MSC e Wartsila, quale futuro per i professionisti dipendenti? L’appello di Unionquadri.

 

La complessa costruzione industriale realizzata negli anni da Wartsila, a sua volta erede di una tradizione che affonda le sue radici nello Stabilimento Tecnico Triestino, si compone anche di un elevato numero di professionisti: quadri intermedi, figure a metà tra l’operaio e il dirigente. Nel momento in cui MSC si prepara a conglobare la sede triestina del colosso finlandese, viene naturale domandarsi quale sarà il futuro di professionalità molto settoriali, coltivate negli anni di costruzione dei motori marini.
Sulla questione si è allora mobilitata la Confederazione sindacale CIU-Unionquadri che aveva segnalato il pericolo di disperdere un patrimonio di ricercatori, ingegneri e quadri dirigenti parte integrante dell’insediamento.
In particolare nel settore del Diesel sono numerose le alte professionalità che non appartengono alla categoria dirigenziale, ma rappresentano un’importante area specialistica ricollocabile con percorsi di adattamento professionale all’interno di MSC. In alternativa occorre invece informare tempestivamente sui possibili sbocchi delle trattative con enti esterni.

L’avvocato Fabio Petracci, vice presidente di CIU-Unionquadri, ha delineato la situazione odierna per l’ex sede di Wartsila: “Noi a suo tempo, assieme ad altre associazioni sindacali, avevamo auspicato che la produzione continuasse nella produzione Diesel, del genere motoristico, onde salvaguardare le professionalità più elevate: i quadri, gli ingegneri, i professionisti.
Ora sappiamo che MSC vuole utilizzare lo stabilimento per la produzione di carri ferroviari; noi come primo passo contro la dismissione del patrimonio industriale abbiamo aderito, però Unionquadri – che esiste dai tempi della Grandi Motori Trieste (GMT) – auspica qualcosa di diverso, ovvero che questa società ampli la produzione nel sistema ferroviario, coinvolgendo nuove e diverse professionalità o che MSC dia inizio a nuove iniziative economiche in grado di assorbire anche le medie e alte professionalità”.

Si tratta in realtà di un discorso molto più ampio del solo insediamento triestino, spiega Petracci: “Non lo diciamo solo per l’ex Wartsila, ma in senso generale: occorre creare occupazione di qualità per gli istituti tecnici superiori e le Università. La difesa del patrimonio industriale va bene, ma deve essere coniugata con lo sviluppo di un’occupazione di qualità. Quello di MSC deve essere un primo passo, capace di dare sbocco a professionalità elevate spesso obbligate a emigrare o spostarsi al di fuori Regione. Se un’azienda dopotutto va via, deve essere venuta meno la realtà che l’ha fatta stabilire sul territorio; però non devono venire meno le professionalità maturate nel tempo”.