Intervista al Prof. Cottarelli su Eurobond e BCE.
Credo che gli eurobond siano la strada giusta da seguire. Ricordo anche che la BCE si è impegnata a comprare 220mld di titoli italiani, 12% del Pil. Un aiuto enorme.
Publicado por Carlo Cottarelli en Sábado, 28 de marzo de 2020
Credo che gli Eurobond siano la strada giusta da seguire. Ricordo anche che la BCE si è impegnata a comprare 220mld di titoli italiani, 12% del Pil. Un aiuto enorme.
Analisi del Prof. Carlo Andrea Bollino – Membro del Comitato Scientifico CIU – Unionquadri.
UE: PERCHÉ LA POSIZIONE TEDESCA EQUIVALE A UNA DICHIARAZIONE DI GUERRA
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CORONAVIRUS, SERVE UN’IMMEDIATA INIEZIONE DI LIQUIDITÀ NELL’ECONOMIA REALE.
L’emergenza in corso, che si sta affrontando con una serie di provvedimenti nazionali privi di coordinamento a livello Ue e dalle forti implicazioni degenerative, rischia di compromettere l’intero progetto europeo. Il CNEL ritiene che la grave crisi in atto obblighi gli Stati membri a realizzare sin da subito un nuovo spazio europeo comune in grado di rispondere con velocità ed uniformità alla variabilità di scenario che caratterizzerà sempre più marcatamente il mondo globalizzato, dai punti di vista economico e sociale così come sanitario ed ambientale”. Lo scrive il CNEL nel documento dal titolo “Appello all’Europa. Occasione unica per una nuova identità”, redatto dalla III Commissione Politiche UE e cooperazione internazionale presieduta dal vicepresidente Elio Catania e approvato all’unanimità in Consiglio di Presidenza, che si è riunito in videoconferenza ieri sotto la presidenza del presidente Tiziano Treu, alla presenza del segretario generale Paolo Peluffo.
Tre i provvedimenti urgenti che deve adottare l’Unione Europea secondo il CNEL:
1. L’emissione di debito garantito da tutti gli Stati europei (Eurobond) che, proprio perché comune, può ragionevolmente essere percepito come strumento di alta qualità finanziaria sui mercati globali e appare idoneo a contenere rischi che diventeranno sistemici. Ancor di più, l’introduzione di un simile strumento su base stabile e strutturale, supportato da un bilancio europeo autonomo dell’eurozona, darebbe impulso al processo di governo del debito e alla sostenibilità economica.
2. L’iniezione di liquidità diretta (helicopter money) per dare ossigeno all’economia reale in sofferenza.
3. Superamento definitivo, non la mera sospensione, del patto di stabilità per sostenere le grandi scelte strategiche di crescita economica e coesione, pur sempre in una prospettiva di equilibrio finanziario. Un appello forte, quindi, che le parti sociali nazionali ed europee rivolgono ai Paesi perché l’Unione esca da questa drammatica fase con la consapevolezza che occorre rivedere i propri modi operativi, per essere capace di gestire shock di mercato, ambientali e sociali, nei confronti dei quali l’assetto esistente si è dimostrato inadeguato.
“La situazione che gli Stati europei si trovano improvvisamente a fronteggiare costituisce paradossalmente, un’opportunità, una necessità storica per ripensare l’Europa – osserva il vicepresidente Catania – conservando lo spirito di fondo del grande progetto di unificazione, ma rimettendone in discussione il funzionamento istituzionale e adeguandone la capacità di mettere in campo strategie comuni e politiche efficaci – si legge ancora nel documento CNEL – L’Unione è di fronte ad un crocevia pieno di rischi. Ma va colta l’opportunità. Riflettere sul futuro dell’Europa, darsi una visione e dotarsi degli strumenti per realizzarla è indispensabile. Per rimettere in gioco il quadro europeo, scongiurare il rischio politico di disaggregazione e di crisi della tenuta democratica. L’urgenza del momento impone scelte rapide e con effetto immediato”.
Articolo dell’ex Ministro del Lavoro – Cesare Damiano – “Strumenti inediti per una crisi inedita”.
È l’Ufficio Parlamentare di Bilancio a certificare – in un documento presentato al Senato – le dimensioni degli interventi avviati per fare fronte alla crisi che si sta concretizzando, un giorno dopo l’altro. Diciamolo subito – e ci torneremo più avanti: questa crisi è diversa da tutte le altre che sono state affrontate nel passato. Ha un qualche – ma non simmetrico – precedente nelle conseguenze delle grandi vicende belliche. Ma non è la stessa cosa. Il mondo si trova a fronteggiare una crisi economica globale innescata da una pandemia. Una cosa, semplicemente, mai vista. E che richiede, quindi, una reazione mai vista.
Partiamo dai numeri dell’Upb. L’Italia ha cominciato a impegnare 13 miliardi e mezzo di euro in un mese per difendere, con gli ammortizzatori sociali, quasi 9 milioni e mezzo di lavoratori. Si tratta sia degli strumenti tradizionalmente utilizzati, sia dell’estensione della Cassa integrazione in deroga alle imprese anche con un solo dipendente. Ma, segnala l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, per ora, sono rimasti fuori da tali tutele quasi due milioni di lavoratori domestici e saltuari. Poi, aggiungiamo, al conto va sommato lo strumento attivato per il sostegno al lavoro autonomo. Cifre, dunque, del tutto inedite, permesse dalla clausola di emergenza del Patto di Stabilità che dà modo ai Governi di spendere in deficit al di fuori di tutti i vincoli del Patto stesso.