Al Caos di Terni presentato “Contagion”, progetto di nuova frontiera dell’arte contemporanea
Quali sono le nuove frontiere dell’arte contemporanea? La transizione digitale, rivoluzione in atto da anni ma che la pandemia da covid-19 ha enormemente accelerato, in vista degli obiettivi dell’Agenda 2030, impone l’affermazione di nuovi linguaggi, nuovi codici, una nuova mentalità. Ma siamo in grado di gestire questa trasformazione senza perderne il controllo? Temi questi di strettissima attualità, che sono stati discussi a Terni, al Museo comunale CAOS, che ha ospitato la presentazione ufficiale del progetto Contagion e il lancio dell’App Contagion Hypercasual Multiplayer Experience (dopo l’anteprima dello scorso 31 maggio alla Casa del Cinema di Roma), ideata e realizzata da Criticaldrop Entertainment.
La Sala dell’Orologio del museo ternano, sempre attento nel cogliere le nuove tendenze artistiche in atto, è diventato così il luogo scelto per un confronto aperto tra esperti e addetti ai lavori nel campo dell’arte contemporanea e della gamification, ovvero l’utilizzo di elementi presi dai giochi e delle tecniche di game design in contesti non ludici (in questo caso la produzione di opere d’arte). In particolare, oggetto del dibattito è stato la nuova frontiera degli NFT, i non-fungible token: si tratta di certificati che attestano l’autenticità, l’unicità e la proprietà di un oggetto digitale, come per esempio un’immagine, un video o una canzone.
Alla presenza di rappresentanti dell’amministrazione comunale e con la partecipazione attiva di Pasquale Fameli, responsabile scientifico del Caos, il Museo ternano ha svolto la funzione di raccontare, in particolare, i dettagli del progetto di Fabrizio Borelli, ArtMaker, fotografo e regista: a partire alle serie metafotografiche Contagion2013 (15 tavole) e Contagion2021 (15 tavole) dell’artista è infatti nata l’app Contagion Hypercasual Multiplayer Experience e Contagion NFT, una collezione di oggetti digitali, opera dello stesso autore.
«Ciò che presentiamo è un contagio intellettuale, tra arte e tecnologia – ha affermato Fameli – che ha come intento la generazione di nuove prospettive per l’arte contemporanea, circostanza che si porta con sé, inevitabilmente, un ridimensionamento del concetto stesso di autorialità».
L’evento di Terni è stata inoltre l’occasione per condividere l’app lanciata a Roma il 31 maggio (scaricabile direttamente al link https://dl-contagion.criticaldrop.com/app oppure su Apple Store, Google Play o altri store digitali): si tratta di un gioco digitale gratuito, senza tracciamento e senza pubblicità, che si configura come un esperimento sociale, che crea due profili possibili, quello di Resistant e quello di Vector. Scopo del gioco è quello di restare un “resistente” attraverso una connessione giornaliera ed evitare di trasformarsi in un “vettore” di contagio (dinamica dal vago sapore profetico, per una comunità ancora in preda a contagi e pandemia reali).
Come illustrato dal moderatore dell’evento, Marco Ancora, responsabile nazionale cultura CIU Unionquadri, Il CAOS di Terni è stato scelto come occasione per presentare a livello nazionale un esempio concreto del passaggio da un’opera analogica (la seria Contagion di Borrelli, appunto) al postcontemporaneo, mediante lo strumento della gamification, che applica dinamiche tecniche tipiche del gioco virtuale ad un’opera d’arte concreta, seppur essa stessa già contaminata dal linguaggio digitale. Un’esperienza, questa, che vuole configurarsi come opportunità per gli artisti e per l’intera industria culturale, offerta dalle nuove tecnologie.
In tal senso, la presentazione al Caos di Terni di Contagion, secondo quanto emerso, esprime la capacità che l’arte ha di osservare e interpretare la condizione umana come opportunità generatrice di nuovi significati, nel passaggio dall’opera analogica all’interattività e la socialità dell’applicazione digitale.
La presentazione ternana della versione demo di Contagion NFT è stata dunque la narrazione di una lunga ricerca poetica e di costruzione di storie, quella di Fabrizio Borelli, tappa di un percorso che culminerà con una mostra (11 – 19 novembre 2022), a cura di Maria Italia Zacheo al MLAC – Museo Laboratorio Arte Contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma.