Sicurezza dei dati e Cloud nazionale: le prossime sfide di una P.A. che vuole essere moderna.

La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione rappresenta uno degli obiettivi prioritari contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, scopo da raggiungere dispiegando diverse misure atte a garantire a cittadini e imprese servizi pubblici di maggiore qualità, efficienza e modernità.

 

Per questo, all’interno del PNRR, sono stati previsti notevoli investimenti nella trasformazione digitale degli uffici pubblici. Il rafforzamento dei servizi pubblici digitali, secondo il documento trasmesso a Bruxelles la scorsa primavera, poggerà su una serie di interventi c.d. “abilitanti”, tra cui la migrazione al cloud dei dati in possesso da tutte le amministrazioni e il rafforzamento della cybersecurity nazionale. In particolare, la realizzazione di un cloud nazionale, un luogo virtuale – in Rete – dove le pubbliche amministrazioni potranno archiviare tutti i dati dei cittadini in maniera rapida e sicura (ma soprattutto innovativa) appare fondamentale.

 

Le infrastrutture digitali, nel privato come nel pubblico, infatti, ricoprono un ruolo vitale per gran parte delle attività quotidiane, e costituiscono l’ossatura portante del sistema di servizi che le amministrazioni utilizzano ed erogano a cittadini e imprese. Sulla spinta di ciò, il nostro Paese si è dotato di una “Strategia Cloud Italia”, una serie di azioni che prevedono la realizzazione di un sistema operativo nazionale mediante l’adozione del cloud computing nel settore pubblico, da realizzare attraverso infrastrutture digitali pubbliche affidabili, sicure ed economicamente sostenibili.

 

Il cloud costituisce la principale piattaforma abilitante per gli strumenti della trasformazione digitale, dall’intelligenza artificiale all’Internet of things, e la strategia avviata dall’Italia con il Pnrr consentirà al nostro Paese di allinearsi a quelli più avanzati” ha commentato Gabriella Àncora, Presidente nazionale di CIU-Unionquadri, Confederazione che tutela i quadri nel settore privato e pubblico, ma anche i ricercatori, i professionisti e il mondo delle professioni intellettuali, organizzazione presente al CNEL e in diverse organizzazioni internazionali. “Sul punto segnalo gli interessanti approfondimenti prodotti dal Prof. Maurizio Mensi, rappresentante della Ciu-Unionquadri presso il CESE a Bruxelles, che ha ben evidenziato come la riduzione della superficie d’attacco, unita alla razionalizzazione, ammodernamento e standardizzazione tecnologica delle applicazioni in uso alla Pubblica Amministrazione consentirà di applicare i principi di sicurezza a tutte le infrastrutture innovative della P.A., così da scongiurare un nuovo attacco come quello subito dai sistemi sanitari della Regione Lazio quest’estate”.

 

Assicurare l’autonomia tecnologica del Paese, in un momento storico dove gran parte degli interessi nazionali viaggia in Rete, appare basilare, ed è strumentale a garantire il controllo sulla sicurezza dei dati dei cittadini aumentando, nel contempo, la resilienza dei servizi digitali.

 

Dai lavori del Prof. Mensi su questo argomento mi piace rilevare come ogni processo di allocazione e gestione di ingenti quantità di dati, non solo personali, quale avviene con il cloud, assume necessariamente una connotazione geopolitica. Entra in gioco, infatti, anche il tema della sovranità digitale nella sua accezione più diffusa, vale a dire l’indipendenza tecnologica, insieme al tema più ampio della sicurezza degli innovativi strumenti di lavoro”. “Come sindacato ci stiamo interrogando su quale possa essere il percorso che la P.A. e – in generale – ogni realtà pubblica e privata debba intraprendere affinché il middle management e i professionisti della conoscenza possano portare il proprio contributo nell’ambito delle prossime sfide tecnologicheha sottolineato il Presidente della CIU-Unionquadri.La capacità di prevenzione, controllo continuo e intervento in difesa delle infrastrutture tecnologiche esige una formazione puntuale e di eccellente qualità. Da qui l’ipotesi di creare dei percorsi formativi ad hoc, sotto la guida del CNEL, che è la casa delle principali parti sociali, e aperti a tutti gli attori pubblici e privati impegnati nell’istruzione di qualità che permettano di fornire il massimo della conoscenza all’interno di percorsi di Alta formazione e addestramento pratico, certificandone le competenze, a tutte quelle figure chiamate a gestire la sicurezza e, in definitiva a supportare tutto il futuro del sistema Paese.