INT/954
SOVVENZIONI ESTERE DISTORSIVE DEL MERCATO INTERNO
Il 20 ottobre 2021 il Comitato Economico e Sociale Europeo, riunito in seduta plenaria, ha adottato il parere INT/954, di cui è relatore Maurizio Mensi, rappresentante CIU-Unionquadri.
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NOTA INFORMATIVA
Il regolamento relativo alle sovvenzioni estere distorsive del mercato interno è uno strumento tecnicamente complesso e di grande rilievo, non solo dal punto di vista giuridico, ai fini della protezione del mercato e dell’ecosistema europeo, con l’obiettivo di assicurare una concorrenza leale e non falsata da sovvenzioni estere.
Colma una lacuna di un quadro normativo articolato in cui si intersecano competenze UE e nazionali.
Si aggiunge alle regole su:
- Controllo sulle concentrazioni
- Controllo sugli investimenti stranieri
- Aiuti di Stato
- Appalti pubblici.
Suoi obiettivi sono: trasparenza, concorrenza, un piano di gioco in cui tutti sono sullo stesso piano e rispettano le stesse regole.
Il CESE condivide la scelta tecnica della Commissione così come i suoi obiettivi.
Ritiene infatti essenziale che l’UE e i suoi mercati rimangano aperti e competitivi, e attribuisce a tale aspetto un’importanza fondamentale, alla base anche del suo modello di autonomia strategica che, nella sua accezione più corretta – mio avviso – è quella dell’indipendenza tecnologica.
Tuttavia, proprio alla luce di tale elemento, il CESE ritiene che l’obiettivo di proteggere il mercato unico debba accompagnarsi a quello di disporre di uno strumento efficace che sia applicato in modo coerente in tutta l’UE, con i minori oneri possibili a carico delle imprese e dei vari attori del mercato.
Il regolamento è il risultato di un percorso articolato in varie tappe.
- LE TAPPE DEL PERCORSO
Il 17 giugno 2020 la Commissione ha adottato un Libro bianco sulle sovvenzioni estere per affrontare la questione, avviare un dibattito pubblico e proporre possibili soluzioni. Tale Libro bianco individua una lacuna legislativa nelle norme dell’UE concernenti gli aiuti di Stato in materia di concorrenza, commercio e appalti pubblici, che di fatto impedisce all’UE di intervenire quando le sovvenzioni di provenienza estera causano distorsioni nel mercato interno, favorendo determinate operazioni di concentrazione o determinati partecipanti alle gare d’appalto. Allo stato nessuno Stato membro ha in vigore una normativa volta ad affrontare i potenziali effetti distorsivi delle sovvenzioni estere.
- La questione delle sovvenzioni estere non è nuova ed è stata ripetutamente evidenziata a livello di UE. Il Consiglio ha fatto riferimento al Libro bianco della Commissione nelle sue conclusioni dell’11 settembre 2020; nelle conclusioni dell’1-2 ottobre 2020, il Consiglio europeo ha chiesto “ulteriori strumenti per affrontare gli effetti distorsivi delle sovvenzioni estere nel mercato unico“.
- Nella sua relazione del febbraio 2020 sulla politica di concorrenza, il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di “indagare su strumenti di indagine appropriati nei casi in cui si ritiene che una società abbia tenuto un comportamento distorsivo a causa di sovvenzioni pubbliche o abbia realizzato profitti eccessivi sulla base di una posizione di mercato dominante nel suo paese di origine“. In una lettera congiunta ai vicepresidenti esecutivi della Commissione Vestager e Dombrovskis e al commissario Breton, un gruppo di 41 membri del Parlamento europeo ha espresso un forte sostegno a uno strumento per contrastare “le imprese di paesi terzi che hanno ricevuto un sostanziale sostegno statale“.
