CESE – Bruxelles.
Il CESE il 28 agosto u.s. ha ospitato la Commissione Europea per approfondire la comunicazione che la Commissione stessa ha inviato al Parlamento, al Consiglio Europeo, al CESE e al Comitato per le Regioni, in merito ai Piani Nazionali integrati richiesti a tutti i paesi membri sulla energia e il clima.
Quadro della situazione:
Già dalla fine del 2014, con gli allora appena rinnovati Parlamento e Commissione Europea, si è voluto dare concretezza ad una Unione dell’Energia di tutti i paesi membri al fine di realizzare adeguati livelli di interconnessione delle loro reti di trasporto dell’energia elettrica e dei vettori energetici, in primo luogo gas, in modo da realizzare i necessari livelli di concorrenza capaci di stimolare la ricerca tecnologica e industriale. Ricerca relativa soprattutto alle fonti rinnovabili e ai sistemi di accumulo dell’energia, per giungere ad una sicurezza di approvvigionamento e di esercizio delle reti, assieme ad una riduzione del costo delle forniture per cittadini e industrie, e PMI, con la riduzione il più possibile delle sacche di “povertà energetica”.
L’impulso dato nel dicembre del 2015 dalla Conferenza delle Parti COP 21 di Parigi che portò 189 paesi del mondo, in particolare gli USA di Barack Obama, a firmare l’accordo per combattere il cambiamento climatico nel mondo, ha stimolato l’Unione Europea, attraverso lo strumento dell’Unione dell’Energia, a dotarsi delle misure meglio idonee per giungere ai risultati di contenimento dell’aumento della temperatura media mondiale al massimo di due gradi al 2050.
La COP 21 di Parigi era stata qualche mese prima preceduta dalla significativa lettera enciclica di Papa Francesco sulla “cura della casa comune” intitolata “Laudato sì” con le parole usate da San Francesco d’Assisi nel 1250 per la sua lode della natura. Papa Francesco esortava i regnanti e i politici di tutta la Terra ad avere allarme per i risultati irreversibili sul clima che sono prodotti da uno sconsiderato uso umano delle risorse naturali, sempre più limitate nei confronti di un modello di sviluppo predatorio da considerare ormai superato.
L’Organizzazione per le Nazioni Unite aveva, sempre nel 2015, data ampia diffusione ai 17 Sustainaible Development Goals in cui aveva riassunto i più importanti obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Questo il quadro entro il quale negli ultimi anni trascorsi dal 2015 è andata maturando una nuova diffusa consapevolezza nella società e tra i politici per non fallire il traguardo fissato al 2030 per una riduzione effettiva dei fattori di alterazione del clima, in primo luogo la CO2, maggiore tra i clima-alteranti, ottenendone al 2050 la sua pratica eliminazione. Traguardi ambiziosi e difficili che i decisori politici e la società tutta possono ottenere attraverso uno sforzo comune, nessuno escluso; nessuna nazione della terra esclusa. L’Unione Europea ha quindi inteso giocare un ruolo di riferimento mondiale per ambizione e risultati, ad iniziare dalla costruzione di un modello di “governance” attraverso il quale portare tutti gli stati membri ad avere parte unisona per concretizzare gli obiettivi nei tempi stabiliti.
La richiesta della Commissione Europea a tutti i Paesi membri di elaborare un Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, a fine 2018, ha portato alla presentazione di tutti i piani che, ora al vaglio della Commissione, saranno resi definitivi al 31 dicembre del presente anno 2019.
Il procedimento di messa a punto dei piani, basati su dati statistici di comprovata esattezza rilevati da Eurostat, fissa comuni obiettivi nelle cinque dimensioni principali dell’energia: la decarbonizzazione, l’efficienza energetica, la sicurezza energetica, il mercato interno dell’energia, e la Ricerca, l’Innovazione e la Competitività.
Il CESE ha nominato a fine luglio il Consigliere CIU ing. Tommaso di Fazio come relatore del parere CESE sui Piani Nazionali per l’Energia e il Clima che coordinerà le osservazioni e i contributi provenienti dai 12 altri Consiglieri nominati nel gruppo di lavoro costituito ad hoc.
Il lavoro è iniziato subito e la bozza di parere è stata inviata a Bruxelles già l’11 agosto; la prima riunione del Gruppo di Lavoro si è svolta il 30 agosto alla presenza del rappresentante della Commissione Europea e del rappresentante del Comitato delle Regioni. Il dibattito, che ha sottolineato la completezza della bozza di parere elaborato, ha comunque evidenziato che l’importanza dell’argomento e la sua trasversalità necessitano, per il successo nel raggiungimento degli obiettivi, del più vasto consenso politico e sociale, ma anche di una vasta informativa che deve permeare tutta la società con adeguata diffusione sui media, sia tradizionali sia quelli web di cui ampiamente si servono le nuove generazioni.
Per questa finalità il relatore ing. di Fazio ha proposto, sintetizzando quanto maturato nella riunione, di organizzare al più presto una conferenza al CESE con la stampa, per sensibilizzare i giornalisti a dare adeguata diffusione e a tenere costante nel tempo l’attenzione sull’argomento. La Commissione ha concordato con il suggerimento e inviterà i paesi membri, attraverso i ministeri interessati, ad effettuare analoghe conferenze stampa. Così anche ha concordato il rappresentante del Comitato per le Regioni che inviterà gli Enti Locali ad una efficace e capillare campagna di informazione.
Il parere sarà portato alla Assemblea Plenaria CESE di ottobre per la sua approvazione ufficiale.
Per una completa informativa sugli obiettivi fissati nei piani e sulle misure richieste ai paesi membri per perseguirli, si rimanda alla Comunicazione della Commissione COM (2019) 285, che può essere consultata sul sito web della Commissione.