Articolo dell’ex Ministro del Lavoro – Cesare Damiano – “Strumenti inediti per una crisi inedita”.
È l’Ufficio Parlamentare di Bilancio a certificare – in un documento presentato al Senato – le dimensioni degli interventi avviati per fare fronte alla crisi che si sta concretizzando, un giorno dopo l’altro. Diciamolo subito – e ci torneremo più avanti: questa crisi è diversa da tutte le altre che sono state affrontate nel passato. Ha un qualche – ma non simmetrico – precedente nelle conseguenze delle grandi vicende belliche. Ma non è la stessa cosa. Il mondo si trova a fronteggiare una crisi economica globale innescata da una pandemia. Una cosa, semplicemente, mai vista. E che richiede, quindi, una reazione mai vista.
Partiamo dai numeri dell’Upb. L’Italia ha cominciato a impegnare 13 miliardi e mezzo di euro in un mese per difendere, con gli ammortizzatori sociali, quasi 9 milioni e mezzo di lavoratori. Si tratta sia degli strumenti tradizionalmente utilizzati, sia dell’estensione della Cassa integrazione in deroga alle imprese anche con un solo dipendente. Ma, segnala l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, per ora, sono rimasti fuori da tali tutele quasi due milioni di lavoratori domestici e saltuari. Poi, aggiungiamo, al conto va sommato lo strumento attivato per il sostegno al lavoro autonomo. Cifre, dunque, del tutto inedite, permesse dalla clausola di emergenza del Patto di Stabilità che dà modo ai Governi di spendere in deficit al di fuori di tutti i vincoli del Patto stesso.