta il pilastro di una strategia vincente per fermare la ripresa dei contagi.”
Interessante discussione a Bruxelles il 27 novembre nel gruppo Libere Professioni di cui fa parte la CIU-Unionquadri con il suo consigliere, Prof. Maurizio Mensi.
Rilevanti i temi all’ordine del giorno. In primis, la sentenza del 26 settembre 2024 della Corte di Giustizia UE (causa C-432/239) sulla rilevanza e l’estensione del principio del segreto professionale che tutela le comunicazioni tra avvocato e cliente. Si tratta del c.d. “legal professional privilege”, che trova il proprio fondamento nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Ne hanno parlato il Direttore Generale e un membro del Consiglio dell’Istituto Belga dei Consulenti Fiscali e degli Esperti Contabili (ITAA). A questo ha fatto seguito la discussione, introdotta dal portavoce del gruppo Rudolf Kolbe, sul “Common Training Common Training” (CTF), sistema di riconoscimento delle qualifiche professionali (insieme comune di conoscenze, abilità e competenze minime) richieste per accedere a una professione regolamentata. Le persone in possesso di una qualifica che soddisfa le condizioni del quadro possono ottenerne il riconoscimento automatico nei Paesi UE partecipanti che regolamentano tale professione.
Tale argomento è prioritario per la Confederazione CIU Unionquadri, presente al CNEL ed al CESE proprio per rappresentare le nuove professioni.
La partecipazione della CIU testimonia il ruolo dell’Organizzazione nel CESE grazie proprio alla sinergia con il CNEL, centrale per promuovere le istanze italiane nelle sedi comunitarie.
Si è poi discusso del recente rapporto della Corte dei Conti (Relazione speciale 10/2024 del 15 maggio 2024) circa la Direttiva sulle qualifiche professionali (2005/36/CE), con gli interventi del Presidente del Consiglio Europeo delle Camere degli Ingegneri, un membro della Corte dei Conti europea e una funzionaria della DG GROW della Commissione europea. È emerso come il riconoscimento delle qualifiche professionali nell’UE sia un meccanismo essenziale per far valere il diritto di continuare ad esercitare una professione in un altro Stato membro, ma sia utilizzato di rado e in modo non sempre coerente.
La riunione si è poi conclusa con uno scambio di vedute sul programma del 2025 e sulla Giornata delle libere professioni che sarà fissata a breve.
Con la pubblicazione del decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, 10 ottobre 2024 parte la terza edizione del Fondo Nuove Competenze (Fnc), finalizzato ad accompagnare i processi di transizione digitale ed ecologica dei datori di lavoro e favorire nuova occupazione.
Per raggiungere questo obiettivo sono stanziati 730 milioni di euro del Programma Nazionale “Giovani, donne e lavoro”, cofinanziato dal FSE+, a cui potranno essere aggiunte risorse del Programma Operativo Complementare “Sistemi di politiche attive per l’occupazione”, dei programmi operativi nazionali e regionali di FSE+ oltre che, per finalità specifiche, del fondo per la formazione e il sostegno al reddito previsto dalla legge Biagi (Dlgs n. 276/2003).
Queste somme finanziano in parte il costo orario dei lavoratori impegnati in percorsi formativi e novità di questa edizione del Fnc, dei disoccupati già preselezionati dall’azienda per la successiva assunzione.
“La formazione continua sarà il motore per il mondo del lavoro del futuro – ha affermato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone -; il sostegno a lavoratori e imprese, in un progetto complessivo di promozione della buona occupazione, non può che valorizzare gli investimenti in competenze per accompagnare le grandi transizioni in corso”.
Il Ministero del Lavoro, con l’interpello n. 5/2024, si esprime su due chiarimenti richiesti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in merito alla designazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) con riferimento alle singole articolazioni territoriali e sulla necessaria appartenenza dello stesso alle RSU.
Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) è quella figura – eletta o designata – all’interno di un’azienda o unità produttiva per rappresentare i lavoratori in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Compito principale dell’RLS è quello di vigilare e collaborare per garantire un ambiente di lavoro sicuro, segnalando situazioni di rischio e promuovendo la prevenzione degli infortuni.
Richiamando il quadro normativo attualmente vigente il Ministero del Lavoro nell’interpello in commento ha chiarito che il numero minimo di RLS da eleggere o designare deve essere applicato a ciascuna unità produttiva secondo le dimensioni effettive della forza lavoro presente.
Nel caso specifico, se le articolazioni territoriali del Ministero possono essere considerate come unità produttive separate, ognuna di esse dovrà avere almeno un RLS in base alla sua dimensione.
Per “unità produttiva” ai sensi del d.lgs. n. 81/2008 si intende “stabilimento o struttura finalizzati alla produzione di beni o all’erogazione di servizi, dotati di autonomia finanziaria e tecnico funzionale”.
Riguardo alla necessaria appartenenza alla RSU, l’interpello precisa che l’RLS non è obbligato ad appartenere alla RSU.
È infatti sufficiente che l’RLS sia designato dalla RSU o quanto meno rappresenti compiutamente gli interessi dei lavoratori in materia di sicurezza.
avv. Alberto Tarlao – Commissario Regionale CIU Unionquadri – Friuli Venezia Giulia
Link di registrazione (l’accreditamento è indispensabile ai fini dell’accesso alla sede CNEL): https://forms.office.com/e/v8fDwNQwnt
Con la Dichiarazione congiunta approvata oggi il Montenegro ha fatto un altro passo in avanti verso l’adesione all’Unione europea. Si è tenuta infatti a Bruxelles presso il CESE la 19° riunione del Comitato consultivo congiunto della società civile (CCM), piattaforma istituita tra il CESE e la società civile montenegrina che integra il quadro istituzionale relativo all’accordo di stabilizzazione e associazione UE – Montenegro, rilevante ai fini del negoziato di adesione. Di tale piattaforma fa parte la CIU-Unionquadri con il proprio rappresentante presso il CESE Maurizio Mensi.
Alla presenza del Presidente del CESE Oliver Ropke e del Ministro degli Affari Europei del Montenegro Maida Gorčević, si è discusso dello stato attuale delle relazioni UE-Montenegro, del programma di riforma del (RA), dell’attuazione del Nuovo piano di crescita per i Balcani occidentali, della Roadmap per l’adempimento dei parametri dei capitoli negoziali e della situazione della società civile in Montenegro, incluso il dialogo sociale.
La Dichiarazione congiunta approvata oggi fa seguito alle dichiarazioni della Commissaria designata per l’allargamento Marta Kos, durante la sua audizione al Parlamento europeo l’8 novembre 2024, secondo cui il Montenegro potrebbe chiudere i restanti capitoli dei negoziati entro la fine del 2026. Ciò significherebbe che il Montenegro potrebbe diventare il 28° Stato membro dell’UE entro il 2028, a condizione tuttavia che il governo realizzi le riforme necessarie. Un ruolo importante avranno al riguardo le organizzazioni della società civile che dovranno essere coinvolte, in base alla Dichiarazione approvata oggi, nel processo di riforma e nelle altre rilevanti questioni di interesse nazionale.