- DI COSA SI TRATTA
Come annunciato nel programma di lavoro della Commissione per il 2020-2021, la proposta di regolamento in esame disciplina in dettaglio un nuovo strumento operativo (un sistema di notificazione ex ante dei casi di maggiore entità e potenzialmente più distorsivi, insieme ad una procedura da avviare ex officio) per garantire condizioni di parità nel mercato interno evitando condizioni di concorrenza disomogenee.
In sintesi, la legislazione proposta ha come obiettivo quello di investigare e, se del caso, disincentivare o impedire operazioni di concentrazione, appalti pubblici e comportamenti sul mercato da parte di imprese sovvenzionate dall’estero che possono distorcere il mercato interno dell’Unione europea.
Emerge dalla proposta che il problema non sono gli investimenti esteri, ma le sovvenzioni che agevolano l’acquisizione di imprese UE, influiscono sulle decisioni di investimento, provocano distorsioni negli scambi di beni e servizi, condizionando il comportamento dei beneficiari e pregiudicando la concorrenza. A differenza delle sovvenzioni, per le quali la Commissione si riserva un potere di intervento in via esclusiva, in caso di investimenti esteri la competenza spetta invece agli Stati membri, che hanno comunque sempre la possibilità di controllare gli investimenti esteri per motivi di sicurezza o di ordine pubblico.
3. SINTESI DEL PARERE CESE
Ai sensi della proposta, l’ampia definizione di sovvenzione estera è suscettibile di riguardare molte forme di sovvenzioni da parte di uno Stato estero, comprese quelle fiscali.
1. Di qui l’opportunità che la Commissione indichi a quali indagini intenda dare priorità stabilendo, se del caso, criteri atti a disciplinare la trattazione delle varie pratiche, per esigenze di trasparenza e semplificazione.
2. La proposta affida alla Commissione il controllo degli investimenti in UE da parte di entità sovvenzionate dall’estero. Al riguardo il CESE ritiene opportuno che la Commissione chiarisca con precisione, se del caso tramite apposite linee guida, l’ambito di applicazione del regolamento, così da garantirne un’applicazione omogenea a livello UE e riducendo al minimo il rischio di interpretazioni divergenti con gli Stati membri a cui compete invece il controllo degli investimenti esteri.
A tal fine si propone altresì la istituzione di uno sportello informativo per le imprese sulla normativa sui sussidi esteri, gli adempimenti e gli obblighi di notifica da essa derivanti.
3. La Commissione, ai fini dell’avvio del procedimento, effettua una valutazione della sovvenzione estera soppesandone gli effetti negativi e positivi sullo sviluppo dell’attività economica in questione. Il CESE ritiene importante che la Commissione fornisca ulteriori indicazioni su come tale valutazione viene operata in concreto, quali potrebbero essere gli effetti positivi o quando il bilanciamento sia giustificabile.
4. Con riferimento all’attuale regime di controllo delle concentrazioni, il CESE ritiene opportuno che la Commissione chiarisca il suo rapporto con il nuovo regime previsto, onde evitare tempi e risultati disallineati fra loro, con la conseguenza di oneri considerevoli a carico delle imprese.
5. Ai fini dell’avvio del procedimento da parte della Commissione occorre che il totale delle sovvenzioni estere superi la soglia di 5 milioni di euro per tre anni fiscali consecutivi. Il CESE ritiene che tale soglia sia piuttosto bassa in termini assoluti e reputa opportuno suggerire alla Commissione di aumentarla, così da evitare i casi di minore entità e rilievo, anche a beneficio delle piccole e medie imprese.
6. Nel settore degli appalti pubblici, il rischio di indagini d’ufficio e di un’ampia revisione delle gare d’appalto pubbliche è potenzialmente fonte di rischi e oneri per le aziende che operano e investono nell’UE. Di qui la necessità che la Commissione semplifichi e chiarisca al massimo il regime applicabile così da agevolare l’applicazione delle nuove regole, soprattutto allorché le stesse concorrono con le previsioni normative già vigenti, alleviando gli oneri amministrativi per le imprese UE.