Analisi del Centro Studi Lavoro e Welfare presieduto da Cesare Damiano, ex Ministro del Lavoro, su prossimo andamento CIG.
Coronavirus: Damiano (Pd), si rischia cassa integrazione ai livelli del 2008. Roma, 21 mar – (Nova) – L’analisi mensile compiuta dal Centro studi di Lavoro&Welfare sui dati dell’Inps relativi alla Cassa integrazione guadagni (Cig), evidenzia al momento un andamento contraddittorio. Lo dichiara Cesare Damiano (Pd), presidente dell’associazione Lavoro&Welfare. “Mentre nel mese di gennaio – ricorda Damiano – avevamo registrato un aumento della Cig del 40,64 per cento rispetto allo stesso mese del 2019, con una punta particolarmente preoccupante per 2020 diminuisce del 47,87 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questi dati sem la Cassa integrazione straordinaria (Cigs) di +52,57 per cento, nel mese di febbraio di quest’anno il trend sembra invertirsi con un -26,53 per cento rispetto a febbraio 2019. Se disaggreghiamo i dati, la Cigs nel mese di febbraio sembrerebbero, dunque, positivi ma, purtroppo, non e’ tutto oro quello che riluce. Infatti, vanno considerati tre elementi: il primo, e’ relativo all’impatto che ci sara’, a seguito della emergenza sanitaria, sulla crescita: c’e’ chi prevede per quest’anno un calo del PIL del 5 per cento, come ai tempi della crisi del 2008. Come conseguenza avremo una impennata dell’utilizzo della Cig, anche a seguito delle misure adottate dal Governo che rimettono in pista l’utilizzo della Cassa integrazione in deroga per le aziende anche con un dipendente”.
“Il secondo elemento – nota Damiano – e’ che i dati di gennaio e di febbraio non risentono ancora, com’e’ evidente, della comparsa del Coronavirus. Terzo aspetto: il calo delle ore di Cig registrato a febbraio si accompagna a un aumento dei decreti di Cigs, +124,42 per cento. E’ evidente la contraddizione. Vogliamo ricordare che nel 2012 le ore di Cig superavano il miliardo, mentre nel 2018 si erano attestate a poco piu’ di 200 milioni di ore, con un calo dell’80 per cento, in sintonia con un ritorno alla crescita del Pil (tra l’1 e il 2 per cento), comprese le produzioni industriali, e con l’aumento delle esportazioni”. “Dal 2019 il ciclo moderato di ripresa si inverte e tutti questi indicatori diventano negativi. Per l’anno in corso avremo sicuramente un netto peggioramento della situazione che richiederà’ un cambio di rotta, a partire dalla cancellazione dei parametri della legge di Stabilita’ europea”, conclude Damiano.